La Spagna come oasi di ristoro, punto di ripartenza. Non la prima volta nella carriera di Giuseppe Rossi, talento nativo di Teaneck - New York - ormai prossimo ai 30 anni. Parabola difficile quella di Pepito, in una perenne oscillazione tra genio e malasorte. Il talento intermittente, storpiato da pesanti infortuni. In estate, l'addio, parziale, alla Fiorentina, l'approdo a Vigo, per ritrovare minuti e fiducia.
Un inserimento graduale, una rete, con l'Espanyol, alla tornata numero sei, prima delle ultime due panchine, rispettivamente contro Siviglia ed Athletic. Due sconfitte per il Celta, incastonato nella zona di mezzo della classifica, in tredicesima posizione.
"Qui in Spagna mi sento molto bene, piano piano sto trovando più spazio. Spero di fare tante partite da qui alla fine".
Rossi non traccia il futuro, mantiene un velo di incertezza sui mesi a venire. Fondamentale concentrare ogni energia sul presente, per consentire alla squadra di risalire la corrente e avvicinarsi alla zona europa, obiettivo che il fuoriclasse italiano non nasconde.
"Fiorentina? Si vedrà quest’estate, adesso sto pensando a fare un buon campionato con il Celta Vigo, siamo a metà classifica ma vogliamo arrivare in Europa".
Nella massima serie italiana, è la Juventus a comandare. La sconfitta con il Milan in Supercoppa non scalfisce il predominio bianconero e anche Rossi riconosce la forza della Signora, rifinita nello scorso mercato estivo da Marotta e Paratici.
"Serie A? La Juve è una grande squadra, costruita molto bene ed è sempre difficile giocare contro di lei".
Porte aperte per l'azzurro, il sogno di Rossi è un ritorno in Nazionale, ma il pecorso è lungo, ricco di insidie. Occorre trovare campo e prestazioni con il Celta per ambire a una chiamata, ad un inserimento nel nuovo corso Ventura.
"La Nazionale? Spero sempre in una chiamata di Ventura, ma può arrivare soltanto giocando tante partite con il club e per questo motivo sono concentratissimo sul Celta Vigo".