Quando le cose non vanno, tanti, forse troppi avvoltoi iniziano a girare intorno a chi, come Federico Bernardeschi, è atteso al definitivo salto di qualità. Il peso della maglia numero 10, quella vestita da BaggioAntognoni e Rui Costa non ha aiutato il ragazzo di Carrara, per un istante, inghiottito in un vortice "confusionario" per citare il suo allenatore non più tardi di sei settimane fa. 

Da allora, la vita di un ragazzo che, forse sì, eccede un tantino oltre le righe, ma che, con i piedi è un fenomeno, si è capovolta. Dalla scomunica alla venerazione, la parabola di Federico Bernardeschi, uomo capace di risollevare le sorti dei gigliati, è stata breve ed intensa. 
Il merito, stavolta, va diviso tra due. Fede, da parte sua, c'ha messo tanto. Ha iniziato a lavorare sul serio, senza essere minimamente influenzato dall'ambiente esterno. Niente party, - come qualcuno gli rimproverava - niente ragazze, macchine o cattive amicizie. Le rotatie stavolta, si sono rivelate quelle giuste, e la 'locomotiva Berna' - per rubare il soprannome al celebre Cancellara - ha preso la velocità attesa, senza mai rallentare. Una parte di merito però, va anche a Paulo Sousa. Inizialmente ostinato a schierare un numero 10 come quinto di centrocampo, l'allenatore portoghese è tornato sui suoi passi, proponendo un Bernardeschi finalmente vicino alla porta. 

Prima di tutto però, anche Sousa ha dovuto lavorare sotto traccia. Il Federico visto ad inizio stagione, spento in campo e sommerso dalle critiche fuori, l'ha rigenerato proprio Sousa, efficente anche nelle vesti di psicologo per i suoi ragazzi. Naufragata la tecnica del rifiuto, - condita da frecciate, frasi al veleno e tanta panchina - Sousa cambia approccio. Tornato titolare con il Milan, il classe 94' inizia a recuperare condizione e fiducia, motivato, finalmente, anche da attestati di stima e affetto da parte del suo allenatore. La svolta però, arriva un pomeriggio di fine ottobre, in quel di Bologna.
I Viola si schierano con il solito 3-4-2-1, ma stavolta a fare il quarto centrocampista non è Bernardeschi, bensì Tello. Fede agisce accanto a Ilicic, qualche metro dietro Kalinic
Il primo tempo lascia a bocca aperta. Federico torna a divertirsi, dribblare, puntare, calciare. La Viola vince ma nel secondo tempo la stella del 10 si affievolisce complice una condizione ancora non ottimale. Fa niente. Il segnale è arrivato forte e chiaro: Questo è il posto di Bernardeschi, ora anche Sousa ne è consapevole.

Federico Bernardeschi, one man show a Empoli. Fonte foto: Getty Images.

Col Cagliari è Bernardeschi show, e la Fiorentina finalmente va. La posizione avanzata accanto a Ilicic permette a Sousa di schierare un vero esterno come quarto di centrocampo e una vera mezza punta alle spalle di Kalinic. La musica cambia e la rincorsa, griffata dal 10, inizia a prendere forma. Nonostante qualche mezzo passo falso - vedi col Crotone - la stagione della Fiorentina si raddrizza e Bernardeschi, fino ad allora in ombra, diventa 'One Man Show'. Con la Samp è un'altra grande prova; a Empoli invece, nel giorno del derby toscano, il ragazzo di Carrara mostra tutto il suo talento al pubblico del Castellani
Altra doppietta; soprattutto, la sensazione di comodità, quasi naturalezza nell'agire in quella zolla di campo. Con la possibilità di svariare in ogni dove, l'istitnto prende il sopravvento, garantendo al 10 spostamenti verso l'esterno, scambi corti con i due compagni balcanici e conclusioni dalla lunga distanza. Quello che ne viene fuori è un assolo. Una prova maiuscola. L'ennesima per un ragazzo che solo un mese fa aveva perso la bussola, e che ora, viaggia spedito come un treno senza fermate. 

Con un calciatore così, anche Sousa - uomo equilibrato prima ancora che allenatore dai sani principi - si sbilancia: "Non so dove può arrivare e dove ci può far arrivare. Ha ancora ampi margini di crescita" dichiara l'ex Basilea in sala stampa a Empoli.
Ora però, quel che conta è non perdere il valore più importante per un calciatore: la continuità. A 22 anni, forse, il nuovo Federico, ha scoperto proprio quello che cercava. La Fiorentina non può far altro che seguire il suo nuovo condottiero; un ragazzo; un DieciFederico Bernardeschi.