Carriera da calciatore, opinionista televisivo e incarico importante dalla FIFA. Ecco a voi Zvonimir Boban, uno dei talenti croati più forti di sempre. E' stato uno dei tanti gioielli emersi dal laboratorio della Dinamo Zagabria, e ha praticamente vinto di tutto grazie agli anni d'oro del Milan targati Silvio Berlusconi, presidente che lo acquistò dal Bari. Nel 2001 chiuse la carriera in Spagna con la maglia del Celta Vigo. E' stato intervistato di recente, e di seguito vi proponiamo le sue parole contenenti diversi argomenti interessanti che riguardano anche la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid.

Una lunga carriera passata da un campo all'altro per poi finire dietro una scrivania: "Il calcio, nonostante lo abbia commentato per anni, mi è mancato. Sarò sempre grato a Gianni per questa opportunità che vivo con la stessa passione di quando giocavo."

Pensiero anche su un altra leggenda del calcio come Platini: "Era l’idolo di tutti i 10 della mia generazione, è stato d’esempio anche dopo. Ma non gli si può perdonare l’assurdo “gioco economico” con Blatter: la gente non è stupida e le sue spiegazioni non reggono. Al limite, ci addolorano di più. Un sano e sincero chiarimento farebbe bene a tutti, in particolare a lui."

Maldini e il Milan sono stati da sempre legati da un forte sentimento. Perchè, però, non è entrato in società?: "Non mi spiegherò mai perché Paolo non abbia un ruolo importante nel Milan e perché abbiano tanta paura delle sue evidenti capacità e della sua straordinaria e unica storia milanista. O forse è facile da spiegare? E poi basta ripetere “Cosa ha fatto dopo?” o “La storia costa troppo"."

Parere anche sulla finale di Cardiff tra Juventus e Real Madrid: "Il Real ha più classe e tecnica, ma la Juve più voglia ed è meglio tatticamente: è protetta dal suo gioco, dalla struttura solidissima. Tifo per il calcio italiano. Filosoficamente il Real è più offensivo e la Juve più attenta: differenze minime che possono essere ribaltate."

Allegri o Zidane?: "Allegri ha fatto un lavoro metodico di assoluto livello, ballando tra i moduli e giocando con l’eclettismo dei suoi, per creare una squadra tra le migliori del mondo. Quello che mi piace vedere, anche quando cambia, è che la struttura c’è sempre. E c’è anche una continua lettura della partita che altri non hanno. Era dura, visto cosa ha fatto Conte e visto che in Italia, purtroppo, non ha avuto rivali con cui misurarsi. Zidane è più difficile da decifrare, non ho visto tanto tatticamente: ma forse qua sta la sua maestria. Ha capito che non bisogna “rompere” troppo, avendo giocatori straordinari."

Massimiliano Allegri, zimbio.com
Massimiliano Allegri, zimbio.com

Allegri ha dato tanto alla Juve in questi anni, ma la genialata è stata quella di trasformare Mandzukic: "Conosco bene Mario, da giovane giocava già così a destra. Ha forza fisica, non si ferma mai. In fascia è più utile."

Quale sarà la chiave della finale?: "Ce ne sono diverse, ma tatticamente può essere Marcelo: nel bene e nel male. Davanti è fantastico ma dietro è fragile. Al Real non devi lasciare spazio, è molto meglio quando riparte, però se attacca e arrivano cross in area Ronaldo guadagna sempre quel mezzo metro. Ormai è un 9."

Dybala e Higuain, due calciatori differenti ma spettacolari: "Dybala è una gioia per gli occhi, non ha ancora sviluppato tutto il suo enorme talento: un futuro fuoriclasse. Higuain è sottovalutato, anche per colpa sua: aveva limiti caratteriali, ora è pronto per la Champions. Ma cruciale è Buffon: dà una dimensione ai compagni."

Uno sguardo anche al calcio italiano e ai suoi miglioramenti: "Finché non saranno al vertice anche Milan e Inter non potrà migliorare. La Juve resta un modello calcistico mondiale: il lavoro di Agnelli è stato straordinario."

E uno come Ivan Perisic? "Il migliore dell’Inter degli ultimi due anni. Corre, supera il terzino, è un uomo serissimo. Solo che, venendo dai Balcani, gli affibbiano l’etichetta di discontinuo: lo dicevano anche di me."

Ivan Perisic, zimbio.com
Ivan Perisic, zimbio.com

Che sia Spalletti la scelta giusta per la rinascita dell'Inter? "Chi altri? Darà una struttura, certezze. Certo l’ambiente è un po’ enigmatico e la società dovrà proteggerlo."

Il suo Milan sta provando a rinascere a suon di acquisti. Per l'attaco spiccano nomi come Morata e Aubameyang: "Morata fa giocare la squadra, Aubameyang è più forte, segna tanto: dipende da chi avranno accanto. Se c’è uno che apre spazi, meglio Aubameyang."

Gattuso nuovo allenatore della Primavera rossonera: "Avremo tanti piccoli Gattuso nel Milan del futuro! Basta ci sia anche qualche 10."

Uno sguardo al presente, in particolare a Infantino. e alle macerie trovate dopo le bufere di questi anni: "Gianni capisce e adora il calcio da impazzire: con la famiglia e il lavoro, è tutta la sua vita. Viene da una famiglia umile e non dimentica mai questo valore portando rispetto a tutti, primi ministri, emiri o raccattapalle. Da ragazzo vendeva panini sui treni, mentre io già titolare nella Dinamo lavavo bicchieri nel bar affittato dei miei. Ci troviamo negli stessi valori. Difetti? È interista e la sua tecnica calcistica è da rivedere… Ma pochi hanno tali integrità, sapere calcisticoamministrativo, facilità di comunicazione. La Fifa si è data un’organizzazione completamente diversa da quella degli irresponsabili che l’hanno infangata. Tutte le riforme sono state implementate a dovere: si poteva riuscire soltanto con la passione e l’amore per il calcio, l’onestà e il lavoro. Ai nemici interni ed esterni piacevano buio, porte chiuse, conti non chiari e contratti scorretti. I soldi della Fifa non sono nostri, ma del calcio e nel calcio devono tornare. Pensi ai cosiddetti “etici” e a quello che prendevano. Vergognoso. Se non fosse stato per l’Fbi e la polizia svizzera, la Fifa non si sarebbe mai ripulita."

Gianni Infantino, zimbio.com
Gianni Infantino, zimbio.com

Parliamo di economia, e dei controlli alla Fifa sulla distribuzione dei fondi: "Non siamo la polizia, faremo il possibile. Diamo 1,4­1,7 miliardi in un ciclo rispetto ai 320 milioni di prima: ogni federazione, per avere soldi, deve avere un progetto calcistico definito. Ci sarà un continuo controllo e, in caso di irregolarità, sarà punita."

La moviola in campo, nota come VAR: "È una realtà e un grande passo avanti, ma non sarà mai perfetta: serve ricordarlo. Certamente migliorerà l’onestà complessiva del gioco, evitando che errori gravi rovinino il risultato e quindi i destini non solo calcistici di tante persone. La Var non sarà ingombrante: la useremo poche volte perché gli errori gravi sono pochi e la classe arbitrale è migliorata. Un rigore o una punizione rubano più minuti di una verifica tecnologica. Siamo nelle buone mani di Collina e Busacca: la garanzia che tutto verrà fatto con impegno e credibilità. Quelli che parlano di fluidità del gioco in pericolo non hanno elaborato che il calcio non è così fluido come si pensa. Il tempo effettivo delle partite dell’ultimo Mondiale è stato di 57’­ 58’. Non serve fermare il cronometro come in altri sport."

Dal 2026 ci sarà il Mondiale a 48 squadre: "Tanti dimenticano che al Mondiale non giocano le nazioni ma le nazionali: molti hanno 16 buoni giocatori e meritano di sognare. Devo ricordarvi Costarica, Islanda, Galles, l’Algeria che ha messo alle corde la Germania al Mondiale? E la mia Croazia nel ’98? Noi siamo sicuri che questo Mondiale sarà più dinamico e interessante. In gruppi da tre devi sprintare subito. Poi si va all’eliminazione diretta che dà ulteriore turbo. E tutto sarà fatto con lo stesso numero di gare e nello stesso tempo di oggi."

Marco Van Basten, zimbio.com
Marco Van Basten, zimbio.com

Una presunta introduzione degli shoot-out all'americana? "Ma cosa facciamo se un portiere commette fallo? Punizione se è fuori area e rigore se dentro? E se l’attaccante fa fallo sul portiere? I rigori sono momenti di assoluta emozione calcistica, ne sapete qualcosa, tra il 1994 e il 2006: rimarranno. Anche il pari resterà: visto che abbiamo aperto alle piccole, in caso di parità nel gruppo, probabilmente deciderà il ranking che stiamo rivedendo."

E un calcio senza fuorigioco? Proprio come ha ribadito Van Basten qualche mese fa: "No, il calcio senza fuorigioco non sarebbe il calcio. Marco si riferiva a un futuro lontano, ma è stato un boomerang per tutta la Fifa e per lui. Un errore di comunicazione che non si ripeterà più. Dobbiamo ricordarci sempre che il calcio è di tutti, non solo della Fifa. Certi lifting si possono fare soprattutto sul gioco effettivo: Marco lavora per proporre soluzioni."

Nuove regole all'orizzonte? : "Meno tatuaggi e Hollywood, più appartenenza ai colori… Scherzo, ma questo pensiero romantico e purtroppo anacronistico combacia con l’addio dell’ultimo grande mohicano Totti. Non se ne va: di lui rimangono tanti valori, non solo assist e gol bellissimi, ma i colori di una vita per una città e un club. Regole: cambierei l’uscita del giocatore sostituito. Per non farlo camminare a lungo per tutto il campo, farei decidere all’arbitro dove uscire."

Gli allenatori italiani sono etichettati come i migliori del mondo: "Perché meglio degli altri curano i dettagli che diventano vantaggi, hanno vissuto la Nba calcistica di una volta in Italia, hanno creatività ma non perdono di vista l’equilibrio. E perché possiedono quel genio italiano che non si dà per vinto."

Maradona è tornato nella Fifa: "Diego è unico e quello che ha dato al calcio vale sempre rispetto e amore. Non lavora nella Fifa, l’amministrazione non fa per lui. Collabora come tante leggende per creare un movimento che porti i valori del calcio tra la gente. Ovvio che Diego è Diego e intorno a lui è tutto diverso. Non vogliamo giudicarlo per altre cose che non sono da esempio e che sembrano lontane da questo Maradona."

Boban, infine, conlude sul giornalismo e sulla sua nostalgia di ritornare negli studi televisivi: "Sì, ma non ho tanto tempo. Ci tornerò quando me ne andrò dalla Fifa con quell’interista (Bergomi) che dice che per la prima volta nella vita lavoro veramente. Pensa te…"