Uno, classe ‘92, cresciuto nel settore giovanile del Milan, ha collezionato 5 presenze in Under 21, segnando una rete; l’altro, classe ‘95, anche lui passato dalla cantera rossonera, l’ha solo assaggiata la maglia “azzurrina”; il terzo, classe ‘93, non è nemmeno mai stato convocato. Ora i 3 si trovano tutti in Nazionale maggiore, a preparare una sfida importantissima, che vale un pezzo di qualificazione ai Mondiali di Russia del 2018, in cui potrebbero essere protagonisti.

Simone Verdi, Andrea Petagna e Leonardo Spinazzola si sono presentati per la prima volta davanti ai giornalisti in una conferenza stampa a Coverciano, in cui hanno provato a spiegare le loro sensazioni quando il C.T. Giampiero Ventura li ha convocati: “Quando mi ha chiamato Di Vaio non ci volevo credere. Questi giocatori li vedevo solo alla tv. Quando Buffon è venuto a salutarmi mi è venuta la pelle d'oca” dice Verdi, chiamato a sostituire Bernardeschi infortunato: “L'anno scorso tra Eibar e Carpi ho giocato poco, ma ho provato a migliorarmi su cose che facevo con meno forza o voglia di sacrificarmi. Ventura mi volle al Torino, ha creduto in me, però avevo bisogno di mettere qualche chilo, avevo bisogno di tempo, poi la squadra ha ingranato e ovviamente non era giusto cambiarla. I concetti di gioco sono gli stessi, è solo questione di tempo. Io non ho mai avuto problemi con lui, non ero del tutto uomo, giocavo ancora da ragazzino, non ho avuto spazio per colpa mia”.

Anche per Petagna la chiamata è arrivata a sorpresa, per via dell’infortunio di Gabbiadini: “Stavo partendo con l'Under21, ero in aeroporto ed un po' nervoso dopo la partita, perché non avevo segnato con il Pescara. È stata un'emozione molto forte, anche perché sono al primo anno in Serie A, per questo ringrazio Ventura”; su di sé dice: “Devo migliorare nei gol perché io gioco per la squadra, spero che arriveranno anche le reti, ma non c'è solo quello, anche se dopo un paio di partite mi sta mancando. Mi manca la cattiveria di Belotti, è pazzesco”.

Per chiudere, parola a Spinazzola, cresciuto nella Juventus, con un modello da seguire: “Il mio mito è Zambrotta, fra i più forti esterni della storia del calcio. Sapendo che era un esterno alto, poi arretrato, mi rivedo in lui. Per me è un sogno e un'ambizione arrivare alla Juve. Sono cresciuto con Juve e Milan come top al mondo. Sono della Juve e i miei idoli erano proprio Buffon e Del Piero”. Quando ha saputo della convocazione: “Il primo messaggio l'ho mandato alla mia famiglia e ai miei compagni di squadra: son qui grazie a loro”.