Ma chi è questo Saul? Mettiamo le cose in chiaro. Non è un personaggio biblico e neanche un lontano parente di Saul Goodman, personaggio della serie televisiva Breaking Bad. Saúl Ñíguez Esclápez, meglio noto come Saul, è un centrocampista a tutto campo di proprietà dell'Atletico Madrid e che sta facendo le fortune della Spagna a suon di grandi prestazioni.
Ha una storia particolare e molto interessante. A soli 13 anni viene ingaggiato dall'Atletico Madrid dopo aver dato i primi calci al pallone con gli acerrimi rivali del Real Madrid. La sua famiglia non è tra le più ricche e potenti della zona, ma già nei piccoli quartieri di Elche (luogo nella quale è nato) dimostra di avere tanta qualità. Viene scovato in un modo banalissimo, si vocifera che gli abbiano proposto scarpette e pallone per iniziare il percorso da calciatore nei Galacticos. Così, in età giovanissima, decide di lasciare tutto e di sbarcare a Madrid insieme a suo fratello Aaron. Saul prende la direzione del Santiago Bernabeu, Aaron sceglie di approdare al Mestalla per vestire la maglia del Valencia. Ha anche un altro fratello leggermente più vecchio, e anch'egli riesce a fare una discreta carriera, vantando esperienze all'estero con le maglie di Chivas (Messico) e Rio Ave (Portogallo).
Storia bella e ricca di avventure, ma adesso il giovane Saul è uno dei centrocampisti più forti d'Europa. Cresce sotto gli insegnameti di Simeone, un tecnico che gli dà sempre fiducia e che con il passare degli anni lo incastona nei suoi schemi. E' intoccabile per via della sua straordinaria capacità di disegnare calcio e di inserirsi negli spazi senza palla. E' per questo motivo che lo troviamo spesso nel tabellino dei marcatori. Tatticamente duttile, capace di agire anche in cabina di regia grazie alla sua importante stazza fisica. Per sfruttarlo al meglio, però, va posizionato mezz'ala di un centrocampo a tre. E' un giocatore intelligente, non butta mai via il pallone e tiene sempre bene la posizione. Simeone ha fatto un grande lavoro, migliorandolo sotto ogni aspetto e curando le cosiddette "parti arrugginite" che gli impedivano di esplodere.
Ieri sera contro l'Italia abbiamo assistito all'ennesima grande prova. La Spagna ha vinto anche grazie ai suoi inserimenti senza palla e alla sua grande capacità di calcio. Pulito, elegante, tecnico e con una resistenza fisica impressionante. Può essere tranquillamente etichettato come il Claudio Marchisio dell'era Conte alla Juventus, un centrocampista che giocava molto vicino alla porta e che andava in goal con grande facilità proprio con le stesse caratteristiche dello spagnolo. Altra costante a suo vantaggio è quella di non lasciare punti di riferimento agli avversari. Sulla carta parte sempre come mezz'ala sinistra, ma in campo lo si trova dappertutto. Lui sa difendere e attaccare, e tutto ciò lo abbiamo verificato anche nell'Atletico Madrid. Nella Spagna sembra più goleador, ma è solamente una questione tattica perchè Simeone e Celades hanno due credi calcistici totalmente differenti. Siamo di fronte a un centrocampista completo, praticamente perfetto.