La stagione calcistica per la maggioranza delle squadre dei top 5 campionati europei si è conclusa. L'unico evento di rilievo globale non ancora disputato, ad oggi, è quello della finale di Champions League del 3 giugno fra Real Madrid e Juventus: una partita che si profila epica in quel di Cardiff, Galles. Ieri c'è stato il media day dei bianconeri e abbiamo raccolto svariate parole ai microfoni, fra cui ad esempio quelle di Allegri, l'allenatore dei torinesi.

E oggi, di risposta, sarà il turno delle Merengues di stare dinanzi ai microfoni. Il primo a parlare, esattamente come avvenuto ieri per l'altra fazione, è stato il tecnico, Zinedine Zidane: riviviamo le sue dichiarazioni in conferenza stampa. La prima battuta è ovviamente sulle sensazioni della vigilia: "Siamo molto contenti di essere arrivati alla finale, siamo coscienti di quant'è difficile arrivare ogni volta fino alla finale. Abbiamo lavorato duro anno dopo anno e abbiamo meritato. La squadra è fiduciosa, fisicamente sta molto bene: mancano 4 giorni, ossia 4 allenamenti, ci concentreremo su quello che andrà fatto il giorno della partita".

La considerazione della stagione, indipendentemente dal risultato che giungerà la notte di sabato, non può che essere positiva dopo la vittoria nella Liga che lascia aperta la porta ad una storica doppietta che i Blancos non completano da quasi 20 anni: "Credo che la cosa più importante sia dare sempre il 100%, e noi ogni stagione, partita dopo partita, abbiamo dato tutto, con tanta professionalità possiamo dirci contenti di quello che abbiamo fatto fino ad adesso. Ora c'è un'altra finale, un'altra partita da affrontare, e faremo il possibile per vincere".

Nessuna squadra è favorita alla vigilia, si affrontano miglior attacco e miglior difesa della competizione. Quanto influiranno questi dati nella finale? Poco, secondo il mister, che vede le finali come partite a sè: "E' una finale. Sono 90' completamente diversi. Loro hanno difeso sempre molto bene, noi abbiamo segnato tantissimo, ma questo non ha nulla a che vedere con la finale. Ci prepareremo nella miglior maniera possibile. Credo che siano arrivate in finale le due miglior squadre della competizione. Se si arriva in finale è perchè se lo si è meritato. La Juventus ha vinto la Serie A, noi la Liga: la stagione è stata lunga per entrambe, ma sarà una partita bella e interessante".

Le condizioni di Bale, che è tornato a disposizione dopo un infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo per qualche mese. Avere un calciatore di livello mondiale come il gallese non può che essere qualcosa di positivo: "Siamo contenti che Bale sia tornato in squadra, perchè è un giocatore molto importante. Sono contento di vedere che sta bene. La partita la prepareremo insieme, come abbiamo sempre fatto: siamo pronti".

Il ballottaggio proprio fra Bale ed Isco è probabilmente il tema dominante dalle parti di Madrid: d'altronde rappresenta il dubbio più grande che l'allenatore ha per questo match. Le decisioni non sono mai banali, in particolare per questa caratura di confronto: "Tutte le decisioni sono difficili, lo sono sempre. Siamo tutti disponibili e dovrò operare una scelta fra i 23 giocatori a mia disposizione, chi farà il titolare e chi sta in panchina. Alcuni non potranno essere convocati, nonostante abbiano fatto una stagione straordinaria. Per me questa è la decisione più difficile: non posso dire se l'ho presa e come l'ho presa, non posso condividere questa decisione a 4 giorni dalla partita".

E magari il fatto che si parli così tanto di questo dualismo sopracitato, a pochi giorni dalla partita potrebbe destabilizzare. Potrebbe, ma non secondo Zizou: "E' normale che se ne parli: entrambi i giocatori sono molto importanti e bravi. Ognuno pensa quello che vuole ma non mi faccio condizionare: per me la cosa importante è che si facciano trovare tutti pronti".

L'importanza di questa gara nella storia è fondamentale. Ma bisogna affrontarla con calma è altrettanto importante: "Per noi è l'ultima partita della stagione, ed essendo l'ultima è la più importante. Ciò nonostante, la prepareremo con la stessa dedizione: non cambierà nulla rispetto alle altre partite che abbiamo giocato".

Il miglior schieramento della Juventus in proporzione agli spagnoli è il 3-4-3 visto nelle semifinali o il 4-2-3-1 abituale? E' un dubbio che non tocca l'ex fuoriclasse francese: "Per noi non cambierebbe molto, sono una squadra solida sia con 3 che con 4 difensori. Sappiamo che Alves gioca un po' più su perchè è un giocatore che gode di una certa libertà, ma non cambierà nulla. La Juventus gioca molto bene con entrambi i moduli e noi cercheremo di fare male ai nostri avversari, nient'altro".

Il futuro del tecnico dopo la vittoria della Liga e la finale dovrebbe essere ancora nella capitale della penisola iberica, ma continua a filtrare - perlomeno ufficialmente - un po' di incertezza: "Quello che posso dire è che il mio contratto dura ancora un anno, ma non significa niente. Io voglio restare qui, ma la mia permanenza dipende anche dai risultati che riusciremo ad ottenere sul campo. Penso che la società sia contenta di quello che abbiamo fatto, ma il mio futuro è la finale, nient'altro".

Due giorni di vacanza concessi ai ragazzi sono stati vissuti così dal coach: "Io sono rimasto qua a Madrid. Ieri sono andato dalla mia famiglia, ora sono di nuovo qui, abbiamo ricominciato a lavorare".

Le differenze fra il Real dell'anno scorso e quest'anno sono meno di quelle che si potrebbero pensare, a differenza dei bianconeri, che rispetto all'ultima finale sono cambiati parecchio: "Non penso che ci sono differenze. Abbiamo fatto la cosa più difficile, arrivare alla finale. Siccome abbiamo fatto di tutto per arrivare alla finale siamo contenti. Ma la finale non ha un favorito: loro hanno una grande squadra e hanno ottenuto grandi risultati. Quello che tutti vogliamo è avere una bella partita".

Bale secondo alcune indiscrezioni - prontamente smentite - avrebbe chiesto di giocare a casa sua. Ma l'allenatore non vuole consigli da qualcuno che non sia sè stesso: "Gareth non mi deve dire nulla. Lui è ronto, si è reintegrato, ha sofferto un infortunio abbastanza serio. E' vero che la partita di sabato sarà a casa sua: so che tutti i miei giocatori sono ben motivati, mi interessa solo questo. Quello che dobbiamo fare è prepararci, ci sono vari giorni per preparare la partita. Lavoreremo su cose semplici, visto che i media assisteranno all'allenamento. Da domani inizieremo poi a preparare la partita".

Quali sono i vantaggi di includere Bale fra i titolari o di mettere dentro Isco? Il tecnico non esclude una terza via al ballottaggio, che potrebbe essere di farli giocare assieme: "Isco e Bale hanno giocato assieme 16 partite. Si parla di Gareth, di Isco e del ballottaggio ma possono anche giocare insieme: la cosa più importante è che sono entrambi arrivati in buone condizioni. Gareth ha meno minuti nelle gambe, è vero, ma sta bene; Isco sappiamo che grande giocatore è, lo ha dimostrato nel corso della stagione. La cosa più importante per un allenatore è vedere i propri giocatori in forma".

Considerando la sua esperienza da calciatore e da tecnico è la sesta finale per la Coppa dalle Grandi Orecchie del francese. La differenza nel clima si trova essenzialmente nella pressione che come coach - per il tecnico - si sente di più: "Da allenatore la pressione si sente di più. Normalmente quando si organizzano le conferenze stampa ci sono meno persone, oggi ce ne sono 25: dà l'idea dell'importanza della partita. Noi come tecnici e giocatori vogliamo giocare molte finali, è una cosa importante per noi. E' una cosa bella giocare una finale di Champions".

E a proposito, una di queste importantissime partite sono state giocate proprio con la maglia bianconera addosso per l'allora calciatore transalpino, che però in quell'occasione venne sconfitto assieme alla sua squadra: "Andò malissimo quella volta. Perdere una finale è un dispiacere immenso: ma fa parte del calcio, accetto ciò che il calcio ha da darmi. Quando approdai qui avevo voglia di vincere la Champions e ci riuscii".

Le qualità tecniche maggiori per gli avversari risiedono in Dybala, Dani Alves e Higuain. Ma tutta la Signora sa rendersi pericolosa: "Dybala è uno dei più forti, poi c'è Higuain o Dani Alves, ce ne sono tanti bravi. La stessa cosa quando parli del Real Madrid: io te ne dico 3 o 4 perchè si parla sempre degli stessi, ma sono tutti bravi".

In futuro magari le strade di Zidane e Madama potrebbero incontrarsi ancora, ma per adesso è più che altro una suggestione: "Per ora sto qua, penso solo a quello che sto facendo qua. Alla Juve ho fatto 5 anni e sono diventati bei ricordi, adesso è un po' speciale questa finale, però la Juve farà la sua finale e noi prepareremo la nostra. E' importante avere una bella partita e vediamo cosa succederà".

Dopo aver vinto la Champions per due volte di fila si diventa gli uomini più felici del mondo? "Non lo so dire adesso. Posso dire adesso che dopo aver vinto la Liga mi sono sentito benissimo, viverlo da dentro è stato fantastico. Sono molto contento, molto felice".

Coppe Campioni vinte come calciatore, vice allenatore ed allenatore: si può dire che Zidane ha il DNA fatto per l'Europa. E lui allarga questa concezione ad una dichiarazione di amore ai Blancos: "Ho il DNA del Real Madrid, questa è casa mia. Quando nel 2001 arrivai qui, mi sentii ben accolto da tutti. Le persone, la società, mi hanno sempre trattato molto bene ed ho sempre difeso i valori di questo club e ho vissuto momenti straordinari sia come calciatore che come secondo allenatore che come allenatore. A prescindere da sabato, sarò tifoso del Real Madrid per tutta la mia vita".

L'idea calcistica delle due squadre sembra lontana per i media, ma non è così secondo l'allenatore, aldilà delle caratteristiche delle compagini: "Le nostre idee non sono sicuramente opposte. Magari loro difendono meglio e noi attacchiamo meglio, o almeno, lo dice la gente. Ma le finali sono partite che vanno giocate: non sono squadre così diverse, infatti sono arrivate entrambe in finale le due squadre".

"Ho ancora tanto da imparare come allenatore" disse il tecnico alla vigilia della finale dello scorso anno con l'Atlético. A distanza di un anno, le splendide rotazioni attuate e la capacità gestionale hano smentito questa affermazione: Zizou se la cava benissimo: "E' una mia filosofia quella delle rotazioni. Abbiamo le idee chiare con quello che volevo fare con i giocatori che avevo a mia disposizione: con altri giocatori avrei fatto qualcosa di diverso. Sono contento di quanto ho ottenuto finora, ma nel calcio un momento va tutto bene ed in quello successivo crolla tutto. Cerco di dare il massimo e tutto me stesso in tutto, poi tutto ciò che abbiamo ottenuto è grazie ai miei giocatori che si stanno comportando in maniera straordinaria sul campo".

Le questioni extracalcistiche di Cristiano Ronaldo non possono influire sulla prestazione di un fuoriclasse di questo livello. La sua concentrazione non dipende da ciò che avviene fuori dal rettangolo verde, anche se ovviamente non fa piacere: "Pensare che sia distratto è una cosa che non ha senso, francamente. Non piace nè a lui nè a nessun altro che si parli di lui di cose esterne al calcio, ad un allenatore non può far piacere che si parli di un suo giocatore in questa maniera. Cristiano sa cosa deve fare: quello che deve fare è concentrarsi sulla prossima partita, la finale di Champions, e lo farà e basta".

James Rodriguez è stato uno dei calciatori meno considerati, in proporzione all'enorme quantità di talento, in questa stagione. Eppure l'allenatore è il primo a coprirlo di elogi: "Io lo vedo molto bene. E' molto concentrato. E' sempre allegro, sempre di buonumore assieme ai suoi compagni. So cosa vorreste sapere - sorride - ma un calciatore come James ha piacere ad accumulare più minuti quando gioca in una squadra come il Real Madrid. Ma io alla fine devo prendere delle scelte, fare delle decisioni: James è un giocatore molto importante, quando ha giocato lo ha fatto bene così come quando è subentrato, ho preso delle decisioni, è vero, ma sono soddisfatto".

In estate il tecnico diceva di voler evitare, ai gironi, la squadra campione d'Italia. Le motivazioni di quell'affermazione? Presto spiegate: "Io ho detto che non volevo giocare con la Juventus prima degli ottavi per una serie di motivi: ora non ho scelta, ci dovrò giocare e basta. Quando mi arrivò quella domanda dovevo rispondere, qualcosa dovevo pur dirla..."

Il tecnico si dispiace di essere obbligato a doverne scegliere soltanto 11 perchè per lui chiunque meriterebbe di avere spazio nell'ultima partita, avendo lavorato con continuità in tutto l'anno: "Tutti i miei giocatori si sono meritati la finale, eppure qualcuno non potrò convocarlo. E questo mi dispiace: tutti i miei giocatori si sono allenati duramente durante l'anno, ma qualcuno non potrò convocarlo e questo mi disturba più di un'altra cosa. Vorrei che tutti i miei calciatori potessero giocare la finale, ma dovrò prendere delle decisioni".

Parole di elogio pure per un altro singolo, il capitano Sergio Ramos, uno che di finali vinte se ne intende eccome. Lo spagnolo incarna perfettamente lo spirito madrileno e lo mette dentro in campo: "Sergio Ramos lo conosciamo e conosciamo i valori del Real Madrid: si allena duramente e fa di tutto per vincere. In 115 anni di storia il Real è stato selezionato come il miglior club del secolo scorso, quello che ha di speciale il Real Madrid è la volontà di allenarsi, di correre e lottare fino all'ultimo minuto. Sergio Ramos è il nostro capitano ed incarna bene questi valori, inoltre è una persona molto nobile e questo vale ancora di più".

La scelta dei calciatori per la finale non dipenderà dagli avversari ma da tante altre cose: "Dipenderà da un po' tutto. Non c'è solo un fattore che determina qual è la formazione ideale, partita dopo partita. Quello che so è che i miei giocatori sono pronti ed è questo l'importante".

Il doblete manca a Madrid dal 1998, lo abbiamo già detto, con le vittorie di Liga e Champions. Per il mister la caratteristica che ha questa squadra più delle altre è quella di crederci sempre e comunque: "Noi ci crediamo sempre, siamo arrivati in finale. Siamo riusciti ad ottenere risultati importanti grazie ai calciatori, i giocatori ci hanno creduto ed hanno lottato e quando in una stagione si lavora sodo si viene ricompensati. Ma il percorso non è ancora concluso".

Infine, l'impronta che Zidane ha detto di sperare di aver lasciato nella storia del Madrid potrebbe rivelarsi ancora più grande in caso di vittoria. Ma per adesso i pensieri devono essere altri, poi si penserà agli onori in sede d'analisi: "Io al momento non ci penso. So che le cose succedono se uno si impegna. Al momento sono concentratissimo sulla partita di sabato, stiamo lavorando tutti quanti solido, stiamo per ottenere qualcosa di straordinario, e lo otterremo se dovessimo vincere. Non mi interessa lasciare segni nella storia: il segno nella storia si lascia se si lavora sodo e la squadra ha sempre lavorato sodo".