Che la Juventus di Massimiliano Allegri fosse una squadra d'esperienza lo si sapeva già da inizio anno, ma nella prima tornata delle partite nazionali, tra qualificazioni ed amichevoli, la società bianconera ha potuto vantarsi di un piccolo record: la Juventus è stata infatti la squadra con più capitani tra le selezioni nazionali scese in campo, cinque in totale. A mettersi la fascia al braccio nelle serate tra venerdì e sabato sono stati Gigi Buffon, Dani Alves, Stephan Lichtsteiner, Mehdi Benatia e Sami Khedira, quasi per tutti è normalità tranne per il tedesco che ha svolto il ruolo di capitano per la terza volta solo grazie alle contemporanee assenze di Manuel Neuer e Jerome Boateng, entrambi influenzati contro San Marino.
Gli altri quattro capitani nazionali sono di lungo corso, a partire da Buffon che indossa fieramente la fascia della nazionale dal ritiro di Fabio Cannavaro, avvenuto quasi sette anni fa, e quella della Juve da ormai cinque anni dopo l'addio di Alessandro Del Piero, fino a Dani Alves, che dei quattro è quello più fresco di nomina avendo preso la fascia a Settembre dopo l'abbandono di Neymar e il rifiuto di Miranda. Lichsteiner porta la fascia elvetica dal Marzo 2016 e non senza alcuni malumori nello spogliatoio svizzero che, a quanto pare, preferiva Shaqiri come proprio rappresentante in campo, mentre per Benatia è stata un'investitura quasi automatica essendo il giocatore più vincente ed esperto della rosa marocchina.
La Juventus può quindi vantarsi di avere in rosa i capitani delle tre nazionali più titolate al mondo, questo è sinonimo di esperienza ma anche di una squadra dall'alto tasso tecnico e dall'età media abbastanza alta che quest'anno si attesta sui ventotto anni, arrotondando per difetto, ma che se si va a considerare i giocatori effettivamente schierati in questa stagione sale a 29,7, molto vicina ai trenta anni. Tra i top club europei solo il City si attesta attorno ai ventotto anni di età media mentre Barcellona, Real Madrid e Bayern Monaco veleggiano sui ventisei/ventisette anni e proprio questa “anzianità” della rosa potrebbe poi rivelarsi fondamentale a fine anno, tra infortuni e poche energie residue.