No, nulla è ancora deciso. Due reti di vantaggio in trasferta, una rete inviolata e una percentuale minima di perdere la qualificazione? Vero, ma nulla ancora è deciso. Un mantra, un solo mantra, accompagna la Juventus verso la semifinale di ritorno di Champions League, che i bianconeri affronteranno domani sera allo Stadium contro il Monaco, forti di un doppio vantaggio accumulato al Louis II, mercoledì scorso. Tutti gli indizi, tutti i numeri, tutti i valori fanno pensare che sull'aereo per Cardiff ci saliranno i bianconeri, i quali hanno virtualmente un piede e mezzo in Finale e soprattutto il destino totalmente nelle proprie mani. Però, nulla è ancora deciso.

Fonte immagine: Corriere dello Sport
Fonte immagine: Corriere dello Sport

In casa, i bianconeri non perdono dalla prima giornata della stagione scorsa, quando l'Udinese riuscì nel miracolo. In casa, i bianconeri non subiscono tre gol da quando l'Inter gelò lo Stadium nel novembre del 2012, quattro anni e mezzo fa. Numeri, statistiche, che provocano superstizione da un lato, rafforzano certezze dall'altro. La Juventus, in questo momento, ha solamente certezze, che non sono state minimamente scalfite dal 2-2 contro l'Atalanta di venerdì 28 aprile, men che meno dall'1-1 di sabato nel derby - nonostante fosse una sfida interna - una gara che ha interrotto una lunghissima striscia di oltre trenta vittorie interne in campionato.

Tra i tanti rischi che la Juventus può correre nella gara dello Stadium, va escluso aprioristicamente quello di un approccio sbagliato: Allegri non sottovaluta mai le partite, lo si intuisce, sempre, dalle parole prima dell'impegno più agevole del mondo. La sua scuola di pensiero è chiara, all'esterno come all'interno: una partita alla volta, nella testa dei giocatori. Non nella sua, ovviamente, visti i disegni di formazione che sfoglia con un occhio sempre attento al futuro. Domani sera, però, si dovrebbe risentire la filastrocca che ha caratterizzato le due sfide con il Barcellona, nonostante il sempre lecito dubbio Cuadrado: Buffon, Dani Alves, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Khedira, Pjanic; Cuadrado, Dybala, Mandzukic; Higuain.

Fonte immagine: Ansa
Fonte immagine: Ansa

Tatticamente, pensare di replicare la stessa gara dell'andata sembra piuttosto rischioso, perché questa volta non si parte alla pari, si parte con la bilancia che pende nettamente in favore dei bianconeri - sempre posto che nulla è ancora deciso - i quali possono dunque pensare sì di blindare la porta di Buffon, inviolata da quasi sette partite, ma anche, se non soprattutto, di fare male ad una difesa estremamente fragile. Il Monaco non ha scelta, si dovrà aprire, spingerà con tutti i propri effettivi, esistono anche chances che Jardim si lanci in soluzioni di emergenza come Bernardo Silva in mediana. Se i bianconeri decidessero di farsi schiacciare, rischierebbero di mettere a repentaglio l'ultimo passo verso la Finale.

Buffon mantiene la propria porta inviolata da 621 minuti.

Il Monaco, all'andata, ha dimostrato di saper generare situazioni positive, sfruttando una Juve troppo bassa e spesso salvata dalla capacità della propria difesa. Chiudersi e ripartire non può essere considerata un'arma plausibile da utilizzare in maniera prolungata, anzitutto perché non sono i monegaschi a costringere i bianconeri ad abbassarsi, ma sono gli uomini Allegri a decidere la propria posizione. Il modello di gara da intraprendere sarà pressoché simile a quanto visto nella gara interna contro il Barcellona - per la verità, un modello buono per tutte le stagioni.

Fonte immagine: CalcioWeb.eu
Fonte immagine: CalcioWeb.eu

Attaccare subito, nei primi minuti. Spaventare l'avversario, punirlo con cinismo, come al Louis II, sfruttando ogni spazio concesso, peculiarità fondamentale in ambito europeo che la Juventus ha acquisito con il trascorrere delle settimane. Poi, soprattutto, gestire. Quella gestione tanto invocata da Allegri nelle conferenze stampa, sottolineata a più riprese come sempre migliorabile: questo esame è forse il più probante di tutti.

Contro il Torino si è vista una Juve anche a tratti frettolosa nel recuperare lo svantaggio, un aspetto negativo che il tecnico non ha mancato di sottolineare. Raramente i bianconeri si sono trovati sotto, in stagione. In Europa è capitato soltanto una volta, con il Siviglia al Pizjuan, gara poi rimontata e vinta per 1-3. Era un'altra Juve, era un momento totalmente differente dall'attuale. E soprattutto, non era l'ultimo gradino da salire per arrivare in Finale. La posta in palio è troppo alta per poter anche solo pensare di sbagliare la partita, di avere un approccio troppo morbido.

Fonte immagine: Notizie.it
Fonte immagine: Notizie.it

Il controllo del match e, possibilmente, del risultato sarà determinante. La forza della Juventus è saper controllare il match come controllare sé stessa, le proprie fasi di gioco. Non è una prova generale, non può esserlo, perché nulla è ancora deciso. Ma Cardiff è lì, a portata di mano: bisogna solo allungarla, quella mano, per afferrare il biglietto che porta diretto in Galles, per giocarsi una coppa che manca ormai da troppo tempo.