Alle spalle l'ultima di campionato, congedo di gloria. Ora Cardiff, la Champions. Una manciata di ore separa dall'ultimo impegno di stagione, ciliegina sulla torta. Juve - Real, incrocio galattico. A Torino, si lavora in un clima di tranquillità e sorrisi, ma con grande attenzione. Allegri urla ed incita i suoi, il dettaglio sposta l'ago della bilancia, la maniacale cura del particolare può dividere vinti e vincitori. Nessuna rivoluzione, si segue il cammino tracciato da tempo, certezze fortificate da un cammino privo di zone d'ombra. Signora in terra di Spagna, grande nel Principato, la Juventus attende l'ultimo, nobile, scoglio. Il Real di Zidane e Florentino, l'undici bianco di CR7. Una diversa impronta, un diverso modo di proporre e vedere calcio, il comune obiettivo. 

Barzagli e Dani Alves per l'atto finale. 4-2-3-1 malleabile, senza varchi, senza momenti di pausa. Chiellini e Bonucci, coppia granitica un passo avanti a Buffon, Barzagli, appunto, a presidiare la corsia di destra, un passo al centro in fase di contenimento, ad allargare la maginot bianconera, con Dani Alves pronto ad abbassarsi per contenere le sfuriate di Marcelo e a proiettarsi come palla di cannone nella metà campo del Madrid quando l'azione riparte, sfruttando in questo modo l'alterna interpretazione del brasiliano in forza al Real. Discorso similare sul lato opposto, dove Mandzukic lavora in catena con Alex Sandro, proiezione concordata, con i due chiamati a inchiodare Carvajal e a dare una doppia opzione al centrocampo piemontese. 

Foto: Juventus - Twitter
Foto: Juventus - Twitter

In mediana, Marchisio - ieri un brivido per una tacchettata - in evidente crescita, confidenza e personalità nelle ultime uscite, è a rischio panchina, perché Khedira sta bene e Allegri difficilmente rinuncia all'incedere del teutonico. Giocatore completo, dal peso specifico incalcolabile. Al suo fianco, Pjanic, elegante interprete del ruolo, controllo e smistamento, visione e rifinitura, collante perfetto con il reparto d'attacco, che vede i citati Dani Alves e Mandzukic all'esterno, con Dybala ad ondeggiare alle spalle di Higuain, senza una precisa collocazione tattica. Svaria sul fronte, arretra ed allunga, è battitore libero, fuoriclasse ovunque. Poi Higuain, l'ultimo terminale. Once de gala, è la notte dell'anno.