Oltre all'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Marco Fassone ha parlato anche alla Gazzetta dello Sport in edicola quest'oggi. Andiamo a sentire le sue parole.

Sul non rinnovo di Donnarumma, l'ad del Milan ha provato a fare chiarezza: "Mi pare abbastanza semplice: giocatore e agente hanno fatto una valutazione tecnica ed economica, ritenendo di rivolgersi in futuro a un club con pedigree più altolocato e maggiore disponibilità finanziaria. Raiola vuole valorizzare economicamente il percorso del giocatore e intende spostarlo per massimizzare i ricavi. Per l’assistito e per se stesso. Fin dal primo giorno dopo il nostro insediamento abbiamo iniziato a parlare sia con lui, sia con Raiola. E mentre Raiola tendeva sempre a rallentare, il giocatore ci diceva di volere il Milan. E ce lo diceva guardandoci fissi negli occhi. Era assolutamente sincero. Alla fine ha prevalso la linea dell’agente e io sono convinto che in cuor suo Gigio non sia convinto della decisione presa. Tutta colpa di Raiola? Ma certo. La decisione è sua. Ha usato la sua influenza, e lui su Gigio è molto influente. Pensateci un attimo: un ragazzo di 18 anni e un procuratore importante con grande personalità. Come poteva finire? Certo, quando guardavo il ragazzo negli occhi una buona dose di speranza che tutto finisse bene ce l’avevo. E’ normale che lui si sia messo nelle mani dell’agente. Piuttosto, visto che le lamentele riguardano il nostro pressing su Gigio, mi aspettavo che Raiola comprendesse la nostra esigenza di andare in ritiro sereni, e facesse il possibile per trovare una soluzione ottimale".

Il Milan è stato accusato di aver avuto troppo fretta: "Evidentemente abbiamo concetti temporali differenti. Per Raiola due mesi sono “troppa fretta”? Il primo incontro è stato il 14 aprile, poi ce ne sono stati altri, abbiamo avuto tutto il tempo per conoscerci. E poi vorrei chiarire con forza un concetto: se io non riesco a capire cosa può succedere a un giocatore in scadenza, non ho modo di cautelarmi se quel giocatore poi non rinnova. Guardate infatti cosa è successo con De Sciglio: vista l’incertezza, è arrivato Rodriguez.Gigio lo amiamo tutti e abbiamo provato a trasferirgli il sentimento in ogni modo. Le dirò di più: il Milan ancora oggi sarebbe pronto a riaccoglierlo a braccia aperte. Anche i tifosi più incavolati. Dico che se ricevessimo una telefonata in cui ci viene prospettata l’ipotesi di sedersi di nuovo per riparlarne, lo faremmo senza problemi. Da parte nostra la disponibilità di riprendere a parlarne c’è. Certo, Raiola è stato molto netto, ma non escludo che le parti si riparlino e si rivedano. Ovviamente, quando si riaggregherà alla squadra, parleremo anche col giocatore".

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Raiola ieri sera ha parlato di mobbing, forse un po' eccessivo? "Questa parola mi fa alquanto sorridere. Se per mobbing intende aver fatto qualche telefonata di

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sollecito con Gigio e i suoi familiari, allora la risposta è semplice: mi pare del tutto normale che per un giocatore così importante ci si provi fino all’ultimo. E’ normale fargli sentire l’amore. Mino usa argomentazioni pretestuose. E’ esagerato dire che siete in guerra con lui. L'attacco di Mirabelli? Se lui attacca Mirabelli, attacca tutto il Milan. Quindi la dichiarazione di guerra è la sua. La verità è che Raiola va contro Mirabelli perché vuole scavare un solco all’interno del Milan. Ma si sbaglia di grosso: io e Massimiliano lavoriamo insieme da anni e abbiamo un grande rapporto, quindi il giochino non funziona e non riesce. Mirabelli non è uno che scende a compromessi. E’ un professionista onesto, competente e leale. Non farlo giocare? Non mi risultano. Posso solo dire che nell’incontro di Montecarlo, dove era presente anche Gigio, magari i toni si sono un po’ inaspriti. Ma devo anche dire che noi in quell’occasione abbiamo portato loro una proposta economica molto importante, che li aveva sorpresi positivamente. Ecco perché ero ottimista che avrebbe prevalso il sì. A Gigio ho anche detto: "Pensaci un attimo, se rinnovi ti ritrovi diecimila persone sotto la sede".

Ci può essere un riavvicinamento: "La deve dare Raiola, non il Milan. Rifarei tutto nello stesso modo perché credo che la trasparenza e il parlare chiaro siano doti importanti. Occorre etica anche nel lavoro. Dall’altra parte non c’è stata disponibilità ad ascoltare la nostra proposta. E comunque, ferma restando la legittimità di quanto ha deciso di fare Raiola, anche negli affari esiste un’etica, soprattutto nei confronti di un club che, con molto coraggio, ha fatto diventare grande un giocatore. Etico?  Un rinnovo con una clausola rescissoria che andasse bene a tutti. Invece mettere all’angolo l’altro negoziatore, soprattutto quando questo negoziatore è in una posizione di debolezza contrattuale, per quanto legittimo è qualcosa di brutto. Questo mi amareggia ancora molto".

Il Milan farà ancora affari con Raiola? "Non c’è e non ci sarà mai preclusione. A comandare è l’aspetto tattico, non le questioni personali. In futuro potrà ricapitare di fare affari con lui. E lo stesso discorso vale per chi è attualmente in rosa ed è assistito da Mino (Abate e Bonaventura, ndr): ho sentito dire che potrebbero subire ripercussioni, ma per noi conta solo che siano giocatori funzionali al progetto tattico”. In tutta questa vicenda i tifosi si sono schierati nettamente dalla vostra parte. Bellissimo. Non pensavo succedesse una cosa del genere a fronte di quello che è comunque a tutti gli effetti un insuccesso. In questo modo testimoniano l’adesione a un progetto che portiamo avanti con grande chiarezza e ambizione. Ci hanno dato fiducia in un contesto complicato e in molto meno tempo di quanto avremmo pensato. Abbiamo una tifoseria matura".