Da un po' di settimane il suo nome è sulla bocca di tutti, è probabilmente il duemila più famoso d'Italia, certamente è il primo nato nel nuovo millennio ad aver esordito prima in Serie A e poi in Champions League. Se ancora non avete capito di chi stiamo parlando, lui è Moise Kean, giovane attaccante della Juventus, e suo fratello Giovanni, che si è commosso all'entrata in campo di Moise sabato sera contro il Pescara, lo racconta attraverso le colonne della Gazzetta dello Sport. 

Moise, dopo l'abbandono da parte del padre, è stato cresciuto dalla madre con cui ora ha un rapporto fortissimo e che lo segue ovunque. "E' severissima, le interessa l’educazione, che suo figlio abbia rispetto di tutti, dai magazzinieri fino all’allenatore. Questi insegnamenti, uniti alle difficoltà dell’infanzia, lo hanno fatto crescere: è un bimbo, ma dentro ha molto più di 16 anni". Nella vita privata, Moise, è "allegro, solare e sin da piccolo con una fissa: metteva delle videocassette e iniziava a ballare. Gli piace l’hip hop e il rap. Quando torna qua ad Asti, va con gli amici in piazza e via con la musica." E da piccolo chi tifava? "Amava le capriole di Martins all’Inter. Poi nostro zio, milanista sfegatato, gli ha trasmesso un po’ di tifo rossonero. Ovvio che ora ci sia solo la Juve".

In campo Kean ha invece già fatto intravedere che tipo di giocatore possa diventare, anche se l'impatto con il calcio dei grandi è ancora tutto da verificare. Per il fratello, Moise è "un misto interessante. Un po’ pantera alla Henry. Poi grinta che ricorda Tevez: è proprio la voglia feroce di possedere la palla. Se ce l’ha un altro, lui lo rincorre ovunque per strappargliela. Sotto porta, invece, è freddo come Mario (Balotelli, nda)". Ed è proprio il paragone con Balotelli a spaventare molti tifosi bianconeri, ma "Moise sa bene che non ha fatto ancora niente. Deve lavorare con la solità intensità, serietà e umiltà. Comportandosi bene, spero che aiuti ad allontanare razzismo e paure, che convinca la gente a tifare per lui, italiano al 200%. Balotelli è il suo idolo, ma vi assicuro che in campo sono diversi: Moise si sacrifica, è generoso perché gliel’ha insegnato la Juve. L’hanno fatto diventare una bestia e forgiato nella mente: è nel club giusto per esplodere".

Moise Kean | Squawka
Moise e la celebre maglietta creata da Balotelli

L'altro timore dei supporters juventini è quello che il giovane Kean se ne vada presto per altri lidi a causa del suo procuratore, Mino Raiola, ma Giovanni sente di poter rassicurare tutti: "i tifosi della Juve stiano tranquilli: Raiola non vuole portarlo via. Anzi, se avesse voluto, l’avrebbe già fatto. Magari all’inizio la Juve non aveva capito quanto fosse forte e lui sì. Poi ha solo preteso un accordo equo. È stato trovato, a breve arriverà la firma sul contratto".