Una Juve a due facce

Nell'1-1 di Napoli, la Juventus ha disputato una gara dal doppio volto: un primo tempo ordinato e attento, un secondo con errori tecnico-tattici e la testa svagata. Da sottolineare la prova di Khedira, rimandato Lemina che si è sacrificato in un ruolo che non gli compete.

Una Juve a due facce
Una Juve a due facce
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Di Andrea Ciaramellano

Il motto è stato leggermente rivisitato dalla Juventus nella gara pareggiata ieri contro il Napoli. "Vincere non è importante ma è l'unica cosa che conta" ha lasciato spazio ad un atteggiamento più conservativo, puntando a limitare i danni e non perdere il testa a testa. Anche Allegri nel dopo partita ha ammesso di pensare più alla gara di mercoledì in Coppa Italia che a quella disputata in campionato: "Un punto importante in chiave scudetto. La partita importante è comunque la prossima per puntare alla finale di Roma"

L'esultanza di Khedira dopo il goal del vantaggio | Foto: @khaledalnouss
L'esultanza di Khedira dopo il goal del vantaggio | Foto: @khaledalnouss

Nonostante la bolgia di fischi che ha assordato i campioni d'Italia e le leggere modifiche apportate all'undici iniziale, la Juventus è comunque scesa in campo con l'approccio giusto sbloccando subito la gara. La percussione di Sami Khedira ha ricordato in senso biblico Mosé, nel suo separare le acque e portare gli ebrei verso la salvezza. Il tedesco sta vivendo una stagione da protagonista, gli infortuni sono pressoché azzerati grazie alla dieta mirata programmata dallo staff bianconero. Imprescindibile per capacità tattiche e per il carisma, Khedira ha già collezionato 36 presenze in stagione, condite da 5 goal e 2 assist.

Nel 4-4-1-1 adoperato in avvio ieri, la novità assoluta ha riguardato Mario Lemina, schierato a destra per donare sostanza e raddoppi in corsia contro l'imprendibile Insigne. La partita del francese non è stata certamente da incorniciare, l'interpretazione del ruolo un pò banale con auto-lanci improbabili ha mostrato la non-idoneità alla posizione e giudicarlo soltanto per questo appare cosa superficiale e poco giusta. Un primo tempo, quello del San Paolo, che ha ricordato per certi versi l'Atlético Madrid di Simeone grazie a linee molto strette e compatte con l'azzeramento della profondità per gli avversari.

Il 4-4-1-1 in non possesso della Juventus (Higuain è fuori dall'inquadratura)
Il 4-4-1-1 in non possesso della Juventus (Higuain è fuori dall'inquadratura)

La prima frazione, chiusa in vantaggio, ha fornito elementi positivi e altri negativi. L'uscita del pallone è ancora, nettamente, il problema principale da limare se si vuole progredire. Gli errori di Chiellini e Asamoah potevano costare carissimo così come le piccole incomprensioni tra il ghanese e Mandžukić lungo la corsia di sinistra. Gladiatore vero Higuain, con un lavoro sporco ma utile a far salire la squadra contro la marea di fischi che lo hanno assediato per tutto il corso della gara. Con lo scorrere dei minuti la Juventus ha pagato un pò le caratteristiche dei propri giocatori, incapaci di risalire il campo e capovolgere il fronte di gioco. 

L'1-1 andava bene, nella testa dei giocatori c'era soprattutto il desiderio di non perdere e nel secondo tempo la squadra è calata vistosamente aggredita dal ritmo partenopeo. Nella gara di dopodomani ci sarà, invece, la voglia di raggiungere la terza finale consecutiva in Coppa Italia e le motivazioni saranno a mille. Probabilmente giocheranno i titolarissimi dal 1', con i rientri di Dybala (spezzone di gara per lui), Cuadrado, Alex Sandro e Dani Alves. Più tecnica, più velocità e maggior freschezza per archiviare la due giorni di Napoli. Una prova generale per testare la squadra che scenderà in campo contro il Barça, nei quarti di Champions League.