Sullo Juventus Stadium c'è un sortilegio che colpisce la Roma, ogni volta che i propri giocatori ci mettono piede ne escono sconfitti. Sei sconfitte su sei partite giocate, tre gol fatti e diciotto subiti e tante energie mentali lasciate sul campo, questo è il pesante bilancio dei giallorossi nella casa della Juventus.
Tutto ha inizio nell'anno dell'inaugurazione del nuovo stadio della Juventus, quando le due squadre si affrontarono nella nuova casa bianconera in Coppa Italia. In quella fredda serata del Gennaio 2012, i bianconeri conquistarono l'accesso alla semifinale di coppa grazie ad un perentorio 3-0 firmato da Giaccherini, Del Piero e da un'autorete di Kjaer. Quell'anno, sulla panchina giallorossa c'era Luis Enrique, l'attuale allenatore del Barcellona, ma la legge dello Stadium a colpito tutti coloro che si sono seduti su quella panchina, anche se lo spagnolo è decisamente quello con il passivo più pesante. Dopo quel 3-0, infatti, le due squadre si sono incontrate anche nel match di ritorno di campionato e quella volta la Juventus si impose ancora più nettamente: 4-0. In quella serata la partita prese subito la via di Corso Galileo Ferraris grazie all'immediata doppietta di Arturo Vidal e all'espulsione lampo di Stekelnburg.
Il secondo passivo più pesante in singola partita lo ha un grande allenatore della storia romana, Zdenek Zeman. Il tecnico ceco era stato accolto in maniera trionfante dai tifosi giallorossi dopo la grandissima stagione vissuta con il Pescara in Serie B, ma allo Stadiume nulla ha potuto contro il ciclone bianconero. Il risultato finale fu di 4-1, grazie al rigore di Osvaldo che rispose alle reti di Pirlo, Vidal, Matri e poi Giovinco ed il gioco iper offensivo del boemo iniziò ad incrinarsi e con esso anche il rapporto con la società.
Dopo Zeman, arrivò l'era Garcia durata due anni e poco più. Il tecnico francese è quello che più è andato vicino ad interrompere il sortilegio dello Stadium, ed anche quello che più si è avvicinato allo scudetto, ma alla fine anche lui è dovuto capitolare dopo una sanguinosa sconfitta a Torino. Nel suo primo anno il tecnico francese pagò lo stesso scotto di Zeman mettendo una formazione troppo offensiva e sbilanciata che permise all'ultima Juventus di Antonio Conte di banchettare sulla difesa romanista. Il match che però incrinò l'ambiente costruito da Garcia è quella dell'anno successivo, dove il tecnico francese esibì l'ormai celebre violino. La partita resta una delle più discusse nella storia recente del campionato italiano a causa di alcune decisioni arbitrali, ma l'unica cosa certa è che dopo il gol decisivo di Bonucci, il giocattolo quasi perfetto costruito da Garcia si spezzò.
L'ultimo incontro risale allo scorso campionato, con Spalletti in panchina. L'allenatore friulano è quello con il minor parziale subito, avendo perso 1-0, e probabilmente non è un caso che sia un tecnico italiano ad averlo ottenuto. Mister Spalletti è dovuto capitolare sotto il sinistro di Paulo Dybala, ma quest'anno tornerà più forte e più sicuro dello scorso anno per provare finalmente a spezzare la maledizione.