Con l'arrivo della nuova proprietà cinese dovrebbe chiudersi la lunga esperienza di Adriano Galliani al Milan.

L'AD, da 30 anni in rossonero, si prepara a salutare: non c'è ancora l'ufficialità, ma nella serata di ieri Adriano Galliani è intervenuto a Milan Tv dove ha confessato che, dopo il passaggio di proprietà ai cinesi il 2 dicembre, lascerà la società: "Credo siano le ultime 3 settimane di Milan. Non per arroganza, ma ho fatto l'amministratore delegato sempre nella mia carriera, non saprei che altro ruolo fuori. Che cosa posso fare? Direi che sono le mie ultime 3 settimane di Milan dopo 30 e passa anni. Niente è assoluto, tutto cambia, tutto si muove, tutto gira, tutto vola e va via. Quello che abbiamo fatto insieme rimane. Passeremo dalla cronaca alla storia e forse sarà meglio la storia della cronaca".

Poi ha parlato di tutto il suo passato rossonero: "E' un grande orgoglio, in 30 anni noi abbiamo 28 primi posti, 16 secondi posti e un primo - speriamo - o secondo posto visto che c'è una Supercoppa a Doha a tra poco. Secondi posti tra finali di Champions e campionati non è mica da poco, sono tanti. Se si concluderà, come dovrebbe concludersi, quest'avventura è tanto tanto tanto e Christian (Abbiati, ndr) ha contribuito a questi successi". Non sono però mancate le critiche, soprattutto negli ultimi anni: "Si sarebbe potuto fare sicuramente di più e meglio. Ci sono tante cose che avrei potuto fare o non fare. Credo che ciascuno di noi, tranne pochissime persone nel mondo, dia il 100% delle proprie potenzialità e possa sempre fare meglio. E' difficilissimo".

Carlo Ancelotti, Adriano Galliani e Paolo Maldini dopo la vittoria della Champions League 2007- Calcio Fanpage

Galliani ha raccontato interessanti aneddoti della sua carriera da dirigente rossonero: "Qualche anno fa per tentare di prendere Dzeko son stato 3 giorni nascosto in un albergo a Sarajevo insieme a Braida. Ultimamente mi beccano sempre. Io scaramantico?Fino a quando non si perde io non cambio mai la cravatta. Anche con la Roma nel 2004 nonostante il caldo avevo l'impermeabile che mi son tenuto da dicembre perchè non perdevamo da allora". 

Poi si è soffermato sui grandi giocatori che ha portato al Milan, da Kakà: "E' arrivato perchè l'hanno spinto molto Braida e Leonardo. Io ho creduto in quello che mi dicevano e ho avuto un'intuizione pazzesca. Noi non avevamo posto per l'extracomunitario. Io ho detto: 'Chissà che magari succede qualcosa' e allora ho ceduto Aliyu allo Standard Liegi. Ho chiamato il mio amico Luciano D'Onofrio e gli ho detto: 'Devi prendermi un extracomunitario. Ti paghiamo lo stipendio, ma devi portarcelo via per crearci lo spazio per Kakà' a Rui Costa: "Lo ammiro molto. E' stato un giocatore grandissimo e si è comportato benissimo. Dopo un po' di allenamenti di Kakà, mi disse: 'Questo è più bravo di me'. Ed è una cosa che ho sentito dire da pochissimi giocatori in 30 anni".

Adriano Galliani e Kakà al suo arrivo al Milan - twitter.com

Poi ha voluto parlare dello stadio di proprietà, prendendo d'esempio la Juventus: "La Juventus sta vincendo da 5 anni. Non è solo merito dello stadio, ma è anche molto merito dello stadio. Hanno fatto un acustica straoardinaria. Noi comunque abbiamo un grandissimo stadio. Gli stadi incidono certamente sui ricavi, ma la cosa che ha deciso ancora di più sono i ricavi televisivi. La Premier ha ricavi televisivi che non ha eguali al mondo. Per poter costruire questi stadi per avere agevolazioni a livello fiscale dovevi avere la pista d'atletica. E adesso quasi tutti gli stadi d'Italia sono vecchi e non fatti per il calcio. Non c'è uno stadio inglese o spagnolo con la pista d'atletica. Gli stadi nuovi francesi e tedeschi idem. La iattura degli stadi italiani sono state le piste d'atletica. Se devo andare a vedere una partita vedendo male perchè c'è la pista d'atletica di mezzo sto a casa e la guardo in tv. San Siro ha una curva di visibilità che è fantastica. Dopo le ristrutturazioni fatte e che faremo San Siro secondo me è e sarà ancora un bellissimo stadio. Io credo che il problema principale che dobbiamo risolvere in Italia è il problema degli stadi. Se ci riusciremo il nostro campionato tornerà ad essere di arrivo e non di transito".

Sulla Lega Calcio: "Io sono vice presidente e la frequento. Futuro? Non so cosa succederà. Sto parlando seriamente, io non ho assolutamente preso alcun tipo di decisione e non ho assolutamente deciso di candidarmi come presidente della Lega. Penserò cosa fare in futuro quando ci saranno nuovi amministratori. Dovrò ovviamente concordare tutto con il presidente Berlusconi, con cui ho un rapporto lavorativo da 37 anni".  Su Donnarumma e il suo futuro: "Guardiamo al presente e non voglio parlare di cose che probabilmente non mi riguarderanno a partire dal 2 di dicembre".

Lo storico AD rossonero svestirà i panni di dirigente sì, ma non quelli di tifoso come ha detto lui stesso a fine intervista: "Forza Milan, sempre".