Veronello, 13 maggio - È la vigilia di Sampdoria-Chievo, match che vede fronteggiarsi due squadre che presidiano la zona centrale della classifica di Serie A. Parla in conferenza Rolando Maran, che fa il punto della situazione sulla sfida di Marassi, che andrà in scena domani pomeriggio alle 15:00.
“La squadra si è allenata benissimo, c’è grande voglia, come da qualche settimana a questa parte, dopo il periodo nero” sostiene il tecnico clivense, che dovrà affrontare la sfida con ben 7 indisponibili (Hetemaj, Rigoni, Dainelli, Spolli, Birsa, Meggiorini, Sardo): “Abbiamo diverse assenze, soprattutto sulla trequarti non ci sarà Birsa. Abbiamo lavorato sia per mutare assetti tattico durante la gara, sia con un suo sostituto”.
Non ci sarà certezza del solito 4-3-1-2 per il Chievo, quindi, al contrario sembra essere probabilissimo il rientro in campo del classe ’97 Fabio Depaoli: “Depaoli probabilmente giocherà. Come al solito decido all’ultimo, ma credo potrà essere facilmente in campo. Ho visto grande crescita nel ragazzo, che da qualche settimana ha avuto a che fare con la realtà della prima squadra. Lo vedo meglio come terzino”. Sempre in tema giovani: “Bastien ha talento, si è allenato bene, sta diventando un giocatore maturo ed è in crescita constante”.
Si passa alla lettura della gara, con il mister trentino che mette tutti in guardia così: “Sarà una partita ad alti ritmi, la Sampdoria vorrà voltare pagina dopo il capitombolo contro la Lazio. Siamo a 4 punti da loro, vogliamo avvicinarci”. Una battuta anche sul caso Totti, visto che anche Maran ha dovuto gestire una situazione simile (seppur in un ambiente differente) con Pellissier: “Totti è un grande campione, per la società ha un valore inestimabile. Da fuori non si può commentare di certo, ma sia Totti che Spalletti sono grandi professionisti”.
Un’ultima precisazione a riguardo della propria rosa, molto esperta e ben amalgamata, dato che l’anno scorso fu confermata la rosa nella sua interezza dal presidente Campedelli. Per Maran però non è stato un vantaggio: “Questo fatto di avere sempre lo stesso gruppo, può aver creato un po’ di assuefazione. Non è sicuramente stato un vantaggio”.