Le due partite con il Lione rappresentano per la Juventus due passi importanti nel cammino verso quella coppa con le orecchie a sventola. La prima è nel nuovo impianto che ha sostituito la Gerland, dove i bianconeri affrontano una squadra che resta ostica, nonostante le sei partite perse sulle dodici giocate questa stagione, nonostante i problemi societari, nonostante non sia certo che il loro cannoniere Lacazette scenda in campo dal primo minuto. Tanto che il loro allenatore, Bruno Genesio, ha dichiarato senza troppi giri di parole: «La partita di domani è una grande opportunità perché vincere ci potrà dare grande fiducia». Opposta situazione invece nello spogliatoio juventino la cui squadra vince e continua a vincere anche se il loro calcio non spicca per eleganza; unica pecca, la sala d’attesa in infermeria si sta riempiendo sempre di più, a Rugani, Chiellini, Marchisio, Asamoah, Pjaca, si aggiunge Mandžukić che ha accusato un risentimento muscolare alla regione adduttoria destra da valutare nei giorni a seguire; nota in calce: Lichsteiner è fuori dalla lista Champions.
Si prospetta una partita dinamica, molto vivace, scevra di eccessivi tatticismi, cosa che non si confà particolarmente né all’una né all’altra squadra. È probabile che il Lione, il cui principale sforzo sarà ritrovare la solidità difensiva, si disporrà col 3-5-2 che ha surclassato il consueto 4-3-3, ma che non funziona alla perfezione; il che significa che giocherà a specchio contro la Juve che in campo domani sera sarà formata dai titolarissimi o presunti tali. Nella squadra francese è da segnalare il ritorno di Alexandre Lacazette che assieme al compagno d’attacco Fekir rappresenta un pericolo per la difesa juventina – Allegri ha ammesso che sono giocatori ottimi e molto tecnici, e teme molto le loro ripartenze veloci.
Dato il 3-5-2, il gioco della Juve si concentrerà molto sulle fasce dove i protagonisti saranno Dani Alves e Evra, le triangolazioni con le mezzale saranno un ottimo modo per prendere campo agli avversari malgrado manchi ancora quel centrocampista che sappia saltare l’uomo e creare temibili azioni da gol. Poi c’è il Pipita Higuain che può ricevere le verticalizzazioni e girarsi puntando subito alla porta, oppure dialogare con Dybala, seconda punta che ha la facoltà di girargli attorno.
Negli ultimi anni le vittorie bianconere sono state date più per l’animo e lo spirito guerriero che per l’intelligenza tattica dei giocatori e dell’allenatore. Il Lione si presenterà come una squadra molto organizzata, pronta a dare l’anima per vincere questa partita visto anche che se la giocano sotto gli occhi dei loro tifosi, e anche mister Allegri lo ha ripetuto in conferenza stampa – in Champions non esistono partite facili o difficili. A scapito della tattica, bisogna tuttavia ricordare sempre un detto che in casa Juve sta piuttosto per un imperativo categorico: Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta.