La Juventus ha completato nella giornata di ieri un'altra delle sue imprese in ambito europeo. E' arrivato infatti, dopo il clamoroso successo per 3-0 dell'andata, un pareggio senza reti al Camp Nou a rifinire l'opera. I bianconeri hanno così eliminato dalla scena della Champions League una squadra come il Barcellona. Un quarto di finale da sogno per il club di Corso Galileo Ferraris, mostratosi sì ben messo in avanti ma anche - e soprattutto - difficilmente superabile in difesa.
Grande parte del lavoro nella retroguardia è spettato - ovviamente - a Bonucci. Il difensore titolare anche in Nazionale si è reso grande protagonista nella doppia sfida ed, ai microfoni di Sky Sport, si è concesso nella giornata odierna in una lunga intervista, che ovviamente non poteva che iniziare analizzando quella che è stata un'impresa storica: "Fare un'impresa come quella dei 180 minuti contro il Barcellona, senza mai realmente soffrire contro una tra le due-tre squadre migliori al mondo, fa si che oggi questa squadra possa ambire al traguardo più importante, che è quello della Champions League ".
Si parla ancora del duplice duello con i campioni di Spagna. L'italiano non crede che il vantaggio sia maturato più in una gara rispetto che all'altra; piuttosto, lo stupendo successo è nato nell'impegno e nella concentrazione, valori altissimi in tutti e 180 i minuti di gioco: "Credo che l'impresa sia stata sui 180 minuti: abbiamo messo in campo una grande fase offensiva nei primi 45 minuti della prima partita e quello ha fatto la differenza. Poi siamo arrivati a Barcellona consapevoli di poter fare la partita che poi abbiamo fatto, concedendo poco e creando qualche occasione sulle ripartenze ".
Però non bisogna adesso staccare la spina. Questo un grande club come Madama lo sa bene: per ottenere il risultato non basterà "soltanto" quanto di epico fatto fino a questo momento, anzi adesso bisognerà tirare fuori il meglio nel finale di stagione: "Questo è un momento particolare, sei al limite " - spiega il numero 19 juventino - "Basta sbagliare l'approccio ad una partita e hai compromesso tutto quanto di buono fatto finora. In Champions sono rimaste le quattro squadre che hanno dimostrato sul campo di essere le migliori d'Europa, ora da parte nostra ci deve essere la voglia di arrivare fino in fondo ".
A proposito di questo: i tifosi bianconeri invocano, ormai da più di 20 anni, la vittoria finale in Champions. I torinesi ovviamente ci proveranno, e sulle possibilità proprie e dell'intero gruppo Bonnie è sicurissimo: "Ci sono possibilità importanti per poter arrivare a Cardiff ed alzare questa Coppa. Però ora è tutto un gioco mentale, bisogna rimanere coi piedi per terra senza farci trascinare dall'esaltazione ".
E sempre i sostenitori della squadra soffrono, dal 2010, un dualismo con l'Inter, unica squadra italiana ad aver raggiunto il traguardo del triplete. Nel 2015, la Signora, con la stessa guida tecnica di Allegri, ci andò molto vicino. Da allora sono cambiati molti giocatori, ma le speranze anche quest'anno sono vive e il Triplete, a questo punto, deve essere un obiettivo: "Siamo in corsa su tutti i fronti, sono raggiungibili, quindi adesso è tutta una questione di testa. Dobbiamo mantenere la concentrazione per un mese e mezzo per poter arrivare in fondo: questa squadra nel corso degli anni ha dimostrato di essere compatta, di sapere quello che vuole per arrivare alla vittoria ".
E infine c'è una sorta di chiarimento da parte dell'ex Inter e Bari. Ieri, verso il finale della già citata gara di ritorno contro i blaugrana, il calciatore ha chiesto la maglia a Lionel Messi, poichè pare che ci tenesse particolarmente. Sul web è circolato un filmato nel quale sembrava proprio che Chiellini, dopo aver assistito all'episodio, quasi avesse richiamato all'ordine il proprio compagno di squadra e di reparto, "sgridandolo". Ovviamente Bonucci spiega il caso e lo riduce ad un nonnulla, ad una semplice carica agonistica fra due guerrieri: "Ci tenevo a portare la maglietta di Messi nella mia collezione privata: è un cimelio che sicuramente farà piacere a mio figlio Lorenzo, che è un amante del calcio. Mi ha fatto sorridere stamattina, quando ho visto il video con Chiellini, vedere che il tutto è stato interpretato come una 'ripresa' da parte sua, ma non è stato assolutamente così. Se vediamo la partita, più di una volta ci siamo toccati, abbracciati, incitati, 'schiaffeggiati'per tenere alta la pressione, in una partita in cui serviva mantenerla tale per 95 minuti. In quel caso mi ha semplicemente dato un 'cazzotto' per caricarmi, perché avevamo preso una punizione a favore al 90' ed entrambi viviamo di adrenalina ".