“Non ci vogliamo nascondere, siamo estremamente orgogliosi di quel che abbiamo fatto”. Così il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, apre il proprio discorso durante l’odierna assemblea degli azionisti della società di corso Galileo Ferraris. Un'assemblea atta ad approvare il bilancio dell’annata sportiva 2016/17, iniziata con un ringraziamento doveroso a chi permette la crescita sia in ambito sportivo che in ambito economico, testimoniata dai numeri esposti da Agnelli: “Nel 2014/15 otto club hanno fatturato più di 400 milioni, e due tra i 300 e i 400 milioni, noi e il Liverpool. I club in alto stanno prendendo il largo sempre di più, mentre noi siamo a metà strada, rischiando di essere intrappolati nel mezzo. Per evitare questo accadesse, abbiamo effettuato uno sforzo significativo e i numeri lo testimoniano: i ricavi totali sono passati da 172 ai 388 milioni, al netto delle plusvalenze siamo passati da -26 a +52 milioni, e il risultato netto da -95 a +4 milioni, con i due dell’anno prossimo. La società ha avuto una crescita significativa e possiamo pensare di vincere tutto”.
I numeri della Juventus la portano, secondo il presidente, a un confronto diretto con le società europee e meno con quelle italiane, ponendo come termine di paragone diversi club, di differente gestione ma eguale successo: “In Inghilterra hanno sviluppato una crescita tale da ottenere sponsorizzazioni da brand che non operano sul territorio europeo; in Liga è stata attuata una tutela politica e sportiva dei due club; in Germania il Bayern Monaco fa affidamento sulla Baviera, le multinazionali locali investono nel club. PSG e Manchester City hanno avuto una crescita dovuta a una serie di accordi con i paesi di origine dei propri azionisti, ma sono ben gestiti sia dal punto di vista sportivo che commerciale. Noi dobbiamo confrontarci con questi club”.
E la ragione per cui esiste una forbice così ampia tale da considerare la Juventus un club più europeo che Italiano risiede anche nella gestione dei diritti televisivi della Serie A e della gestione di questi rispetto agli altri: “Il mercato televisivo della Premier League si è incrementato del 71%, la Liga del 50% in due anni, la Bundesliga dell’83%. I diritti della Serie A sono invece cresciuti del 20%, una velocità ridotta rispetto ai primi campionati europei. La Liga sviluppa 3,6 volte i diritti italiani, l’esempio che lo testimonia è Clasico di dicembre, con calcio d’inizio alle 16 di Sabato. Il prodotto andrebbe valorizzato maggiormente, la Serie A deve riflettere anche sulla distribuzione: se la Premier è la prima della classe, lo deve anche ad iniziali accordi di distribuzione gratuita, monetizzando in un secondo momento in una maniera più significativa”.
Agnelli va poi a toccare anche corde delicate, quali quelle della Champions League e della nuova riforma in atto, esponendo dati e argomentandone significativamente le conseguenze, spiegando anche brevemente i cambiamenti previsti con il nuovo sistema sul quale si sta discutendo: “Il mondo ha 2,2 miliardi di tifosi di sport, e di questi 1,6 miliardi sono appassionati di calcio e 150 milioni di football. La finale di Champions League è superiore al Superbowl in quanto ad audience, 180 milioni contro 140 milioni, ma fattura 2,4 miliardi di euro, mentre la NFL il doppio, a fronte di un bacino d’utenza decisamente minore. Giocare martedì e mercoledì sera significa giocare quando in America stanno lavorando o quando in Cina stanno dormendo. Con i nuovi accordi abbiamo una nuova distribuzione dei ricavi, si sono modificati orari aggiungendo le 18.30, e le quattro leghe principali sono state privilegiate. Oggi come oggi le federazioni dovrebbero ambire a far diventare la Champions League la principale manifestazione al mondo per ricavi commerciali, per audience e per imprevedibilità del risultato sportivo”.
Proprio la citata Cina viene presa in analisi come mercato da approfondire per la Juventus: “Ha deciso di investire prepotentemente nel calcio, che è entrato nelle scuole”, spiega il presidente, accennando anche a un futuro interesse verso il mercato degli Stati Uniti, il quale verrà approfondito nel 2017. “L’obiettivo della Cina è qualificarsi, ospitare e vincere i mondiali, individuando nel calcio uno strumento di crescita nel proprio paese. E investono direttamente anche all’estero. In questo mercato noi abbiamo operato nello scorso anno, dalla Supercoppa con la Lazio alle amichevoli delle leggende, dedicandovi tanta attenzione, e alcuni frutti sono già visibili sul bilancio di quest’anno”.
Non da quest’anno, ma dall’anno prossimo, anche in casa Juventus emergeranno importanti novità, di carattere strutturale: “Dal primo luglio dell’anno prossimo sede della società e centro di allenamento si sposteranno al J-Village, fuori dallo stadio”, afferma Agnelli. E, inoltre, aggiunge: “Siamo potenzialmente all’inizio di una nuova primavera, se andiamo ad affrontare le problematiche del calcio di una sua globalità. Il Sistema ha bisogno di stabilità e stabilizzarsi”. Una stabilità per il cui raggiungimento la Juventus è in prima linea, per continuare ulteriormente la propria crescita.