Sono davvero tanti i punti di forza che in questa stagione hanno avuto Juventus e Real Madrid: d'altronde, non a caso si vincono i rispettivi campionati nazionali arrivando, al contempo, in finale di Champions League e, nel caso dei bianconeri, si tiene anche aperta la possibilità di completare quello che sarebbe uno storico Triplete.

Ed in Serie A, storicamente, la tattica è ciò che conta di più. Qualsiasi squadra che si è laureata campione in Italia ha sempre avuto alle spalle una svolta tattica, un sistema definito nel corso della stagione da alcuni momenti chiave. Nel caso particolare della Signora, il tecnico Massimiliano Allegri nel corso dell'annata 2016-2017 ha sperimentato molto tatticamente, contemplando qualsiasi sistema che prima di oggi avevamo visto - anche se qualche ipotesi è stata scartata dopo giusto qualche spezzone di gara. Sono stati principalmente 4 i moduli filtrati da questa lunga ricerca, i quali presumibilmente faranno parte del ventaglio che il maestro tattico livornese consulterà nei vari momenti della finale di Cardiff: questi sistemi, in stagione, nei diversi momenti dell'anno sono stati quelli "principali", sono stati delle fasi di un processo di evoluzione di una squadra che adesso passa agilmente da una strategia all'altra in base alla partita con grande flessibilità mentale. Proviamo a sintetizzare, dunque, tutto questo percorso.

3-5-2

Il 3-5-2 è il sistema che ha portato - di fatto - 4 dei 5 scudetti consecutivi che i bianconeri avevano conquistato ad inizio anno, basato sulla BBC: Barzagli, Bonucci e Chiellini. Non bello da vedere ma estremamente efficace, si è rivelato prezioso ad inizio campionato, quando ha permesso al club di Corso Galileo Ferraris di prendersi un buon margine sulle inseguitrici, le quali stentavano un po' nelle prime giornate; la Signora ha fatto leva sulla propria solidità e tranne qualche eccezione tutto sommato rara ha fatto il suo quando ha proposto questo modulo. Il suo in Europa è troppo poco.

Lo schema risulta poco fluido ed in generale, di conseguenza, un po' meno efficace contro avversari molto organizzati o anche nelle rare circostanze in cui i campioni d'Italia non sono concentrati al massimo. Rimane una soluzione possibile - specie a gara in corso - per Cardiff: tutti i calciatori sanno molto bene come muoversi in fase difensiva con questa scelta. Con un vantaggio da difendere, il 3-5-2 potrebbe rivelarsi estremamente prezioso nel caso in cui ci sia da fare una copertura posizionale sul possesso asfissiante e sempre di qualità del Real. Difficilmente dall'inizio Allegri si schiererà così: per vincere una finale è vero che non bisogna subire, ma bisogna pure costruire qualcosa nella metà campo avversaria e la sensazione è che questa soluzione garantisca troppo poco sotto questo aspetto, almeno fuori dai confini nazionali.

 4-3-1-2

In generale è il modulo che Allegri predilige e, di conseguenza, è una soluzione ideata verso novembre sulla quale i torinesi sembrano essersi stanziati in maniera definitiva. Il 4-3-1-2 è stato estremamente importante nella corsa al campionato e garantisce ampie possibilità di offendere a turno per i due terzini, Dani Alves ed Alex Sandro, che di qualità ne hanno da vendere. La squadra si sente un po' meno sicura di sè, nella fase di non possesso, con questo sistema: la produzione offensiva con il tridente Dybala-Mandzukic-Higuain però aumenta e non di poco, assieme al carico di lavoro sulle spalle dei tre attaccanti quando c'è da fare pressing.

Comunque, anche questa schematizzazione della squadra difficilmente verrà proposta nella finalissima in terra gallese - anche in un'ottica comprensiva delle varie ipotesi contemplabili a gara in corso. Il 4-3-1-2 in stagione ha proposto meno problemi in fase di costruzione ma ha reso molto più vulnerabile Madama in mezzo al campo. Che si attui una scelta di tecnica con l'inserimento di Marchisio o una di fisicità con quello di Sturaro, la mediana rimane comunque limitata e pensare di affrontare Kroos, Casemiro e Modric con dei problemi così evidenti sarebbe folle e non poco.

4-2-3-1

A gennaio è arrivata la grande svolta della stagione juventina, nella gara poi vinta per 2-0 contro la Lazio in campionato: in quell'occasione venne proposta per la prima volta la soluzione che vedeva in campo Pjanic, Cuadrado, Dybala, Mandzukic ed Higuain tutti assieme. Il modulo delle "5 stelle" si è subito rivelato devastante in avanti ed in linea generale ha segnato praticamente ad ogni difesa affrontata nel giro di un tempo. I grandi miglioramenti del bosniaco ex Roma in fase difensiva e l'impegno profuso dei 4 attaccanti hanno completato il 4-2-3-1 e lo hanno il sistema totale con cui la Signora si è imposta nei confini nazionali ed europei, con una qualità di gioco davvero importante e delle chiavi tattiche francamente geniali. Lo spostamento di Mandzukic a sinistra ad esempio garantisce un dominio fisico su qualsiasi terzino destro avversario.

Difficilmente non sarà questa la base da cui Allegri si muoverà nel preparare la finale (indipendentemente da possibili evoluzioni di questo modulo, già viste in stagione ma di cui parleremo in seguito). Il 4-2-3-1 è lo specchio in cui gli 11 titolarissimi hanno mostrato di riconoscersi meglio per caratteristiche ed è già servito a schiantare una big come il Barcellona vincendo per 3-0 allo Stadium. Proporre questo schema significa, in sintesi, accettare di provare a fare la propria partita senza pensare particolarmente al proprio avversario, che però si chiama Real Madrid. Una scelta del genere sarebbe un segnale forte ma al contempo un rischio molto grande. Scegliere è compito del tecnico dei campioni d'Italia.

3-4-2-1

La prima volta che in stagione abbiamo visto questo modulo è stato nell'andata delle semifinali di Coppa Italia contro il Napoli: venne utilizzato per un tempo, poi, visto il risultato (0-1 in favore degli azzurri il parziale), Allegri ritornò sui suoi passi, inserì Cuadrado all'intervallo tornando al 4-2-3-1 e chiuse la gara vincendo per 3-1. Non il migliore dei debutti: tuttavia, la vittoria contro il Monaco ha messo in una luce positiva questa soluzione che ad oggi è la favorita per essere quella scelta nella finale.

Con questo modulo, il lavoro di Dybala e Mandzukic diviene quasi quello di due mezze punte classiche che attaccano gli half-spaces alle spalle dei centrocampisti e davanti ai difensori, rispettivamente sul centro-destra e centro-sinistra dell'attacco bianconero. In pratica, questo modulo contempla tutti i maggiori punti di forza torinesi: dalla BBC in difesa alla mediana con Khedira e Pjanic, passando per le combinazioni sulle corsie fra le coppie Dybala-Dani Alves e Mandzukic-Alex Sandro, finendo per Higuain con tutto lo spazio per muoversi da unica punta. Questo però è ragionare in maniera semplicistica: aspettiamo prima di dare per vinta la fantasia dell'allenatore bianconero che potrebbe individuare altri punti di debolezza negli avversari e proporre qualcosa di nuovo. Certamente però delle soluzioni analizzate questa è parsa quella con cui la Juventus è sembrata più forte in senso stretto. Basterà per convincere Allegri a sceglierla per Cardiff?