Definita la lista della spesa, ora è tempo dello shopping. Finora la Juventus non è stata a guardare sul mercato, tra i colpi Szczesny e Schick da ufficializzare a breve per tappare i primi due buchi in rosa. Poi sarà il momento di un centrocampista e di un esterno d’attacco. Su quest’ultimo in particolare in corso GalFer si stanno facendo valutazioni precise, perché le opportunità estive offrono un trade-off tra matrice internazionale o anima italiana. Tra velocità o tecnica. Tra esperienza o gioventù. In estrema sintesi, tra Douglas Costa e Bernardeschi.
Appurato che siamo all’aut-aut, visto che non sembrano previste partenze eccellenti da Torino, i bianconeri devono compiere una scelta tra il brasiliano e l’azzurro: impossibile arrivare a entrambi per ragioni economiche e di liste, le piste sembrano entrambe di difficile percorrenza, ma con degli spiragli che lasciano speranze tali da potersi sedere al tavolo. Le complicazioni per arrivare a Douglas Costa riguardano l’ingaggio del giocatore, il quale si attesterebbe oltre i 5 milioni e potrebbe sfiorare i 6, ma il costo del cartellino sembra di almeno una decina di milioni minore rispetto a quanto costerebbe il 10 viola. Inoltre andare a bussare alla porta della Fiorentina, con scritto “Juventus” sulla carta d’identità, non è esattamente facile, mentre col Bayern i rapporti sono idilliaci.
Il meglio della stagione di Bernardeschi.
Marotta e Paratici tengono però vive ambo le piste, con il benestare di Massimiliano Allegri. Due piste differenti non solo nel sentiero da percorrere, ma anche per caratteristiche dell’obiettivo. Intercorrono quattro anni di differenza tra Costa, 27 candeline da spegnere a settembre, e Bernardeschi, 23enne da febbraio. Numeri magari di importanza relativa, ma non se entra in gioco anche il fattore nazionalità. È arcinota la volontà della Juve di costruire sempre su un’anima italiana: quella composta dalla BBBC e Marchisio negli ultimi anni, passando per Pirlo; quella di Rugani, Caldara, Mandragora e Orsolini nelle idee di futuro. Aggiungere un pezzo da novanta come Bernardeschi sarebbe un importante punto a favore nelle politiche societarie, ma dall’altra parte preme la voglia di costruirsi una nomea internazionale sempre più solida, anche più di quanto sia attualmente; per questo avere un giocatore che negli ultimi due anni ha vestito la nobile casacca del Bayern Monaco rappresenterebbe un altro passo sicuro verso l’upgrade.
A questo va legandosi un altro tipo di discorso, ovvero l’esperienza a livello europeo e mondiale. Bernardeschi al momento non va oltre le diciotto presenze in Europa League, mentre il brasiliano, contando anche l’esperienza allo Shakhtar, ha superato i cinquanta gettoni in Champions League, peraltro con dieci reti all’attivo. Due dimensioni internazionali agli antipodi, tutta da costruire quella del nostrano classe 1994, che ha ancora tutta la carriera davanti, mentre ben più formata è quella di Costa.
La sassata di Douglas Costa contro il Darmstadt.
Considerando però l’aspetto anagrafico e del talento, il fantasista della Fiorentina teme pochi paragoni, soprattutto per potenzialità da esprimere con costanza ad altissimi livelli. Proprio questo fiuta probabilmente la dirigenza, conoscendo soprattutto la capacità di Allegri di inserire i talenti nella squadra, come riuscito con Morata e Dybala. Dall’altra parte, però, si staglia una maggior certezza nell’immediato: la mortifera capacità di saltare l’uomo e creare occasioni che caratterizza il prodotto del Gremio può essere un’arma devastante in ambito europeo. Douglas Costa è un giocatore ben diverso da Cuadrado, non ha bisogno di spazio da attaccare, essendo più scattante da fermo e soprattutto sapendo rendere allo stesso modo su ambo le corsie.
Mancino naturale, proprio come Bernardeschi, al Bayern Monaco il nativo di Sapucaia do Sul ha esplorato sia la fascia destra che la sinistra: nel primo caso, può rientrare sul sinistro per liberare la potenza del proprio tiro o spaccare le difese, creando spazio, dall’altra può invece prendere il fondo per inventare. Anche l’attuale giocatore della Fiorentina è in alcune situazioni partito da sinistra, sebbene con ampia libertà di movimento, più concessa in un tridente che in un 4-2-3-1; le posizioni naturali di Bernardeschi sono piuttosto l’esterno destro, con buone attitudini difensive mostrate soprattutto nel primo anno di Paulo Sousa, e la trequarti, con possibilità di svariare e creare gioco, oltre che di tentare conclusioni dalla distanza.
Il quadro generale fa emergere due giocatori ben differenti tra loro, ma paradossalmente entrambi con tutte le carte in regola per essere utili al progetto Juventus, nel breve e/o nel lungo periodo. Proprio per questa ragione Marotta e Paratici tengono aperte entrambe le piste, sapendo in ogni caso di portare all’Allianz Stadium un elemento di assoluto valore. Saranno probabilmente le infinite vie del mercato a determinare chi vestirà il bianconero: se le premesse sono comunque queste, Allegri può passare delle vacanze tranquille.