"Io ringrazio Calciopoli, perché se non ci fosse stata sarei arrivato molto dopo. Per tutti noi giovani Calciopoli è stata un'opportunità, non solo alla Juve. Anche Roma e Milan hanno puntato sui giovani. Tra scandalo, problemi di bilancio e d'immagine, diverse società hanno avuto un coraggio che altrimenti non avrebbero trovato". Queste le dichiarazioni di Claudio Marchisio alla vigilia del Mondiale sudafricano del 2010. Infatti, proprio nella stagione 2006-07, quella immediatamente successiva allo scoppio dello scandalo, con la Juventus retrocessa in Serie B dalla giustizia sportiva, il centrocampista bianconero ha la possibilità di debuttare in prima squadra.
Dopo tutta la trafila nelle giovanili juventine, arriva l’esordio tra i grandi. I primi 6 minuti sono in Coppa Italia contro il Martina Franca il 19 agosto, entrando al posto di Matteo Paro. Gioca altri 3 minuti contro il Frosinone, partita resa famosa per il duecentesimo goal di Alessandro Del Piero con la maglia della Juve.
Poi, la prima presenza vera e propria, da titolare: 1 novembre 2006, giorno del compleanno numero 109 della Vecchia Signora, contro il Brescia allo stadio Olimpico di Torino. Finisce 2-0 per i padroni di casa e Marchisio gioca 90 minuti di fianco a Paro, mostrando fin da subito grande personalità ed ottime qualità tecniche e tattiche. In totale quell’anno colleziona 26 presenze e festeggia il ritorno immediato in Serie A della squadra bianconera.
Il debutto nella massima serie arriva la stagione successiva, ma non con la maglia che indossa da sempre, bensì con quella dell’Empoli. Quindi si trasferisce in Toscana in prestito, insieme al compagno Sebastian Giovinco, agli ordini di Gigi Cagni, dove il centrocampista ha l’occasione di scendere in campo con una certa continuità. 29 sono le presenze con la maglia azzurra, comprese le 2 contro lo Zurigo al primo turno di Coppa UEFA che rappresentano le prime sfide in campo internazionale per lui.
Poi il ritorno sotto la Mole. Il 26 agosto 2008 gioca 90 minuti a Bratislava contro l’Artmedia nel ritorno del preliminare di Champions League, 4 giorni più tardi, all’Artemio Franchi di Firenze, registra la prima presenza in Serie A con la Juventus, curiosamente lo stesso scenario del suo debutto assoluto nella massima serie l’anno precedente. Contro i Viola Marchisio marca anche il suo primo goal da professionista, 4 giorni dopo il suo 23esimo compleanno, su assist geniale di Alessandro Del Piero.
Il 19 settembre 2010 contro l’Udinese, al Friuli, raggiunge quota 100 presenze con la Juventus, festeggiando con il goal dello 0-3 con un gran mancino al volo su assist di Milos Krasic. Nella stessa stagione, il 3 aprile 2011, all’Olimpico di Roma contro i giallorossi scende in campo per la prima volta con la fascia di capitano al braccio.
Arriva Antonio Conte sulla panchina della Juve e per Marchisio arrivano i successi in prima squadra: 3 Scudetti e 2 Supercoppe Italiane in 3 anni. Forma con Vidal, Pirlo e Pogba un centrocampo formidabile, forse il migliore d’Europa. Il 29 aprile segna un nuovo record personale, toccando quota 300 presenze in bianconero, ancora una volta di fronte alla Fiorentina.
Con l’avvento di Massimiliano Allegri al posto del tecnico salentino, la musica non cambia: altri 2 Scudetti, 2 Coppe Italia, 1 Supercoppa Italiana e l’approdo in finale di Champions contro il Barcellona a Berlino il 6 giugno 2015. Contro il Pescara, sabato sera, possibile gettone numero 344, con 35 reti tra tutte le competizioni.
"Vorrei diventare una bandiera della Juve. Vorrei poter non andare più via" parole di Marchisio, anno 2013. Ad oggi, a 10 anni dal debutto, considerando l’importanza del Principino per la Juventus, sia dentro che fuori dal campo, e considerando il contratto, rinnovato nell’estate scorsa fino al 2020, c’è da scommettere su una chiusura in bianconero.