E' stato uno dei calciatori più forti di tutti i tempi, un atleta dal tocco delicato e dalle giocate magiche, che hanno contribuito a rendere il Milan di Ancelotti immortale negli annali calcistici. Ora, a trentacinque anni, Ricardo Izecson dos Santos Leite, in arte Kakà, si gode la MLS americana, disputando con la maglia dell'Orlando gli ultimi anni della sua carriera. Intervistato in esclusiva dalla Gazzetta dello Sport, l'ex 22 del Milan non ha potuto esimersi dal rispondere su una domanda inerente la finale di Champions di Cardiff: "Ho affetto per Buffon, ho amici nella Juve come Dani Alves e Higuain. Ma a Madrid ci sono stato quattro anni della mia vita. Lì ho tanti amici e Florentino Peres al quale sono rimasto legato. È inevitabile tifare Real".
In caso di successo, la Juventus conquisterebbe il triplete, sette anni dopo l'impresa di Mourinho. Sull'esito della sfida, comunque, Kakà non si sbilancia: ""La Juve è una squadra temibile - ha detto - e di certo sarà una partita equilibrata, bella, divertente. Il Madrid ha un attacco fortissimo, la Juve una difesa fortissima. E poi ha battuto il Barcellona e questo ha dato forza alla squadra. Il Real Madrid però ha eliminato il Bayern, un’altra delle favorite. Tutte e due le finaliste hanno vinto il campionato: insomma, sarà una gara speciale".
Tra i protagonisti della sfida, ci sarà sicuramente Massimiliano Allegri, con cui il brasiliano ha lavorato per sei mesi: "Ho lavorato con lui sei mesi. Allegri è un osso, come si usa dire. Organizza bene la squadra, è preparatissimo sulla parte tattica, conosce bene gli avversari. È un allenatore intelligente. Zidane? Non ho avuto molti contatti con lui al Real perché allora allenava la squadra B. Poi ha fatto un po’ il secondo di Mourinho, ma abbiamo lavorato poco insieme. Però sorprende: una Champions League, una Liga, un’altra finale in poco tempo. È stato un super calciatore ed è super anche adesso. Non è facile, perché vincere da giocatore è completamente diverso. Zidane è un esempio per tutti".
Passaggio obbligato, sul suo trascorso glorioso, Kakà ha parlato anche del nuovo Milan, diverso da quello che dieci anni fa gli fece vincere il prestigioso Pallone d'Oro: "Si ricomincia. I segnali sono buoni. Mi sembra che ci siano idee e voglia di riportare il Milan in alto, e lo stesso vale per l’Inter. La Juve è un esempio: dopo la crisi si è tirata su. Poteva trovare giustificazioni ma si è rimessa a lavorare e ora si gioca la seconda finale di Champions League in tre stagioni, per non parlare di tutti i campionati che ha vinto. Nella rinascita della Juve c’è un messaggio per Milan e Inter. Il messaggio è: c’è sempre una soluzione".
Tra i tanti campioni presenti a Cardiff, infine, Kakà lascia un pensiero particolare a Dani Alves e Marcelo, brasiliani che si ritroveranno faccia a faccia: "Sono due ragazzi felici, con idee e caratteristiche particolari. A Madrid Marcelo è andato avanti con i suoi capelli strani e il suo modo di giocare molto brasiliano, senza cambiare mai la sua personalità anche quando veniva criticato. E Dani è uguale: gioca leggero. Dani canta, si mette gli occhialoni, non si stanca di stupire con gli atteggiamenti, ma è un professionista come pochi. È un brasiliano con mentalità europea, un martello sul lavoro. Dani e Marcelo fanno la differenza anche in nazionale".