La gara di Sassuolo per il Milan di Vincenzo Montella aveva diversi aspetti particolari, individuabili già alla vigilia della trasferta del Mapei Stadium. Probabile ultima partita del Milan di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, un campo dove il Milan fino a questa stagione non aveva mai fatto punti, dichiarazioni della vigilia sugli episodi della gara d'andata a riscaldare l'atmosfera ancora prima di scendere in campo.
Sugli episodi lasciamo giudicare tutti i moviolisti e gli addetti ai lavori che sicuramente hanno più competenze e più strumenti a disposizione. Un fatto sicuro è che la direzione di Calvarese non sia stata indimenticabile e abbia fatto arrabbiare e non poco il Sassuolo. Passiamo però ai fatti da registrare in casa Milan dopo questa vittoria perchè di questo è giusto parlare. Tabù sfatato, viene da dire finalmente. Tre punti che lasciano a sette punti di distanza la Fiorentina in classifica e permettono di rispondere alle vittorie di Atalanta e Lazio, forse le due squadre, insieme all'Inter, su cui il Milan dovrà fare la propria corsa per continuare a rincorrere un posto in Europa League. Montella nella conferenza stampa della vigilia aveva espresso un concetto molto chiaro: in questo momento della stagione contano più i risultati che non il gioco. Via libera quindi ad una squadra che sia più concreta e meno spettacolare.
E forse non è un caso che da quando i rossoneri hanno ricominciato a giocare di rimessa, aspettando i propri avversari per poi provare a ripartire siano ricominciati ad arrivare i punti, unica medicina in grado di far dimenticare prestazioni discutibili. Perchè un punto deve essere chiaro: questo Milan ha un deficit di qualità evidente in ogni reparto della propria rosa preso nel suo complesso, lacune che diventano visibili in maniera eclatante soprattutto a centrocampo. Da lì Montella voleva provare a far fare un salto di qualità al suo Milan, sempre tornando lì si è reso che era meglio tornare a speculare sugli errori degli avversari e sui recuperi sulle linee di passaggio di gente come Pasalic e Kucka, più brava a distruggere che non a costruire. Da lì si deve andare in verticale verso Suso e Deulofeu nel minor tempo possibile, per farli correre in campo e permettere loro di andare in uno contro uno, evitando così, almeno sulla carta, i raddoppi che ormai arrivavano fissi a difesa schierata.
Ultimo dato indiscutibile il ritorno al gol di Bacca. Il rigore non è regolare, il doppio tocco grazie al replay è evidente, ma nè arbitro, nè guardialinee, nè giudice di porta si sono accorti di questo dettaglio. Poco male per Montella che spera che il gol del Mapei Stadium possa in qualche modo tonificare il colombiano, soprattutto a livello di attitudine al sacrificio per la squadra. La mente di Bacca dovrebbe essere più libera ora che la Cina è lontana e la società, così come Montella, ha riconfermato di avere fiducia totale in lui. La sensazione è che in estate le strade del Milan e di Bacca prenderanno direzioni diverse, ma fino a quel momento ci sono lui e Lapadula che possono interpretare il ruolo di centravanti in una maniera più "tradizionale". Insomma, il Milan non sembra poter prescindere dalla capacità realizzativa del Peluca che naturalmente deve essere attivata e stimolata da situazioni di un certo tipo create nelle aree di rigore avversarie.