Quando ci si ritrova ad affrontare una squadra più forte, o comunque partendo da una situazione di svantaggio sulla carta, è inevitabile che si ponga l’accento sui pregi e sulle qualità degli avversari. Si è naturalmente spinti a concentrarsi sui mostri davanti, capaci di segnare 342 goal da quando il trio si è composto nell’estate del 2014, ai tanti titoli vinti, alla finale del 2015, alla clamorosa rimonta con il Paris Saint-Germain. In questo modo l’attenzione si distoglie dai punti deboli del Barcellona: sono pochi, pochissimi, ma ci sono. Se attacca, il Barça è micidiale; se attaccato, concede, e parecchio. E la Juve lo sa.
Lo schieramento tattico dei Culè
Innanzitutto sarà interessante capire se Luis Enrique deciderà di schierarsi con il 3-3-1-3, utilizzato spesso di recente e fattore decisivo nella pazzesca vittoria contro il PSG al Camp Nou, o con il classico 4-3-3. Con l’utilizzo del forcone di Bielsiana e Van Gaaliana memoria, il tecnico asturiano sceglie la linea formata da Umtiti, Mascherano e Piquè; affinché la squadra resti equilibrata, c’è bisogno di un perno a centrocampo che controbilanci il peso offensivo. Questo è il ruolo di Busquets, sempre presente nelle partite che contano. A Torino però il canterano sarà squalificato e quindi per Luis Enrique si aprono i casting per il sostituto.
Lo schieramento iniziale di Barcellona-PSG 6-1:
Di questa pesante assenza dovrà approfittarne la Juventus e Massimiliano Allegri, sfruttando a proprio favore le caratteristiche dei difensori blaugrana. Indipendentemente dal modulo per cui opterà il Barça, è la fase difensiva in toto che zoppica. Sia Piquè che Umtiti soffrono l’uno contro uno e, se lo spagnolo può sopperire a ciò portando lo scontro sul piano fisico, non si può dire lo stesso del francese. Ecco perché dal punto di vista bianconero saranno fondamentali le prestazioni di Higuaìn e Dybala: il primo può andare a fare la guerra corpo a corpo con Piquè, mentre la Joya dovrà cercare di puntare Umtiti con insistenza, magari supportato da Cuadrado.
Mascherano potrebbe anche essere schierato a centrocampo, nel suo ruolo originario in caso di 4-3-3, o al centro del trio: in questo modo è più probabile che Piquè si sposti sul centro-sinistra, dalla parte di Cuadrado, mentre sul centro-destra Umtiti se la vedrà con Mandzukic, lasciando il Jefecito a ringhiare nella zona dei connazionali. Sergi Roberto sulla carta fa parte del tridente offensivo, ma molto spesso lascia campo a Messi e si preoccupa di dare copertura in fase di ripiegamento: da quella parte Mandzukic e soprattutto Alex Sandro dovranno costringerlo ad abbassarsi il più possibile in modo da arretrare il baricentro della squadra.
Altro punto da segnare nella lista dei pro, le difficoltà sulle palle alte. Punizioni laterali o calci d’angolo possono essere fatali, in virtù dei tanti saltatori bianconeri – non solo Higuaìn e Mandzukic, ma anche Khedira, Bonucci e Chiellini – e delle distrazioni in marcatura della retroguardia del Barcellona, oltre che i cross in corsa da Cuadrado e da Alex Sandro per la testa del Pipita o del croato.
Le difficoltà in marcatura della difesa del Barcellona nel Clasico:
Numeri a confronto
Ci sono poi i numeri a motivare la Juventus: il Barça ha finora subito 8 goal in 4 trasferte in questa edizione di Champions League, solo in una occasione ha chiuso con un clean sheet – a Glasgow contro il Celtic – ed è incappato nelle due sconfitte più sonore in stagione, all’Etihad contro il City – 3-1 – ed al Parco dei Principi contro il PSG – 4-0; in Liga invece, ter Stegen non ha ancora mantenuto la sua porta inviolata per più di 2 match consecutivi e lontano da casa lo score è di 15 reti incassate in 15 partite, per un totale di 22 in 28 giornate.
Viceversa i bianconeri sono rimasti a bocca asciutta solo nella prima gara, contro il Siviglia in casa, per poi realizzare 14 reti nelle successive 7, compreso l’1-3 in terra iberica contro gli andalusi per quanto riguarda la Champions, mentre in Italia l’unica gara in bianco per l’attacco di Allegri è stata la trasferta al Meazza contro il Milan, persa 1-0; nelle restanti 33 sfide, incluse le quattro di Coppa Italia, nel tabellino è sempre entrato almeno un giocatore juventino, per un fatturato stagionale di 85 reti realizzate.
Lo strapotere fisico di Gonzalo Higuaìn, contro la Roma:
Si gioca sui 180 minuti, ma è fondamentale l'andata
Sarà dunque di vitale importanza presentarsi al Camp Nou con un risultato positivo sfruttando il fattore Stadium e, memori dell’impresa appena compiuta dal Barcellona ai danni del PSG, cercare di pungere anche in Catalogna, quando però il punteggio dell’andata – soprattutto se a proprio favore – condizionerà inevitabilmente l’atteggiamento. In ogni caso questo è un banco di prova estremamente probante per la Juventus, che vuole entrare stabilmente nel gotha del calcio mondiale, e per essere annoverata tra le superpotenze è necessario essere coraggiosi, anche al cospetto di avversari più esperti, puntando sui propri punti di forza per cercare di impossessarsi della partita.