L'amaro sapore della sconfitta confinato ai margini della felicità per il raggiungimento di un obiettivo, come il raggiungimento della finale di Coppa Italia. La terza consecutiva per la Juventus targata Massimiliano Allegri. A Napoli, la Signora perde 3-2, ma passa comunque il turno e soprattutto trova tante certezze, o meglio, le conferma. La prestazione bianconera è di qualità, forse un po' meno di sostanza rispetto ad altre, complice un piano partita che porta i risultati sperati.

La gioia dopo la rete di Higuain. | Fonte immagine: Twitter @juventusfc
La gioia dopo la rete di Higuain. | Fonte immagine: Twitter @juventusfc

Il tecnico livornese la disegna così, la doppia sfida partenopea: obiettivo non prenderle in campionato, obiettivo farne in Coppa. E, se domenica sera l'1-1 poteva essere per certi versi poco rincuorante, la partita di ieri sera spazza via tutti i dubbi, lasciando sensazioni positive nell'ambiente, e non solo per l'obiettivo.

Il piano-partita del San Paolo per la gara di ritorno è chiaro, la Juventus vuole pungere, vuole segnare per mettere al sicuro la qualificazione, ma allo stesso tempo mantenendo la solidità dietro senza concedere spazi. Aspettando, a tratti, ma anche pressando sulla trequarti, nascondendo i centrocampisti e lasciando a Sarri l'unica opzione di impostare con i difensori, almeno inizialmente. La gara scorre, i bianconeri mantengono alta la concentrazione, serrano le maglie sulla corsia di destra, limitando i triangoli tra Hamsik e Insigne.

In cattedra sale un Dani Alves che spazza le voci sui propri limiti difensivi, dimostrando di saper contenere, con l'aiuto - necessario - dell'interno destro di centrocampo e dell'ala, avversari veloci e guizzanti, utilizzando anche l'esperienza. In più, il brasiliano dimostra freddezza in uscita, facendo spesso ripartire la squadra, caratteristica quest'ultima che si potrebbe rivelare indispensabile in Europa, soprattutto per rappresentare un'alternativa a Bonucci, ormai spesso preso di mira e pressato da più uomini.

Anche dall'altra parte, con caratteristiche diverse, i bianconeri trovano una conferma: la possibilità di poter contare sugli strappi di Alex Sandro per portare palla in avanti. Dosato, molto, nell'ultimo periodo, il brasiliano ha ieri convinto sotto ogni punto di vista, anche di copertura (specialmente seguendo i tagli di Callejon), dovendo inoltre far fronte agli aiuti confusionari di Sturaro. La perla del brasiliano è probabilmente quella che porta poi al gol del 2-1 di Higuain, quando con un dribbling secco avvia l'azione, proseguita da Dybala e Cuadrado e chiusa dal grande ex di giornata.

La rete è una sorta di manifesto ideologico di quello che l'attacco della Juventus dovrebbe essere in ambito europeo: veloce, capace di strappi rapidi, ma soprattutto lucido come Cuadrado quando, al posto che provare la conclusione defilata, legge l'arrivo del compagno e lo serve per il più classico dei gol da centravanti. Il colombiano trova nell'assist il massimo punto della propria partita, da pericolo costante, soprattutto fronte alla porta e con un minimo di campo per attaccare e accelerare, spaccando in due l'avversaria, situazione che in Europa potrebbe ripresentarsi con costanza.

Gli aspetti negativi della gara sono invece gli errori che rimettono il Napoli in partita, a partire dall'incidente di Neto e da una poca intesa nei movimenti della linea di centrocampo, formata però da due riserve a tutti gli effetti, e nemmeno tra le principali, cioè Sturaro e Rincon, giocatori fisici e difensivi che hanno per una notte preso il posto di Mandzukic e Pjanic.

Si è sentita l'assenza soprattutto il bosniaco, punto cardine per le transizioni offensive e per innescare i gioielli in avanti. Sapendo che Allegri, in Champions League, difficilmente farà a meno di lui, i tifosi della Juve possono sentirsi al sicuro. Rinfrescare certezze, a cinque giorni dalla sfida con il Barcellona, è forse il modo migliore per approcciare alla (finora) partita dell'anno.