Martedì 8 dicembre 2015, martedì 22 novembre 2016. Due date così lontane, così vicine. Siviglia e Juventus, precedentemente al primo della coppia di giorni citati, si erano incontrate solamente una volta, all'andata di quella partita, che era terminata con un 2-0 agile per quelli che allora erano i tetracampioni d'Italia ma sembravano destinati a non raggiungere il fatidico 5° di fila. Lo scivolone al Ramòn Sanchez-Pizjuàn in quella fredda serata di Champions di fine autunno costò car(issim)o ai bianconeri: l'1-0 siglato dal grande ex Llorente segnò per gli andalusi la possibilità di accedere all'Europa League, ma per i piemontesi significò, vista la contemporanea vittoria del Manchester City sul Borussia Moenchengladbach, il secondo posto nel girone ed il conseguente sfavorevole sorteggio concesso dall'urna di Nyon, che segnò la fine anticipata del sogno europeo della scorsa stagione dei bianconeri. E' passato poco meno di un anno e le due compagini si ritrovano, questa volta in una situazione completamente diversa: la Juve, se vuole la prima posizione nel girone, sa di dover comunque vincere nell'ostico stadio in terra iberica, e ritrova un team che da Emery a Sampaoli è tutt'altro che peggiorato e anzi, ha ritrovato una nuova dimensione che sembrava così lontana qualche tempo fa.

Morata e Dybala battono, scuri in volto, il terzo calcio d'inizio del match dello scorso anno dopo la rete di Llorente. | Tempo.Co.

COS'E' CAMBIATO

Da Pogba a Pjanic, da Morata (particolarmente sfortunato nella 6^ giornata della scorsa stagione) a Higuain (il quale, invece, non sarà della partita per una contusione rimediata contro il Pescara) ma non solo gli uomini: in mezzo alle due partite a confronto ci sono una rimonta in campionato ed una sfortunatissima eliminazione contro il Bayern Monaco che, in maniera diversa, hanno dato consapevolezze a tutti nella squadra, che è diventata (anche) quella trascinata dagli Alex Sandro, dai Dybala, dai Khedira e soprattutto dai Mandzukic, il croato che domani dovrà farsi carico praticamente da solo insieme all'uomo dei record Moise Kean della fase offensiva.

La Juventus ha perso qualcosa forse sotto l'aspetto tecnico, ma ha guadagnato in solidità e voglia di vincere (che diventa sempre più difficile): gli 11 che scendono in campo non avranno i numeri dei loro fenomenali predecessori, ma il risultato è sempre lo stesso: primato in classifica in campionato. Se la Signora può contare su una cosa in più rispetto ad un anno fa, questa è l'esperienza, il fattore che determina tante storie in ambito europeo; oltre al fatto che 365 giorni fa di questi tempi la corazzata bianconera era subissata dalla critiche. E poi la storia delle squadre italiane ci ha sempre insegnato una cosa: avere solo un risultato, per molti versi, è meglio che averne due a livello di motivazione ed atteggiamento verso la gara, nonostante sia stato ribadito più volte che il passaggio del turno, che è la cosa più importante, si può ottenere anche nel prossimo matchday contro la Dinamo Zagabria in casa.

Alex Sandro in progressione durante la partita dello scorsa stagione. | Eurosport.

COSA E' UGUALE

Il blocco in difesa, su per giù, al netto di assenze, è sempre quello. Ma anche qui bisogna scavalcare il becero confronto di calciatori: è rimasta la difficoltà nell'entrare in questo stadio e fare la partita, visto che Emery e Sampaoli, con tutte le dovute differenze, hanno un grande punto in comune: si gioca a 3000 all'ora e non si rinuncia mai alla qualità. Anche le assenze, e qui scappa un malinconico sorriso, sono uno dei punti in comune: i problemi però, si sa, possono trasformarsi in soluzioni alternative tanto disperate quanto efficaci, e quando ci si trova con 3 attaccanti su 4 infortunati, qualcosa bisogna inventarsi. E sicuramente, comunque, la Juve non deve inventarsi niente quando si tratta di mentalità vincente: in questo, il blocco può definirsi massimo esperto, perlomeno nei propri confini, un po' meno in Europa, senza però modificare più di tanto la sostanza.

La vera sfida a cui è chiamata la squadra bianconera è dimostrare che una cosa non è rimasta invariata, invece: questa è la maturità, che ha una sfumatura diversa dall'esperienza, poichè è un'applicazione di essa. Se il livello di maturità sarà aumentato il necessario, il team di Corso Galileo Ferraris ha a livello tecnico tutte le carte in regola per uscire trionfante dalla terra iberica. A questo punto basta solo aspettare qualche ora, e sapremo se il compito sarà svolto bene, oppure se si tratterà solo di una, ennesima, rinviazione del giudizio finale più avanti.