Se la regola del “non c’è due senza tre” fosse universalmente verificata, l’edizione 2016 della Supercoppa Italiana potrebbe non disputarsi nemmeno. Purtroppo per qualcuno e per fortuna per qualcun altro, il noto proverbio rimane tale (fino a nuovo ordine) e la vittoria andrà sudata sul rettangolo verde dello Stadio Al Sadd Jassim Bin Hamad di Doha, Qatar.
Per la Juventus il numero tre sembra il tema ricorrente della trasferta mediorientale. Il trofeo rappresenta, nell’immaginario di Allegri, il terzo obiettivo di metà stagione – segue il primato in Serie A e la qualificazione in Champions League – e anche la terza coppa da conquistare nel 2016 dopo scudetto e Coppa Italia. In caso di esito negativo, la terza gara secca che Allegri si lascerebbe sfuggire da quando guida i Campioni d’Italia. Non solo, tre come gli attaccanti che potrebbero comporre il reparto, o come la difesa a cui si potrebbe tornare.
Tutti i dubbi si scioglieranno nel tardo pomeriggio italiano, al tramonto Qatariota, davanti ai (forse) quindicimila spettatori attesi nell’impianto. È ancora Juventus - Milan.
LA STORIA
Sette sigilli in bacheca, obiettivo l’ottavo. La Juventus scende in campo per rafforzare il primato nell’albo d’oro ed evitare l’aggancio proprio da parte dei rossoneri, fermi a quota sei. Tredici anni fa l’unico precedente a tinte nero-bianco-rosse.
Tutti i successi bianconeri
La sfida del 2003
LE PAROLE
Voglia di incidere, di vincere, di godere. La carica di Giorgio Chiellini, la determinazione di Claudio Marchisio e Gianluigi Buffon, la fantasia di Dybala e Pjanic. All’entusiasmo della rosa si unisce il richiamo all’umiltà di Massimiliano Allegri.
Allegri richiama all’umiltà
Buffon e le motivazioni
Marchisio e l’attenzione
La voglia di Dybala e Pjanic, la fame di Chiellini
LE SCELTE
Doppia opzione per il tecnico livornese, poiché la condizione fisica di alcuni uomini chiave appare ancora precaria. L’assenza di Lichtsteiner o Pjanic precluderebbe l’idea di rombo in mediana e riporterebbe in voga il 3-5-2. L’assist per il ritorno al passato sarebbe fornito dal rientro di Barzagli, giudicato pronto per partire dal primo minuto; possibile anche l’impiego di Cuadrado a destra, mentre a sinistra Alex Sandro è intoccabile.
Con l’ipotesi di difesa a tre, la retroguardia si formerebbe con il sopracitato classe 1981 insieme a Rugani e Chiellini, mentre in mediana Pjanic e Sturaro si giocherebbero il posto a fianco di Marchisio e Khedira – anche se, in caso di buona salute del bosniaco, il problema non dovrebbe sussistere. Davanti invece alte probabilità di rivedere Dybala dal primo minuto, al fianco di Higuain: l'argentino giocherebbe leggermente più arretrato, creando, con l'avanzamento del bosniaco, una sorta di 3-4-2-1.
In caso di difesa a quattro la presenza di Lichtsteiner si rende invece necessaria, potrebbe dunque scivolare in panchina Rugani. Sturaro fungerebbe da terzo di centrocampo, mentre Pjanic avanzerebbe sulla trequarti. Non dovesse farcela, Allegri potrebbe anche giocarsi il tridente pesante inserendo Mandzukic, anche se l’idea di provarlo dal primo minuto sembra piuttosto remota.
LA TATTICA
Tanto dipenderà dalle condizioni fisiche dei singoli, ma il cambiamento di pelle della Juventus sembra ormai realtà e potrebbe culminare in un definitivo passaggio ai quattro fissi e al trequartista, mantenendo comunque l’identità camaleontica. Oggi, con il Milan, il primo (o ultimo?) test.