Dal Milan all'Inter, passando per Roma, Napoli e Juventus, senza dimenticare il suo Sassuolo. Eusebio Di Francesco è intervenuto ieri sera ai microfoni di TiKi Taka, trasmissione in onda su Italia 1, affrontando svariati temi legati al campionato di calcio di Serie A, arrivato con il turno infrasettimanale ad un quarto del viaggio stagionale. Il tecnico neroverde è reduce da un pareggio in quel di Bologna con la squadra emiliana, trasferta nella quale ha giocato contro suo figlio. Queste le sue emozioni.
"C'è molto orgoglio da parte mia per il fatto che questo ragazzo con tanti sacrifici e per meritocrazia riesca a ritagliarsi un posto nel Bologna. È solo all'inizio, dovrà guadagnare la possibilità di giocare più partite. Sono contento per il suo atteggiamento e la sua predisposizione".
Una forma mentis che ha portato papà Di Francesco sulla panchina del Sassuolo, costruendo una solida realtà dal nulla, ed essere accostato alle panchine piu' importanti d'Italia: "Milan? Sicuramente no, io ho sempre pensato di rimanere al Sassuolo. Noi non siamo grandi, ma stiamo lavorando. La voglia di misurarsi e migliorare c'è sempre. Ci sono tanti altri aspetti che valuto nel calcio: ho la fortuna di allenare in Serie A e ritengo che il Sassuolo al momento sia la squadra ideale. Poi mai dire mai, senza ipocrisia la volontà di potersi migliorare c'è sempre".
Proprio dai rossoneri inizia il viaggio di Di Francesco nella Serie A: "Il buon momento è stato fondamentale dare continuità a una squadra giovane, con un allenatore arrivato adesso che sta facendo un ottimo lavoro. Tornando alla nostra partita, sicuramente non ci meritavamo la sconfitta. Se ripenso alla sconfitta di San Siro? Ci ripenso sì, però purtroppo dobbiamo guardare avanti. È stata una settimana difficile, pensiamo anche ai tre punti persi col Pescara, penso che sia paradossale. Poi nella partita col Milan, visti gli episodi contrari, è stata cambiata la dinamica di una gara che stavamo dominando. Avremmo avuto 19 punti, poi ieri siamo stati anche fortunati a portare a casa un punto. Mi auguro che alla lunga ci riprenderemo i punti che meriteremmo in classifica".
Dal Milan alla "sua" Roma, che affronterà domani al Mapei Stadium: "Sapore diverso? Sinceramente no. Fa piacere ritrovare tanti amici, ma non è la prima volta che accade. Fa piacere affrontare la Roma: è una delle grandi squadre che non abbiamo mai battuto. Ci dobbiamo provare mercoledì. Spalletti? Mi ha colpito una sua frase sull'ambiente che non aiuta la Roma. In privato con Luciano sì, però pubblicamente è la prima volta che gli vedo dare capocciate". Ed inoltre, su come battere la squadra giallorossa - una delle piu' in forma del campionato - ha così continuato: "La Roma ha grandissime qualità. Noi dobbiamo pensare alla nostra identità, la nostra qualità migliore è di attaccare in verticale. Loro attaccano con tanti uomini, magari lascia spazi per ripartenze veloci: noi in questo siamo bravi. Ho tanti ragazzi giovani, che vengono anche da categorie inferiori, che vogliono migliorare e mettersi in mostra. Hanno tanta voglia".
Dalla Roma alle difficoltà di De Boer con l'Inter. Queste le motivazioni del tecnico degli emiliani: "Io mi ricordo Luis Enrique alla Roma. Serve un po' di tempo per dare giudizi. Arrivare ad agosto, a una settimana, dall'inizio di campionato, complica la possibilità di trasmettere la propria idea di calcio. Poi c'è subito la sosta e tanti giocatori dell'Inter sono andati in Nazionale. Al di là dei calciatori, penso che De Boer abbia tanta qualità in squadra. Penso che qualcosina si potesse fare meglio sulle corsie esterne della difesa, magari si pensa ai tanti attaccanti ma meno alla solidità. Tornando al discorso di parlare o non parlare italiano, avere una base italiana è fondamentale. Per identità, senso di appartenenza e cultura. Trasmetterla non è facile. Lo stesso Zanetti è argentino ma in campo è cresciuto in Italia, riusciva a trasmetterlo".
Riguardo la vittoria dei neroazzurri sulla Juventus e sulla lotta per il titolo in Serie A, Di Francesco dimostra di avere le idee ben chiare in mente: "Il fatto di non avere continuità per me si lega tantissimo al discorso di compattezza. Il fatto che si dica che non c'è gruppo è importante: l'allenatore deve lavorare per creare coesione e dare credibilità al suo lavoro. Qual è l'anti-Juve? Ritengo che Roma e Napoli siano le squadre che possono lottare per lo Scudetto".
Infine una parentesi su Berardi e sul suo ritorno dall'infortunio: "Anzitutto spero di averlo a disposizione il prima possibile. Sono 10 partite che non gioca, è il nostro talento di punta. Ritengo sia maturato tantissimo a livello caratteriale, nel cercare di stemperare le tensioni della partita. È un ragazzo squisito a livello lavorativo, ritengo sia il talento italiano più forte in questo momento".