Ci sono favole, che devono essere raccontate ad ogni costo. Ci sono sogni, che meritano di non essere infranti. Potrà sembrare banale, ma i grandi amori davvero non finiscono mai e i loro giri immensi sono soltanto parabole necessarie ad una perfetta congiunzione futura.
Questa è la storia di Lorenzo Pellegrini, un ragazzo come tanti, cresciuto al tempo dei Totti e dei De Rossi. Cresciuto con il loro mito, nella speranza di emularne le gesta. Classe 1996, tirato su a pane e pallone da suo papà Tonino, che lo ha accompagnato durante il suo processo di crescita e maturazione. Fisico possente (187 cm di altezza per 77 kg) ma al tempo stesso slanciato e longilineo. Pellegrini nasce come prima punta nelle giovanili, poi riciclato come difensore centrale (e già allora di lui si diceva un gran bene), fino al definitivo approdo nella zona mediana del campo. E' il classico giocatore nevralgico, che ama districarsi tra nugoli di gambe. La sua tecnica e l'abilità con entrambi i piedi lo rendono un calciatore davvero imprevedibile.
Nato a Roma il 19 giugno di 21 anni fa, Lorenzo Pellegrini viene svezzato calcisticamente da Vincenzo Montella, negli Allievi Nazionali dei giallorossi. Il ragazzino, troppo alto per i suoi coetanei, comincia a farsi strada predicando calcio grazie alla sua classe purissima. Il tiro dalla distanza, con entrambi i piedi, è un suo marchio di fabbrica. Per informazioni, chiedere al Manchester City di Patrick Vieira (affrontato in Youth League, un paio d'anni fa, con la Primavera giallorossa).
Il passaggio dalla Roma al Sassuolo, in prestito biennale con diritto di 'recompra', ne ha accelerato e favorito una crescita già tracciata. Gli insegnamenti maniacali di un guru come Eusebio Di Francesco hanno fatto la differenza, consegnandoci un giocatore completo, versatile e sorprendentemente decisivo. Il gol in rovesciata, segnato contro la Danimarca qualche giorno fa, ha solamente consacrato un talento in erba, che attendeva l'occasione giusta per sbocciare del tutto. Da mezz'ala, in un 4-3-3 puro, Lorenzo Pellegrini potrà davvero sbancare, nonostante abbia ancora un modo di giocare eccessivamente spensierato. Questa patina di gioventù calcistica, ne influenza le scelte in mezzo al campo, portandolo talvolta a rischiare la giocata anche in zone del campo dove sarebbe sconsigliato. La tecnica sublime, la spensieratezza e una buona prestanza fisica gli permettono di compensare le lacune tattiche di cui sopra. Il miglioramento della fase di non possesso potrebbe contribuire a renderlo un centrocampista completo, quasi 'box to box', che possa svolgere al meglio i compiti del proprio ruolo. Pellegrini adora attaccare la porta 'liberamente', sfruttando il proprio fiuto e la pura intuizione per prevedere le volontà dei suoi compagni e la traiettoria del pallone. Il gol con l'Under-21 è la sintesi di tutto ciò, una ricerca continua del momento migliore per colpire il pallone a rete. Il suo unico gol in campionato (al Milan, in quel famoso 4-3 di San Siro) dimostra inoltre un'innata capacità di costruirsi le occasioni, non solo sfruttando le iniziative dei compagni, ma anche penetrando e sconvolgendo la linea difensiva avversaria.
Il ritorno alla Roma, nel momento più importante della sua maturazione, rappresenta un punto di svolta cruciale. I giallorossi hanno praticamente già esercitato la clausola di riacquisto (per una cifra vicina ai dieci milioni), confermando di voler valorizzare, ancora una volta, i propri prodotti interni. La storia di Pellegrini è paragonabile a quella di molti suoi colleghi, coetanei e non, sfornati da uno dei settori giovanili più fiorenti d'Italia. Assieme a Florenzi, De Rossi e con Totti dirigente, andrà a rimpinguare la vivida anima patriottica del club della sua città. Di Francesco ha spinto molto per portarlo con sé, dopo averlo plasmato con calma e cura in Emilia. Il tecnico ex Sassuolo potrà rivelarsi fondamentale nell'emancipazione di questo talento, garantendo continuità ad un percorso ormai in progresso da qualche anno.
Il romanticismo, in questi casi, è il lato più dolce della storia, perché ci ricorda che in fin dei conti un'anima, questi calciatori, devono averla, anche se sono ancora dei ragazzi. La loro storia, le loro imprese passate e future, fanno da cornice ad un rapporto magico, che il tifoso, l'ambiente e una città intera riescono clamorosamente a mettere in risalto. Che Lorenzo Pellegrini sia il futuro dell'AS Roma è fuori discussione. Ma che Lorenzo Pellegrini sia il nuovo padrone del centrocampo giallorosso è ancora tutto da vedere, nonostante il talentino cresciuto in casa possa vantare maestri d'arme di prim'ordine, come Nainggolan, De Rossi, Strootman, e concorrenti da non sottovalutare (come Leandro Paredes). Riabbracciando il talentino ex Sassuolo, la Roma ha rinvigorito il proprio parco centrocampisti, ampliando spaventosamente le variabili tattiche a disposizione del suo allenatore. La storia di Lorenzo Pellegrini è quanto di più romantico possa esserci nel calcio del ventunesimo secolo. E' un foglio in bianco ancora tutto da scrivere. Ora sta a lui prendere la penna in mano, e darci un motivo in più per innamorarci di lui.