La partita era di quelle toste. L'Atalanta, pur le numerosissime assenze, ha un organico che è cresciuto molto nel tempo ed è diventato importante, con tante frecce al proprio arco. Inoltre i bergamaschi stanno lottando per un risultato storico, ovvero una qualificazione ad una coppa europea. Calcolando che l'Udinese veniva da una partita come quella di Bologna, dove la testa non c'era, e il fatto che gli obiettivi (almeno quelli concreti) non ci sono più, il timore di un altra "rastrellata" c'era tutto. I friulani invece sono scesi in campo rimettendo in mostra la grinta e i meccanismi tattici che mister Delneri ha con tanta fatica assemblato in questi mesi. Al netto della temperatura (dopo tanto freddo è tornato, solo per domenica, il caldo ad Udine) e della fatica che ci può essere dopo un'annata del genere, le zebrette se la sono giocata a viso aperto contro un avversario nettamente più rodato, che ha un proprio gioco raffinato nel tempo e un Gomez che all'improvviso può fare la giocata decisiva. Anche il tecnico ha i suoi meriti. Dopo Bologna è stato subissato di critiche per aver dato fiducia a giocatori fuori forma o fuori ruolo (nello specifico Thereau, Badu e Felipe) e lui prima in conferenza stampa si è difeso e ha ricordato le famose "gerarchie", per poi svelare le sorprese al momento dell'annuncio della formazione, dando una chance ad Alì Adnan, Perica e Balic. I due croati erano molto richiesti dal primo minuto da tutto l'ambiente. L'iracheno non gode di così tanta fiducia, ma i mezzi li ha e stavolta ha sfruttato al meglio l'occasione, beccandosi anche i complimenti di Delneri nella conferenza post partita.

La squadra applaude la curva a fine partita. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896
La squadra applaude la curva a fine partita. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896

Mister Delneri propone dal primo minuto un 4-4-2. D'altronde il cannovaccio tattico di base della nuova Udinese è quello, un 4-3-3 che può (o sarebbe meglio dire deve) diventare facilmente un 4-4-2 più compatto. Un Thereau fuori forma porta automaticamente al centrocampo a quattro, dato che le riserve sulle ali fondamentalmente non ci sono. Matos, come ammesso dallo stesso tecnico in conferenza stampa, non ha ben figurato fino ad ora ed Ewandro è ancora tutto da scoprire. Perciò, in una partita in cui serviva fornire una prestazione importante, si è voluto puntare sì su alcune novità, ma senza prendersi troppi rischi. Felipe terzino ha dimostrato di non funzionare, ergo si torna in mezzo. A farne le spese è Angella, che in realtà non aveva sfigurato fino ad ora, ma l'italo-brasiliano è un titolare e la sua esperienza in mezzo, insieme a quella di Danilo, attualmente è indispensabile. Riecco allora il tanto temuto (dai suoi stessi tifosi) Alì Adnan. L'iracheno ha sempre giocato partite sufficienti, macchiate però da errori grossolani che lo hanno penalizzato non poco nelle gerarchie. Se Felipe sulla fascia però è stato bocciato, inevitabilmente scocca l'ora o sua o di Gabriel Silva. Quest'ultimo ha molti mesi di lavoro in meno dell'ex Rizespor. Quindi si torna a parlare arabo a sinistra e stavolta le cose vanno più che bene. Alì Adnan resta più basso, limitando notevolmente le incursioni in avanti (sintomo che in allenamento Delneri ci sta lavorando sopra, a dispetto delle voci che giravano a gennaio sulla scarsa considerazione del tecnico per l'iracheno) e mostrando grande attenzione in difesa. Tanto che lui e Felipe riescono praticamente ad annullare Petagna, il quale riesce a farsi notare solo quando passa sulla destra. Il centravanti bergamasco viene poi bloccato quando riceve una palla che sembra essere un rigore in  movimento. Non solo, Adnan salva anche un gol sulla linea, ultimando un miracolo di Karnezis, dopo che Gomez aveva sfondato sulla destra (unica sbavatura vera e propria della difesa friulana). Insomma, la novità Adnan ha portato i suoi effetti e la difesa ha retto molto bene, quindi non è da escludere che la fascia sinistra abbia un nuovo padrone per queste ultime tre partite.

Adnan e Widmer, padroni delle fascie. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896
Adnan e Widmer, padroni delle fascie. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896

Tempo di aria nuova anche in mezzo. Jankto e De Paul vengono piazzati come esterni, Hallfredsson è il centrale che deve fare da metronomo e al suo fianco c'è... Balic. Il croato è la vera sorpresa per questa partita, tutti gli addetti ai lavori restano infatti sorpresi alla lettura del suo nome tra i titolari. L'ex Hajduk infatti, oltre alla grande tecnica, aveva messo in mostra anche dei limiti caratteriali che ne avevano pregiudicato le possibilità di scendere in campo. Delneri, dopo l'amichevole infrasettimanale, ha deciso che era arrivato il momento di rischiare e quindi via con Balic dal primo minuto, al posto dei più quotati Badu e Kums. La prestazione del croato va tranquillamente oltre alla sufficienza. Si vede che è ad Udine da un po', dato che non ha problemi a fraseggiare con i compagni e sa quando e dove mettere il pallone. Si prende anche la briga di tentare qualche percussione offensiva, talvolta sbagliando completamente il tempo con cui partire, ma, a livello caratteriale, è un segnale importante. Infatti una volta riesce ad arrivare anche al tiro, con un diagonale che, se avesse avuto un po' più di potenza, avrebbe potuto creare grattacapi seri a Berisha. Difensivamente parlando c'è ancora qualcosa da sistemare, con Hallfredsson che, sofferente già per il caldo, ha dovuto qualche volta anche tamponare zone che sarebbero essere dovute di competenza di Balic. Calcolando che ha solo diciannove anni ed era alla prima partita in assoluto in Serie A, la prova si può dire per lui ampiamente superata. Si è meritato qualche altra chance.

Con il numero 99, Andrija Balic. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896
Con il numero 99, Andrija Balic. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896

In avanti niente Thereau. Scelta più che logica. Anche un senatore, se pesantemente fuori forma, può andare per una volta in panchina. A sostituirlo c'è il fido Perica, che nel 4-4-2 sta mostrando di trovarsi incredibilmente a suo agio, continuando la tradizione di attaccanti "anomali" che c'è ad Udine. Il più grande centravanti che il club abbia mai avuto (Di Natale) era alto appena 1,70 metri. Thereau, grande e grosso, fa il tornante, facendo un lavoro di suopporto, nonostante il fisico da attaccante da sfondamento. Ora c'è Perica, che nonostante la struttura del centravanti boa, sta mettendo in mostra i suoi miglioramenti ora che è stato piazzato come seconda punta. Frutto forse della grande corsa che mette in campo in ogni partita il croato. Sta di fatto che, da quando Delneri ha iniziato ad usarlo in un'accoppiata con Duvàn Zapata, l'ex Chelsea sta trovando la rete con una discreta continuità. Anche stavolta è stato lui a punire gli avversari. Perfetta incursione di De Paul sulla destra (dovesse trovare la costanza di rendimento, l'argentino potrebbe ritrovarsi improvvisamente ad essere il trascinatore di questa squadra), assist al bacio in mezzo. Il "Panteròn" fa il movimento classico della punta, togliendo ben tre difensori a Perica, il quale calcia a botta sicura, si fa parare il tiro da un miracolo di Berisha e poi insacca con rabbia il tap-in. 1-1 e sesto gol del croato in campionato. Con questa rete il ragazzo è diventato il terzo giocatore più prolifico dei friulani in campionato. Niente male, per un giocatore che in tutte le sessioni di mercato veniva dato in partenza in prestito, per farsi le ossa altrove.

Perica scocca il tiro dell'1-1. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896
Perica scocca il tiro dell'1-1. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896

Fautore di tutto questo è mister Delneri. Il tecnico ha ricaricato mentalmente la squadra dopo la disfatta bolognese, rassicurando tutti sul fatto che la vera Udinese non era quella e infatti le zebrette giocano fin da subito una partita coraggiosa. Certo, c'è stata anche sofferenza, data la caratura dell'avversario, tanto che sono stati gli ospiti ad andare in vantaggio, con una torsione da fantascienza di Cristante. L'importante però è che la squadra, nonostante l'avversario sulla carta fosse superiore, non si sia scollata dopo il gol e che abbia anzi reagito, trovando il pareggio e rendendo così le novità proposte da Delneri vincenti. Un pari dunque che forse non sa di vittoria, ma ridà una discreta dose di fiducia nella squadra, che ha anche raggiunto quota 44 punti, ovvero il bottino dell'ultima Udinese del magico Guidolin, con la possibilità di migliorare. Il giocattolo è forse definitivamente tornato in funzione.

Delneri durante la sfida con l'Atalanta. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896
Delneri durante la sfida con l'Atalanta. Fonte: www.facebook.com/UdineseCalcio1896

Ora testa alla prossima partita. Si va all'Ezio Scida di Crotone. I calabresi hanno un piede in B e saranno arrabbiati, perché loro i punti in queste ultime partite li hanno fatti, purtroppo però anche le squadre davanti sono tornate a girare e quindi potrebbe essere un caso di "sveglia suonata troppo tardi". I pitagorici restano però una squadra orgogliosa e di tutto rispetto, che lotterà con le unghie e con i denti finchè la B non sarà una matematica certezza. L'Udinese dovrà presentarsi con umiltà in terra calabrese, aspettandosi un avversario agguerrito. Ai friulani potrebbe toccare il triste compito di sancire la discesa di categoria dell'ultima squadra (Pescara e Palermo sono già aritmeticamente retrocesse). Non ci sarà Hallfredsson, squalificato. In preparazione alla delicata sfida di domenica ci sarà la solita amichevole infrasettimanale, stavolta contro il Montebelluna. Fischio d'inizio giovedì 11 maggio alle ore 15.00, ingresso gratuito in Tribuna Centrale Nord.