Centrocampo a due o centrocampo a tre? Questo il dilemma principale che attanaglia Massimiliano Allegri. Il countdown che conduce alla super-sfida di domenica sera al San Paolo è scattato giovedì, con il rientro in gruppo di buona parte dei nazionali. Tra questi non era incluso Paulo Dybala, riaggregatosi solo due giorni prima della gara. Le ultime due settimane non devono essere state particolarmente facili per l'ex Palermo, prima con la grande paura dell'infortunio a Genova, poi col sospiro di sollievo in Nazionale, infine con i 90 minuti di panchina in Bolivia, dove l'Albiceleste ha rimediato un 2-0 piuttosto clamoroso, oltre che per certi versi preoccupante per il futuro verso Russia 2018.

Dybala è rimasto ai margini, causa condizioni fisiche precarie, diretta conseguenza del problema alla coscia rimediato contro la Sampdoria. Un bene per la Juventus, sotto un certo profilo, ma anche un male: Allegri ha ritrovato la propria stellina senza minuti nelle gambe. Certo, una voce potrebbe suggerire che sia stato meglio così, piuttosto che averlo visto in campo senza la condizione ideale, per di più a 3600 metri di altitudine, con un buon rischio di ricadute. Questa situazione rappresenta però un grosso punto interrogativo per la Juventus, la quale si trova di fronte a due strade parecchio differenti tra loro. Per l'appunto, quella del centrocampo a due e del centrocampo a tre, a seconda dell'utilizzo o meno di Paulo dal primo minuto.

Dybala tra due avversari nel 3-1 di Coppa Italia. | Fonte immagine: Corriere dello Sport
Dybala tra due avversari nel 3-1 di Coppa Italia. | Fonte immagine: Corriere dello Sport

La prima ipotesi, con Dybala in campo, porterebbe chiaramente all'utilizzo del canonico 4-4-2, con al suo interno un paio di possibili varianti: il 4-4-2 atipico potrebbe comportare un ritorno al passato per Marchisio, al quale verrebbe chiesto di ricoprire la posizione di interno sinistro, allargandosi per dare equilibrio in fase difensiva e stringendo in fase offensiva - logicamente a seconda dell'interpretazione di Cuadrado a destra: difficile però che, con la precaria condizione fisica del numero otto, Allegri opti per mantenerlo largo a sinistra. Una soluzione più attuale e leggermente più rodata sarebbe la conferma del 4-4-2 classico (o 4-2-3-1 che dir si voglia) che porterebbe Alex Sandro alto sulla linea del centrocampo/attacco, ruolo già ricoperto sul finire di anno solare 2016. 

Si spalancherebbero di conseguenza le porte della titolarità per Kwadwo Asamoah, il quale troverebbe spazio nel suo nuovo ruolo da terzino sinistro. Il ghanese presenzierebbe in campo dal primo minuto anche se la seconda ipotesi dovesse prendere forma, ovvero il 4-3-3 con Dybala inizialmente in panchina. In questo caso Marchisio ricoprirebbe la posizione di interno sinistro di centrocampo, sempre con Sandro largo e alto, Higuain centralmente e Cuadrado a destra. La chiave - e principale differenza, in questo caso - sarebbe la posizione di partenza di Pjanic, più accentrato e più protetto dai due interni, quasi da regista puro, ma con licenza di alzare la propria posizione.

Higuain e Insigne nel 2-1 di campionato. | Fonte immagine: Panorama
Higuain e Insigne nel 2-1 di campionato. | Fonte immagine: Panorama

Centrocampo a due o centrocampo a tre? Difficile a dirsi, dal punto di vista tattico. L'ipotesi migliore, nell'ottica del match di ritorno di Coppa Italia - da disputare mercoledì - sarebbe quella di lasciare Dybala inizialmente in panchina, oltre per fargli tirare il fiato e non rischiarlo in vista del Barcellona, anche per avere un'alternativa offensiva e credibile a partita in corso: dovessero disgraziatamente le cose mettersi male, Allegri potrebbe cambiare l'andamento del match inserendo l'argentino. Altrimenti le possibilità di cambi e avvicendamenti (credibili) in avanti, viste le situazioni di Pjaca e Mandzukic, entrambi assenti per le note problematiche fisiche, sarebbero prossime allo zero.

Dovesse Allegri decidere di barrare B, la mossa avrebbe conseguenze per certi versi negativi, per altri positivi: tatticamente, il 4-3-3, in realtà in fase difensiva un 4-5-1, comporterebbe infatti il rischio di abbandonare Higuain nella morsa dei centrali avversari, aiutato alternativamente solo da uno dei due mediani, oltre che dalle progressioni degli esterni. Dall'altra parte, invece, la possibilità di avere uomini offensivi e di spinta sulle corsie, ad attaccare i terzini del Napoli, potrebbe essere una peculiarità della gara favorevole ai bianconeri. Interessante sarà anche la gara di Dani Alves, il quale si troverà difensivamente in mezzo alle triangolazioni con due vertici in Hamsik ed Insigne: prove generali, per il brasiliano, verso Barcellona. La testa, però, è al San Paolo.