"Quando finisce un amore, così com'è finito il mio", cantava Cocciante, frase iniziale di un suo capolavoro che potrebbe perfettamente essere preso come slogan per descrivere la situazione in casa Fiorentina, dove Paulo Sousa sta vivendo gli ultimi giorni nel silenzio più totale, separato da società e tifoseria. Dopo un periodo di frizioni più o meno taciute, a causa delle prestazioni opache della rosa nella prima parte di stagione, l'idillio tra portoghese e toscani si è definitivamente spezzato giovedì sera, quando la Fiorentina ha perso per 2-4 contro il Borussia Moenchangladbach, abbandonando prematuramente ed inaspettatamente l'Europa League.
Che la Fiorentina fosse ormai da tempo una bella incompiuta lo si era già capito, analizzando i vari stop che spesso hanno frenato la risalita in classifica della Viola. Ma pensare ad un sedicesimo così deludente, aperto nel migliore dei modi e chiuso con l'eliminazione nonostante l'iniziale parziale di 2-0, non era stato messo in preventivo nemmeno nelle menti dei meno positivi sostenitori toscani. Dopo giovedì, superata la contestazione della Fiesole, Sousa non ha rassegnato le dimissioni, "passando" la patata bollente alla società, ora costretta a scegliere tra l'esonero e la convivenza forzata fino a fine stagione.
Accantonando per un attimo la seconda soluzione, in caso di esonero i Della Valle opterebbero sicuramente per un traghettatore, un allenatore esperto o conoscitore dell'ambiente, pronto a trascinare la Fiorentina verso un finale di stagione tutt'altro che negativo. Il primo nome sulla lista sarebbe quello di Federico Guidi, allenatore della Primavera che spesso ha avuto modo di osservare Sousa. Di lui se ne parla bene, ma la società ha ancora qualche dubbio in merito all'impatto che potrebbe avere la serie A. Più solida, invece, la scelta di Reja, decano del nostro campionato che tanto bene ha fatto con le maglie di Napoli, Atalanta e Lazio. In extremis, Andrea Stramaccioni. Nelle ultime ore, infine, sta prendendo piede l'idea Ranieri, appena esonerato dal Leicester. Difficile, anche se tremendamente suggestivo.