La Juventus precipita a Marassi contro un Genoa straripante per condizione fisica, atletica e determinazione: la squadra di Juric nel primo tempo ne segna tre in meno di mezz'ora, costruendosi un vantaggio solido che solo una punizione di Pjanic a otto dal termine riesce a scalfire. Rossoblù che infliggono così la terza sconfitta in campionato alla capolista, precedentemente battuta nelle due trasferte a San Siro e ora a soli 4 punti di vantaggio dal Milan e, forse, dalla Roma, impegnata questa sera in casa col Pescara. I rossoblù avanzano invece a 19 punti, con una partita ancora da recuperare.
Senza Pavoletti, Juric punta su Gio Simeone davanti con Ocampos, mentre sorprende a centrocampo, dove trova una maglia Cofie al posto dello squalificato Veloso. In difesa Orban sconta la prima giornata di assenza imposta, ne avrà altre due: è Munoz a rilevare la sua maglia da titolare. Allegri concede un turno di riposo a Marchisio, rimpiazzandolo con Hernanes e tornando al 3-5-2, con Cuadrado a supporto di Mandzukic e Pjanic libero di svariare. In difesa ritrova posto Benatia, rientrato dall'infortunio e preferito a Rugani per accompagnare Bonucci e Dani Alves, mentre Lichtsteiner parte sulla linea dei centrocampisti.
Pronti-via e l'aggressività del Genoa paga immediatamente: neanche tre giri d'orologio e un errore di superficialità di Bonucci regala a Rigoni la discesa verso la porta avversaria. Buffon para la botta del 30, poi sul tap-in di Ocampos salva Sandro col petto sulla linea, palla a Simeone che trova ancora Buffon, ma al quarto tentativo in sequenza il Cholito trova la porta, scrivendo 1-0. Rabbiosa la reazione bianconera - prima Hernanes spara in cielo, poi ci prova Cuadrado di testa trovando i guantoni di Perin - ma la difesa non offre le solite garanzie, tanto che un paio di palloni in area fanno ballare e non poco Buffon. Così al 13' arriva addirittura il raddoppio, è sempre Simeone a tuffarsi di testa su un delizioso cross di Lazovic. L'intensità del grifone è asfissiante e incisiva, nonostante la Juve provi ad aggirarla con il possesso palla: al giro di boa del primo tempo un'altra occasione capita sul piede di Rigoni, che tocca alto su un cross di Laxalt derivato da un'altra palla persa in uscita dalla difesa di Allegri.
Alla mezz'ora arriva anche il terzo gol, rocambolesco al livello del primo, visto che ancora Rigoni di testa sul secondo palo trova una deviazione che scavalca Buffon e Alex Sandro devia in porta cercando di salvare, nonostante il solito Simeone avesse ribadito la palla in porta. Il 3-0 sciocca quasi totalmente i bianconeri, i quali perdono anche Bonucci per infortunio, rilevato da Rugani, e cercano di portarsi avanti nuovamente, ma fino al 41', quando Mazzoleni non concede un rigore abbastanza solare per fallo di Ocampos su Mandzukic, non riescono a portare un minimo brivido al Genoa. Nel recupero di primo tempo anche nervi tesi tra il croato e Cuadrado, i bianconeri rientrano negli spogliatoi a pezzi.
La ripresa inizia con un'altra Juventus, più sicura di sé stessa con il 4-3-1-2 e decisamente più ordinata in attacco, capace di schiacciare gli avversari nella propria metà campo e creare anche diverse occasioni, a partire da un destro di Pjanic largo di poco. Al 51' è invece Khedira a mangiarsi il 3-1, girando largo tutto solo in area su azione da corner. Allegri si gioca anche la carta Higuain, togliendo Lichtsteiner, ma deve soffrire ancora: lo salva Buffon, provvidenziale su Simeone, innescato da una bella verticalizzazione di Cofie; la giocata sveglia nuovamente i padroni di casa, i quali tornano a pressare, costringendo gli avversari a molteplici errori tecnici. L'infortunio di Dani Alves al quarto d'ora dal termine costringe la Juventus a giocare con l'uomo in meno, avendo la capolista terminato anche le sostituzioni, ma Pjanic tenta di dare una chance ai suoi con una deliziosa punizione col destro a giro all'82'.
Dopo il gol, i bianconeri provano a sperare nella rimonta, arrivando a diversi cross e a un paio di conclusioni dal limite di Mandzukic e Sturaro, entrambe imprecise. Il croato ha anche, nel quinto minuto di recupero, il pallone del 3-2 sulla testa, ma lo manda fuori di poco. Poco cambia, perchè il tonfo della Juve resta comunque sonoro. E Juric gioisce.