Obiettivo parziale raggiunto: la Juventus è ai quarti di finale di Champions League. Conta questo, prima di ogni altra considerazione. I 180 minuti con il Porto, col senno di poi, sono stati più che una passeggiata per i bianconeri, i quali, nel match di ritorno disputato ieri sera, hanno pascolato sul proprio campo per tutto il secondo tempo, forti del vantaggio su ogni fronte - numerico compreso.
La gestione controllata delle energie e del risultato, anche se con un paio di distrazioni di troppo, si è rivelata alla fine efficiente. Massimiliano Allegri ha visto i propri giocatori preservare anche le forze per i prossimi impegni, altro aspetto positivo.
Nasce un però, in questo contesto: il test contro i lusitani, per demeriti altrui, non si è rivelato probante in vista del prosieguo del cammino in Champions League. Di fatto il 4-2-3-1 non ha messo realmente in mostra tutte le potenzialità offensive: in compenso, sono sorte nuove certezze sotto il profilo della gestione della partita e del palleggio, anche se condizionato dalla concentrazione in leggero calo (fisiologico).
Quella vista in campo tra ieri sera e la gara d'andata è stata più che altro una versione old della Juventus, quella capace di mantenere il risultato facendo circolare il pallone e, con pazienza, aspettando l'imbucata giusta, soprattutto nel primo tempo, fino al decisivo rigore realizzato da Dybala.
Juventus vs Porto 1-0 (Dybala [rig.]) #JuveFCP #FinoAllaFine #ForzaJuve pic.twitter.com/NypOuUn84m
— juventino1984 (@juventino1984ct) 14 marzo 2017
Positivo che, in questo senso, il possesso ragionato si sia verificato senza Pjanic, l'uomo in teoria migliore nella gestione della palla, anche se le sue verticalizzazioni sono a tratti mancate. Marchisio, infatti, è talvolta sembrato piuttosto timido nel rischiare la giocata e il cambio di gioco, tratto che ha distinto anche la gara di Alex Sandro, più prudente rispetto alle proprie abitudini - e non a caso in tono minore.
Il possesso e il controllo visti contro il Porto potrebbero venire però a mancare in gare più tese contro altre big, come ha dimostrato ad esempio il doppio scontro col Bayern nella scorsa stagione. Certamente questa Juventus è ben diversa, ma ciò che non cambia sono i ritmi europei, ai quali questa nuova versione bianconera potrebbe (e sembrerebbe) essere congeniale. L'ottavo non ne ha fornito la riprova. Poco male, perché Allegri ha (almeno) altri 180 minuti per dimostrarlo. Da scoprire resta l'avversaria.