Una piacevole intervista con Enrico Flavio Giangreco, noto giornalista economico che si è occupato di Sport Management. Persona di grande spessore e competenza calcistica, con una spiccata capacità di fare innamorare i lettori dei suoi meravigliosi libri. E' stato un confronto piacevole e ricco di argomenti interessanti, tra i quali anche quello riguardante il nuovo percorso tecnico instaurato da Giampiero Ventura per la rinascita dell'Italia. Di seguito ecco le sue parole:
Le chiedo prontamente cosa pensa di questa nuova Inter, con l’ennesimo cambio di allenatore che dovrebbe raffigurare come l’apice della rinascita.
"Io penso che la scelta di Spalletti sia stata quella giusta, nel senso che l'Inter ha dimostrato nella sua storia diaver bisogno del condottiero, dell'allenatore di carattere e di personalità. Spalletti ha dimostrato a Roma di averne tanta. Aveva una città contro, era tutta schierata dalla parte di Totti, è intervenuto anche il Santo Padre a favore, ma lui non ha assolutamente fatto una piega ed è andato avanti. Ha avuto ragione perchè la Roma è arrivata seconda davanti a un Napoli che giocava un calcio straordinario. Quindi, alla fine, il tecnico toscano ha dimostrato di avere personalità. In questa situazione, chiaramente, l'arrivo di Spalletti non è casuale perchè coincide con l'arrivo dell'uomo forte nell'area tecnica che l'Inter non aveva. La figura di Sabatini che era la persona della quale l'Inter aveva bisogno, una figura di coordinatore dell'attività di mercato e di tutto ciò che ha a che fare con la l'area tecnica. Io penso che l'accoppiata sia quella giusta per riuscire a puntare al risultato di arrivare tra le prime quattro, cioè direttamente in Champions League l'anno prossimo. Necessità assolutamente fondamentale per l'Inter perchè da quella passa la possibilità di fare un certo tipo di introiti anche sul versante dell'area business."
Benitez e Leonardo, Gasperini, Ranieri, Stramaccioni, Mazzarri, Mancini, De Boer e Pioli. Diciamo che la famosa ricostruzione post triplete non è mai arrivata. Come spiega questo continuo cambio di allenatore? Dove sta l'errore?
"E' giusto fare anche una distinzione. Dopo la presidenza Moratti c'è stato il subentrare di Eric Thohir che con tutte le sue caratteristiche e limiti è stato in grado di mettere il club nelle mani di un gruppo dal fatturato stratosferico come quello di Suning. E' chiaro che le gestioni bisogna separarle. La gestione Thohir, dal punto di vista sportivo, non ha prodotto grandi risultati perchè era una gestione basata su una società che era tutta di matrice finanziaria, simile a quella che caratterizza in questo momento il Milan.Si tratta di operazioni quando fai delle operazioni di carattere finanziario per le quali devi augurarti che i risultati sportivi vengano al più presto per riuscire poi a invertire il trend anche dal punto di vista economico. E' chiaro che Thohir le ha provate tutte e i risultati non son venuti. L'anno di Mancini, quello in cui è stato in testa alla classifica fino a quasi metà campionato, con un pò di fortuna si poteva fare anche qualcosa in più del quarto posto perchè la squadra ha avuto un calo in gennaio e febbraio che ancora adesso non si riesce a comprendere. Suning ha preso in mano la situazione dallo scorso ottobre.Ha scelto, insieme ad Ausilio e Gardini, Pioli. Questa scelta, tutto sommato, non è stata sbagliata nel senso che Pioli ha tirato via dalle situazioni complicate la squadra, portandola anche a pensare di poter arrivare a giocarsi il terzo posto con il Napoli. Poi, dopo la partita di Torino del 2-2 contro il Toro, la squadra ha avuto un crollo emotivo e con una sorta di deresponsabilizzazione da parte di qualche calciatore. Suning ha verificato i risultati prodotti da Pioli ed ha ritenuto che non fosse l'allenatore adatto per riuscire a dare una svolta. L'allenatore si è intravisto nella figura di Spalletti, che ha le caratteristiche degli altri due allenatori associati all'Inter che sono Conte e Simeone. E' chiaro che Suning bisogna valutarla dall'ottobre dell'anno scorso perchè in quel momento ha preso il controllo della situazione. Vedremo cosa accadrà con questa gestione. Io ho la sensazione che sia nelle condizioni di poter arrivare al risultato di piazzarsi tra le prime quattro. Non ci dimentichiamo che l'Inter non sta facendo operazioni di mercato fino al 30 giugno perchè, giustamente, c'è il famoso pareggio di bilancio da rispettare."
Lei è un grande scrittore di libri. Che titolo darebbe alla sua squadra? Insomma, scegliamo un genere, una trama, faccia lei..
"L'Inter è pazza, sarei ripetitivo a dirlo. Però è una squadra così, lo è sempre stata e fa parte della sua storia. Le squadre si accettano per quelle che sono. Non è che ci siano sette possibilità in un campionato di vincere. Solo una squadra vince Campionato o Champions League. E' chiaro che se tu vai in Inghilterra e parli con i tifosi dell'Arsenal, che per tanti anni non hanno avuto la possibilità di vincere la Premier League, ti confermano che non hnno mai abbandonato la propria squadra. Bisogna capire che si vince e si perde, l'importante è lottare, dare il massimo. Quello che i tifosi dell'Inter non hanno verificato e che vogliono verificare. La speranza è che Spalletti possa essere la persona che consenta ciò: i tifosi dell'Inter, i più precenti allo stadio in Italia, lo meritano."
Spostiamoci di qualche chilometro per assaporare l’atmosfera di Bergamo. Cosa pensa della straordinaria stagione dell’Atalanta? Riuscirà a confermarsi nonostante tutte queste cessioni illustri?
"L'Atalanta la seguo e la conosco bene perchè mi sono trasferito da Milano a Bergamo da qualche anno. L'Atalanta è un modello molto particolare, virtuoso perchè ha da sempre una grande storia legata proprio allo sviluppo dell'academy. Tutto si deve al lavoro del grande Mino Favini. Quel lavoro è stato continuato dalle persone che sono venute dopo di lui, e l'Atalanta è capace ogni anno di riuscire a proporre dei giovani del suo settore giovanile e inserirli in Serie A. E' chiaro che giocare a Bergamo è una storia, giocare in un grande club è un altra. Quest'anno si è trovata una nidiata di talenti di livello notevole. Il lavoro fatto negli anni ha prodotto risultati, ma sembra che ce ne saranno altri di questi giocatori che si metteranno in evidenza nella prossima stagione. Mi riferisco a Bastoni, Melegoni, Capone. L'Atalanta è nelle condizioni di riuscire a fare un bel campionato, e di riproporsi non per la Champions League, ma per l'Europa League. La famiglia Percassi sa gestire le attività di impresa e sa gestire il calcio. Se i tifosi bergamaschi avranno la capacità di non essere impazienti e di comprendere che il lavoro di Gasperini potrà portare anche risultati di valorizzazione di ulteriori talenti, credo che l'Atalanta si ripeterà e magari farà anche una bella Europa League".
Io penso che l’Atalanta funga da motorino alla Nazionale italiana da tanto tempo, probabilmente è alla pari della Juventus sotto questo punto di vista. Quali saranno i prossimi “canterani” ad essere esposti nell’illustre vetrina di Percassi e Gasperini?
"Come ho già affermato, Bastoni e Melegoni sicuramente sono due talenti di livello che hanno già fatto fatto presenze nella prima squadra l'anno scorso e si sono già palesati. Poi le ribadisco il nome di Capone. Quest'anno penso che anche altre squadre cercheranno di fare la stessa cosa. Non mi stupirei se qualche ragazzo della Roma potesse avere spazio, e per quanto riguarda l'Inter devo dire che Pinamonti sarà promosso a vice Icardi come d'altronde logico fare per un ragazzo che ha dimostrato di avere un talento e personalità."
Io penso che la mentalità di questa società sia molto europea, nel senso che rispecchia molto le filosofie calcistiche di Ahtletic Bilbao e Ajax. I baschi offrono una maglia a tutti i ragazzini del quartiere con lo scopo di farli diventare piccole stelle, stessa cosa con i lancieri che da sempre esportano i loro prodotti oltre i confini nazionali. L’Atalanta può essere paragonata a queste due squadre?
"Athletic e Ajax sono due modelli di calcio fatti con i talenti che si hanno a casa propria, e l'Atalanta può sicuramente essere avvicinata a questo modello. Ma te ne lancio un altro, l'Anderlecht che gioca con i '94, '96, '97 e '98 nel massimo campionato belga. Hanno prodotto un talento straordinario che è Tielemans. Credo che per Percassi essere avvicinato a club del genere non possa che non essere motivo di orgoglio."
Un parere sulla nuova avventura di Giampiero Ventura con la Nazionale. Pensa che sia l’uomo giusto per costruire qualcosa di importante?
"Nei confronti di Giampiero Ventura provo una profonda stima. Ha sempre fatto giocare alle sue squadre un calcio brillante. Si è sempre saputo che Ventura fosse una persona intelligente, un uomo che ha vissuto la sua esistenza in maniera gradevole e che se l'è goduta fino in fondo. Ha avuto la possibilità di poter usufruire di chance che magari avrebbe anche meritato prima. Gli sono arrivate e sono contento. E' lui l'uomo per ricostruire la situazione della nazionale italiana per fare in modo che questi talenti che noi abbiamo siano nelle condizioni di esprimersi al meglio. Io ci tengo a dirlo, noi abbiamo potenzialmente un centrocampo con due giocatori come Verratti e Gagliardini, con giocatori sulle fasce come Berardi e Bernardeschi, con la difesa fortissima con questi ragazzi come Caldara e Rugani. Una persona come Ventura, nei confronti di questi ragazzi che spesso hanno bisogno di essere messi nelle condizioni di canalizzare al meglio le loro energie, credo che sia quella giusta per riuscire ad ottenere il meglio."
Abbiamo a disposizione una generazione ricca di talento, probabilmente la più forte degli ultimi anni. Le faccio notare questa cosa: nella finale dell’Europeo U21 2013 contro la Spagna c’erano molti profili militanti in Serie B, addirittura anche riserve e con valutazioni molto basse. Adesso, all’improvviso, l’exploit con i vari Donnarumma, Caldara e Bernardeschi, ci hanno etichettato come una della nazionali più forti in circolazione. Pensa che sia cambiato qualcosa? Le ricordo, inoltre, che la nostra rosa ha una valutazione complessiva di 213,20 milioni di euro.
"E' cambiato tutto, nel senso che anche dal punto di vista economico abbiamo la possibilità di poter affermare che una squadra come l'Under 21 abbia una valutazione globale che ha un senso importante a livello internazionale. Questo perchè probabilmente è cambiata la volontà di valorizzare questi ragazzi."
Chi sarà il vero antagonista della Juventus per la prossima stagione? Napoli e Roma sono ben organizzate e saranno sicuramente lì a lottare. Poi ci sono le incognite Milan e Inter, con uno sguardo vigile alla Lazio. Come vede la lotta Scudetto? E’ ancora molto il gap con i bianconeri?
"Le sorprese sono sempre possibili, può sempre accadere che uno si palesi in modo tale da fare risultati superiori alle aspettative. Però credo che ci sarà la Juventus, con il Napoli che sarà la principale antagonista. Credo che quest'anno sarà l'anno del Napoli come squadra in grado di opporsi alla Juve, e poi per gli altri tre posti Roma, Inter e Milan saranno coloro che se la giocheranno fino alla fine."