La sfida perfetta, per risollevare il morale e riavvicinare una tifoseria delusa dopo le tante batoste degli ultimi mesi. Contro il Cagliari, dunque, la Fiorentina di Paulo Sousa dovrà necessariamente conquistare i tre punti, continuando ad inseguire un'Europa League ad oggi distante dieci punti. Non pochi. "Non crediamo sempre di vincere ogni partita, ma lavoriamo per quello. Siamo determinati e convinti - ha detto il tecnico - non possiamo fare paragoni con la rimonta del Barcellona in Champions. La cultura sportiva è un fattore che influenza anche i risultati".
Parole di un leader cauto, voglioso di rivalsa ma conscio della difficoltà dell'immediato percorso, irto e pieno di insidie. Parlando del Cagliari, il tecnico lusitano ne tesse le lodi, ricordando la bontà tattica dei sardi e la molte prestazioni positive che li stanno conducendo ad una tranquilla salvezza: "È una squadra che cambia spesso assetto tattico, fuori casa hanno sempre giocato bene, hanno messo in difficoltà anche la Roma". Per sconfiggere i sardi, Sousa ha parlato dunque di motivazioni, ribadendo che la sua Fiorentina deve "continuare a lavorare restando concentrata sul proprio lavoro".
Passaggio obbligato, poi, sulla condizione di alcuni suoi giocatori, Bernardeschi su tutti: "I ragazzi stanno bene, hanno lavorato bene in settimana. Mi aspetto di rivedere la stessa intensità vista nell'ultima gara. Bernardeschi? C'è la possibilità di vederlo in campo con Chiesa e Saponara". Proprio il gioiello numero, al centro di molte voci di mercato, è stato il protagonista di molte domande, incentrate soprattutto sul suo possibile futuro lontano da Firenze: "Ogni società ha il suo modo di prendere le decisioni. Se metti una clausola, dal mio punto di vista, dai una direzione di vendita". Un concetto troppo chiaro per lasciar spazio a dubbi, dette da un allenatore che spesso non ha disdegnato frecciatine ad una squadra e ad una società, ormai si è capito, che non sente più sua.