Il 4-2-3-1 ideato dalla Juventus ha - realisticamente - messo una pietra sopra alle speranze di Roma e Napoli di ottenere il titolo di Serie A in questa stagione. A meno di clamorosi ribaltoni, la truppa di Allegri solleverà al cielo lo Scudetto per la sesta stagione consecutiva; un aiuto fondamentale è stato dato dal cambio di sistema di gioco avvenuto dopo il KO di gennaio contro la Fiorentina. Lo slancio iniziale aveva fatto sembrare questo nuovo schema l'ideale per condurre al meglio la stagione sino al termine; alla lunga, il ritmo di una partita ogni tre giorni ha fatto venir fuori i difetti del modulo, rivelatosi troppo offensivo, perlomeno in comunione alle caratteristiche di alcuni giocatori (Dani Alves in primis).
Questo, ovviamente, in un'ottica allargata alla Champions League e ai quarti di finale del prossimo aprile, che vedranno i bianconeri affrontare il Barcellona. I numeri dicono che i bianconeri hanno subito 5 gol in 14 partite fra tutte le competizioni; ciò che conta, come l'allenatore della Signora tiene sempre a sottolineare, è però la sensazione che la squadra dà: a questi livelli, non bisogna nemmeno dare l'impressione di stare per subire gol, l'ideale sarebbe sempre di essere in controllo della partita. E basta prendere due o tre situazioni di pericolo delle ultime settimane, non necessariamente che abbiano portato ad una rete subita, per capire gli ultimi - davvero, ultimi, e migliorabili - problemi di Madama in difesa.
Prendiamo questa situazione, ad esempio.
Si tratta di una ripartenza del Porto durante il ritorno degli ottavi di finale. Situazione di inferiorità numerica dei Dragoes: sono leggermente in ritardo sia Dani Alves che Khedira, impegnati nella precedente azione offensiva. Ciò causa una serie di errori: i primi sono quelli di posizionamento di Marchisio ed in particolare di Bonucci, mentre entrambi temporeggiano cercando di limitare i danni; nasce così l'imbucata per Soares che però viene murato da Benatia. Una dormita del marocchino è il secondo errore e, assieme alla mancata diagonale di Alex Sandro - in posizione molto avanzata, come si intravede - completa la frittata: l'attaccante brasiliano dei lusitani arriva solo davanti a Buffon, spedendo di poco a lato. In sintesi: un errore di base, quasi impercettibile, che ne comporta altri in serie fino a che un passaggio fatto male o una lettura sbagliata non ingigantiscono il tutto, passando da preziosismi tattici a punti persi (o, nel caso specifico della Champions, ad eliminazioni anticipate).
Esempio lampante quello di Udine, nello scorso febbraio.
Vediamo ancora in ritardo nella chiusura Dani Alves, insieme a Khedira che al solito si era proposto sul calcio d'angolo. Il tutto concede a Duvan Zapata prima di temporeggiare e poi di involarsi e rendersi immarcabile per Bonucci nell'uno-contro-uno; il centrale della Nazionale a questi livelli deve tenere meglio, è vero, ma la fisicità del colombiano è un'arma dal potenziale incredibile e qui è stata sfruttata appieno. Buffon è pure lui impreciso, stavolta il rimbalzo è sbagliato: la palla entra, la partita finirà 1-1.
Molto più simile ad una situazione pericolosissima di gioco che il Barcellona cerca spesso è un altro gol subito, quello siglato da Bacca in occasione dell'ultimo Juve-Milan.
Un rinvio casuale di Romagnoli sul pressing concede a Pasalic - complice l'uscita azzardata di Bonucci, errore da matita rossa - la possibilità di un appoggio di prima per Deulofeu, il quale a sua volta può scappare via perchè molto più veloce rispetto a Barzagli (soluzione a livello europeo improponibile quella del numero 15 come terzino destro). Bonucci è impreciso in due circostanze: prima, quando non anticipa nè scappa all'indietro rispetto al centrocampista avversario; dopo, quando non tiene bene la linea del fuorigioco (questione qui davvero di centimetri), concedendo a Bacca un uno-contro-uno che si tramuta nel pareggio momentaneo. Avere di queste incertezze con Messi, Suarez e Neymar davanti sarebbe inaccettabile.
Rimane, oltre tutto questo, il difetto sulle palle inattive. Con Pjanic a tirare i corner, la qualità dei saltatori (vedi Rugani) è stata esaltata; là dietro però qualcosa scricchiola quando i cross li mettono gli avversari. Allegri si è arrabbiato molto per la chance concessa nel finale a Marassi contro la Sampdoria.
Vasco Regini ha avuto nel recupero la possibilità di fare 1-1 concessagli da Khedira e Asamoah che si perdono il taglio dell'avversario; il terzino ha comunque spedito la sfera alta, il match è stato vinto per 0-1 dai campioni d'Italia, ma lo spavento c'è stato eccome.
Il 4-2-3-1 offre tanta qualità ma, ad oggi, anche qualche amnesia di troppo: difetto, quest'ultimo, da cancellare assolutamente in Europa. Sono errori che diventano orrori e fanno paura a Madama, che si vede competitiva con chiunque ma ancora alle prese con gli ultimi problemi, risolvibili entro il prossimo 11 aprile.