"Non abbiamo paura, ma c'è rispetto". Le parole di Paulo Dybala, rilasciate questa mattina in un'intervista concessa a Tuttosport, sono l'eco delle sensazioni di tutto l'ambiente Juventus alla vigilia della sfida contro il Barcellona. Il primo atto andrà in scena domani sera, allo Stadium, in palio nei 180 minuti c'è un posto nelle semifinali di Champions League, a cui ambiscono entrambe le compagini.
Una storia recente diversa, quella di catalani e bianconeri, i quali si sono affrontati l'ultima volta in finale, nel 2015, con successo culé. La Juve di oggi è diversa, potrebbe scendere in campo con nove undicesimi differenti rispetto all'epilogo di Berlino di due anni fa, con un sistema diverso e appunto un Dybala in più tra le linee nel 4-2-3-1: "Mi trovo bene perché il mister mi ha dato la libertà per muovermi in qualsiasi zona, lo facevo da ragazzino ed è la posizione che mi piace di più. L'aspetto più difficile è stato allontanarmi dalla porta perché mi piace segnare, a volte l'allenatore mi chiede di avvicinarmi anche a Buffon per far uscire la squadra", spiega la Joya riguardo la propria nuova posizione in campo.
Meno gol, rispetto all'anno scorso - complici anche gli infortuni che lo hanno limitato - per l'argentino, ma a quelli provvede (e dovrà provvedere anche domani sera) il suo connazionale Higuain, con il quale l'ex Palermo ha un gran rapporto: "Con Gonzalo ho un grandissimo rapporto, è come se giocassimo insieme da cinque anni e ogni giorno ci conosciamo sempre più e miglioriamo il feeling, spesso ci vediamo anche fuori dal campo, a cena dopo l'allenamento. Con i suoi movimenti è facile servirgli l'assist vincente".
I due saranno la coppia di avanti nel sistema bianconero per la gara d'andata, una partita che, secondo Dybala, la Juve dovrà interpretare così: "Domani non dovremo concedere spazio vicino alla nostra porta perché poi ripartire sarebbe dura. I loro punti di forza sono il modo di giocare e il pressing che fanno appena perdono la palla, il punto debole è quando gli avversari hanno il possesso palla, quando difendono lasciano spazio e noi dovremo approfittarne, rubare palla e scattare in contropiede. Può essere fondamentale; non dobbiamo lasciar imporre il loro gioco altrimenti sarebbe dura per noi".
"Ha ragione Allegri - prosegue poi il classe 1993, parlando dell'avvicinamento alla gara - disputare queste partite deve diventare la normalità e nello spogliatoio stiamo vivendo la vigilia con la stessa voglia che avevamo lo scorso anno prima del Bayern".
In conclusione, parole anche riguardo il duello a distanza che lo vedrà fronteggiare l'amico e connazionale Leo Messi, pericolo numero uno per i bianconeri, al quale però Dybala non vuole essere accostato, come sta succedendo di frequente soprattutto in questo periodo: "Io non voglio essere il Messi del futuro, io sono il Dybala del futuro e darò il massimo per la mia squadra e per la Nazionale. Guardo sempre le partite di Leo e mi piace il suo modo di giocare, però ora tutti e due vogliamo vincere". Solo uno dei due potrà sorridere, dopo i centottanta minuti di fuoco che li attendono.
[Fonte dichiarazioni: Sky Sport]