Nonostante la brutta sconfitta con il Sassuolo, i giorni appena trascorsi sono stati di festa per l'Udinese. Il ritorno in visita di Zico ha permesso a molti di rivivere per un attimo i fasti della squadra che negli anni '80 incantò il Friuli e la Serie A. Udinese Magazine ha raggiunto Franco Causio per sapere qualcosa in più sull'avventura del Galinho in maglia bianconera.
In un'Udinese piena di brasiliani, il nome di Franco Causio quasi stonava, ma non stonavano di certo i suoi piedi, che erano allo stesso livello dei compagni: "Mi chiamavano Brazil, per me è sempre stato un complimento fantastico. Ho avuto modo di conoscere anche Zico come uomo, spesso torno in Brasile avendo la moglie brasiliana, e ogni volta non perdiamo occasione di salutarci e passare un po' di tempo insieme. È un uomo fantastico, di una umiltà incredibile, che ama tanto Udine e il Friuli."
L'affare Zico è stato il più complicato della storia friulana, il Barone ci racconta alcuni tratti di quella trattativa: "Il cartellone Zico o Austria la dice lunga sulla voglia di questa terra di poter vedere un campione così grande. Fu un'operazione importante, fatta dall'allora DS Dal Cin e il procuratore Lamberto Giuliodori. Zico giocava nel Flamengo, la squadra dei "poveri", di chi viveva nelle favelas. Per loro Zico era tutto e se avessero saputo che degli italiani erano a Rio con il compito di portarlo via, li avrebbero sicuramente "menati". Per cui Dal Cin e Giuliodori dovettero andare di notte a casa del Galinho, per non rischiare il linciaggio."
Quella fu un'Udinese che non raggiunse grandi posizioni in classifica, ma che fece delle partite memorabili: "Le prime venti partite di quella Udinese furono pazzesche, eravamo un gruppo fantastico, che giocava un calcio meraviglioso. Zico fece qualcosa come 19 gol, una media pazzesca. Purtroppo gli infortuni lo limitarono e Zico perse il duello con Platini per la classifica di capocannoniere. Nonostante ciò, il suo impatto sulla Serie A fu incredibile."
In Nazionale però Causio e Zico si ritrovarono spesso da avversari, a dispetto dei pronostici, alla fine il bilancio pende in favore dell'uomo di Lecce: "Da avversario era imprendibile. Mi ricordo al mondiale '82 quando perse contro di noi. Sono ovviamente felicissimo di quella vittoria, ma ancora mi dispiace un po' per lui. Non aver vinto la Coppa del Mondo resta il suo rimpianto più grande, gli sfuggì anche da vice allenatore della Selecao nel '98. Ovviamente ciò non toglie nulla alla sua fantastica carriera. Dopo Maradona e Pelè, c'è solo Zico."