Medhi Benatia, difensore marocchino della Juventus, si concede ad una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport realizzata da Matteo della Vite e Fabiana della Valle.
Si parte dalla sua infanzia: «Ero un tipo difficile, non mi piaceva studiare, ero felice quando giocavo a calcio coi miei amici e basta. Per questo ho avuto mille problemi: mi hanno espulso da ogni scuola, non ero concentrato».
Si passa poi al lato sportivo, partendo dal suo nuovo allenatore, Massimiliano Allegri e dalle differenze tra lui e Pep Guardiola, suo tecnico al Bayern Monaco: «Si assomigliano molto, anzitutto perché guidano due squadre importanti. Vogliono fare gioco, essere aggressivi, avere la palla. Caratterialmente sono diversi: Allegri è più vicino ai giocatori, Guardiola non comunica. Una volta mi spiegò il perché: a Barcellona era rimasto deluso dal rapporto con alcuni giocatori, così mi disse “io faccio solo il mio, l’allenatore».
Il marocchino è arrivato a Torino in estate, ma ha già acquisito la mentalità bianconera: «La Juve in tre parole? Lavorare, vincere, sognare. Sarebbe bello il sesto scudetto di fila, perché nessuno l’ha fatto e sarebbe leggendario; ma con i giocatori arrivati quest’anno, soprattutto Higuain, vogliamo la Champions. È un obiettivo, quindi un sogno».
In bianconero l’assetto difensivo è consolidato, con Barzagli, Bonucci e Chiellini schierati davanti a Gianluigi Buffon, per Benatia fonte di ispirazione: «Intanto Buffon, esempio per tutti. Poi Barzagli, Bonucci e Chiellini insegnano tanto: quando giocano insieme danno solidità, fuori e dentro il campo». La difesa cementata può obbligare il tecnico juventino a relegare il marocchino in panchina: «Ho un'età in cui non posso veder giocare gli altri, ma ho rispetto massimo per il tecnico. Quando Allegri mi chiamò, mi disse: "Voglio 4 difensori di pari livello perché vogliamo vincere tutto". Eccomi qui».
La prossima sfida vedrà la Juventus di scena a San Siro contro il Milan di Vincenzo Montella: «Quante volte mi ha chiamato Montella l’estate scorsa? Un po’ di volte. Grande persona, ho avuto un super feeling e mi spiace non avergli potuto dare il tempo che voleva: aspettava i cinesi per farmi acquistare, ma poi arrivò la Juve e la scelsi pure per le parole di Allegri. A inizio stagione mi chiesero chi poteva lottare con la Juve: dissi subito Milan, Roma e Inter. I rossoneri hanno giovani di qualità, la fame di chi vuole dimostrare e un allenatore che dà un’impronta di gioco: tutte cose pericolose. Ah, e Maldini è sempre stato il mio modello».
Contro i rossoneri per Benatia sono sempre state partite emozionanti: «Una volta con l’Udinese facemmo 4-4 a San Siro, ma lo battemmo anche a Udine o con la Roma».
Come finisce il match di sabato sera? «0-2».