La Fiorentina di Paulo Sousa non è ancora tagliata fuori del tutto dalla lotta per un posto in Europa nella prossima stagione, ma al momento il distacco dal sesto posto occupato dal Milan di Montella è di cinque punti. Un margine non impossibile da ricucire, a patto di non fermarsi più da qui alla fine del campionato. Impresa non semplice e se giocatori importanti come Bernardeschi sono costretti ad uno stop proprio in questo periodo la situazione non migliora di certo.

Il numero 10 viola è fuori da qualche settimana per un problema alla caviglia che lo ha costretto anche a saltare la Nazionale, dove sarebbe stato convocato da Ventura se non ci fosse stato questo stop. Ai microfoni di Radio Deejay lo stesso Bernardeschi ha spiegato la natura del suo problema: "Sto cercando di recuperare il prima possibile perché c’è da fare uno sforzo in queste nove partite e voglio essere in campo. Purtroppo il mio infortunio è piuttosto raro, un edema osseo all’interno della caviglia che richiede tempo e mi ha fatto saltare anche la Nazionale. Sono arrabbiato per non esserci stato, ma sono felice di far parte di questo gruppo e di questa generazione importante che sta crescendo e maturando e verrà fuori. Era da un po’ che non si parlava di giovani italiani forti."

Federico Bernardeschi, sportface.it

Nella categoria "giovani italiani forti" ovviamente rientra anche lui e guardando al passato, Bernardeschi riconosce che giocare anche in un ruolo molto diverso da quello attuale è stato utile per crescere: "Un anno terzino? Grazie a quel ruolo ho avuto la fortuna di fare anche un Europeo, che è stata la ciliegina sulla torta. Mi sono sacrificato tutto l’anno in un ruolo non mio, ho imparato tante cose e mi sono messo lì a capo fitto a lavorare ogni giorno cose nuove e il risultato è arrivato." Risultati che si spera possano arrivare nel futuro, immediato e a medio lungo termine: "Obiettivi personali? Quello di crescere ogni giorno, posso ancora dimostrare tanto. Raggiungi obiettivi importanti se ogni giorno hai una cultura del lavoro e in testa hai come pensiero quello di fare il calciatore senza distrazioni lontano dal campo. Devi essere una macchina, mi ispiro a Cristiano Ronaldo che ha costruito il suo talento con l’etica del lavoro, non come Messi che ha un talento naturale donato dal Signore."