Le ultime gare, segnate dal passaggio al fantastico 4-2-3-1, hanno dato finalmente un'identità di gioco alla Juventus. Il nuovo schema risalta le qualità tecniche di tutti i giocatori presenti in rosa. Inoltre, tale assetto tattico ha permesso ai bianconeri di chiudere le partite nei primi venti minuti di gioco tramite l'atteggiamento offensivo che ne implica dal nuovo sistema inventato da Allegri.
Il tecnico bianconero ha portato una vera e propria rivoluzione tattica alla sua squadra, rompendo definitivamente ogni collegamento col 3-5-2 lasciato in eredità da Antonio Conte. Ora la nuova guida tecnica ha trovato il proprio caratteristico sistema di gioco che rappresenta la nuova era in casa Juve. La BBC, che in questi anni ha svolto con grande successo il compito di arginare le offensive avversarie, deve far posto a nuovi elementi entrati a far parte dell'organico della Signora: tra questi Rugani merita una particolare menzione, poiché sembra essere l'uomo designato a raccogliere l'eredità della famigerata BBC. Il nuovo schieramento della difesa juventina fino ad ora ha subito soltanto una rete (contro il Milan in Coppa Italia): ciò grazie alla straordinaria copertura dovuta anche all'aiuto dei centrocampisti o persino degli attaccanti che corrono dietro in fase di ripiegamento. Il nuovo schema di gioco ha mostrato anche un grande affiatamento tra i giocatori del club scudettato, poiché ognuno si sacrifica e dà il suo contributo per la squadra. Come detto prima, il ricorso al 4-2-3-1 ha rivoluzionato completamente l'approccio di gara della Juve: inoltre, sono cambiate anche le gerarchie all'interno dell'organico.
Come si può dimostrare, le ultime partite giocate col nuovo schema hanno determinato l'affermazione di alcuni giocatori, tra i quali Cuadrado e Mandzukic, il cui feeling col nuovo schema li ha fatti diventare delle pedine fondamentali nel collettivo campione d'Italia. La rivoluzione tattica di Allegri, se da un lato consacrerebbe alcuni giocatori, dall'altro potrebbe penalizzarne altri: citiamo Claudio Marchisio per fare un esempio. Il principino non ha giocato le ultime tre partite a causa di problemi fisici e potrebbe essere relegato in panchina nel caso non riuscisse ad essere compatibile col nuovo credo tattico del tecnico juventino. Una sola soluzione è possibile per l'impiego del centrocampista azzurro nell'attuale schema allegriano: lo schieramento in mediana. Individuata la posizione ideale di Marchisio all'interno del modulo di gioco della Juventus, dobbiamo analizzare situazioni diverse per comprendere meglio l'apporto che può dare il numero 8 alla sua squadra.
La prima soluzione è quella forse più svantaggiosa e riguarda l'affiancamento di Khedira all'azzurro. Tale soluzione lascerebbe Pjanic in panchina e ciò potrebbe penalizzare la Signora. Nella gara di Firenze, nella quale il bosniaco non ha giocato, i giocatori bianconeri hanno avuto difficoltà durante le fasi di possesso palla. I centrocampisti non riuscivano a fornire palloni giocabili per la coppia di attaccanti formata da Dybala e Higuain, spingendo questi ultimi ad indietreggiare per cercare di rubare agli avversari il possesso della sfera. Inoltre Marchisio, a differenza di Pjanic, gioca sempre molto basso e quindi più lontano dagli attaccanti. Se venissero schierati Marchisio e Khedira, ci sarebbe un maggiore sbilanciamento della squadra poiché viene a mancare il punto di equilibrio tra difesa e attacco. Tale sbilanciamento costringerebbe i giocatori della Juve a dover costantemente coprire gli spazi, soffrendo per tutta la durata della partita le incursioni avversarie.
La soluzione più vantaggiosa può essere lo schieramento di Marchisio e Pjanic. In questo modo la squadra è più bilanciata, con il principino posizionato più basso e l'ex romanista più vicino agli attaccanti. In fase di possesso c'è una costruzione più fluida del gioco: Marchisio va ad impostare la manovra, indirizzando la sfera in avanti, mentre Pjanic costruisce e serve i palloni agli attaccanti. In fase di non possesso ci sarebbe qualche difficoltà, poiché senza Khedira viene a mancare la presenza di un incontrista con il compito di fare pressing sugli avversari. Tuttavia, tale problema può essere risolto anche con l'utilizzo di Sturaro o Rincon a partita in corso: i due ex genoani hanno minori qualità tecniche ma possiedono maggiore utilità nella copertura di gioco. In ogni caso, il principino non verrà indubbiamente relegato ai margini della rosa, poichè in alcune partite il tecnico potrebbe contare ancora sul 4-3-3, oppure sempre sul 4-2-3-1 con l'avanzamento di Pjanic. Soluzioni e idee sulle quali solo il tempo toglierà il velo.