Si alza nuovamente il sipario sull'Europa calcistica, arriva la seconda tranche delle gare d'andata degli ottavi di finale della Champions League. Fra le 8 squadre impegnate in questa settimana, risalta ovviamente la Juventus, che scenderà in campo mercoledì 22 sul campo del Porto. Una doppia sfida ostica, quella che l'urna di Nyon ha riservato ai bianconeri, che dovranno stare attenti nel giocarsi le proprie carte con il massimo dell'attenzione. La lettura e l'importanza della gara possono essere riassunte in tre snodi fondamentali.

Fonte immagine: Calciomercato.com
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1. Tattica vincente?

Dalle ceneri rimanenti dalla sconfitta di Firenze, il tecnico della Signora, Massimiliano Allegri, ha saputo reinventare tatticamente la sua squadra, cambiando lo schieramento e passando al 4-2-3-1; per farla breve, un centrocampista e un difensore in meno, due attaccanti in più. Il risultato è stato spettacolare: 7 partite tutte vinte in ogni competizione, 15 reti segnate, soltanto 2 subite.

I numeri parlano chiaro, ma in Italia il dominio a tinte bianconere va ormai avanti da 5 anni. Nei confini continentali, si sa, il discorso è differente: i portoghesi rappresentano un banco di prova di ottimo livello sotto questo aspetto, ma inferiore ai vari top club europei. Una sorta di via di mezzo, l'ideale per una crescita step-by-step che viene sempre predicata dalle parti di Corso Galileo Ferraris. Sarà assolutamente interessante vedere, dunque, messi alla prova i due aspetti fondamentali dei campioni d'Italia, solidità difensiva e capacità offensiva, con uno schieramento ancora relativamente nuovo. Le premesse sono più che positive.

2. Cuadrado, Dybala, Mandzukic e Higuain

Strettamente legato al primo punto: quando una squadra che ha fatto della difesa l'arma principale per ottenere i propri successi, sceglie uno schieramento molto più offensivo, c'è sempre qualcuno che storce il naso. In modo diverso, però, i quattro calciatori qualunque che abbiamo messo nel titolo di questo paragrafo hanno dato, in maniera diversa, qualcosa che mancava.

Da destra verso sinistra: il colombiano, in primis, ha messo un pizzico di energia ed imprevedibilità a tutte le manovre; la Joya, invece, non ha bisogno di presentazioni, è ormai a tutti gli effetti una certezza e sembra aver recuperato appieno dall'infortunio che gli ha fatto chiudere davvero male il 2016. Meno estro per Mandzukic, riscoperto esterno offensivo: Allegri ha più volte sottolineato che "Mario ha un motore diverso rispetto agli altri", la cilindrata poi è calda perchè il croato era squalificato nell'ultimo match di campionato vinto contro il Palermo, ed è lecito aspettarsi qualcosa di più dall'unico di questo poker d'assi ad aver già alzato la Coppa dalle Grandi Orecchie. Il Pipita ci deve mettere i gol, e sembra discretamente pronto (12 marcature nelle ultime 10 partite).

La Juve festante dopo la vittoria a Siviglia. | Fonte immagine: Ansa
La Juve festante dopo la vittoria a Siviglia. | Fonte immagine: Ansa

3. Maturità europea

Difficile pensare che, anche nel peggiore dei casi, la Juve uscirà dalla doppia sfida degli ottavi psicologicamente peggio di come ne uscì un anno fa. La sconfitta maturata ai supplementari contro la corazzata Bayern Monaco fu un grande rimpianto, un anno fa di questi tempi, e a livello di maturità qualcosa da quel match di ritorno all'Allianz Arena è cambiato.

Basti pensare alle due trasferte di Siviglia ai gironi: un anno fa il Sanchez-Pizjuàn fu il teatro in cui i bianconeri si guadagnarono il sorteggio scomodo dei bavaresi già nel secondo turno, quest'anno invece in terra spagnola, contro lo stesso avversario, è arrivato il successo per 1-3 che ha sancito il primo posto nel girone. A livello di mentalità sembra proprio che qualcosa sia cambiato nella testa; l'organico stesso, a livello tecnico, ha perso giocatori estremamente futuribili (Pogba in primis, ma anche Morata) per provare ad avere qualcosa in più nell'immediato (vedi gli acquisti di Pjanic e Higuain). La consapevolezza juventina, dunque, dovrà essere l'arma in più, non solo per questo ottavo, ma - in ottica di anche di un eventuale passaggio del turno - per tutto il resto della competizione.