Arrivare dopo Antonio Conte alla Juventus non sarebbe stato facile per nessuno, figurarsi per Massimiliano Allegri, fermo da qualche mese dopo il siluramento del Milan nella fredda notte di Sassuolo. L'allenatore toscano, però, ha messo a tacere qualsiasi tipo di sospetto sul suo valore anche in bianconero con una Champions sfiorata e due Scudetti in fila. Mica roba da poco.
La squadra di questa stagione sembra essere costruita per dare l'assalto all'Europa, ma lo stesso Allegri, al Corriere dello Sport, ricorda l'importanza degli obiettivi di casa nostra: "La Juventus è favorita per il raggiungimento di un obiettivo storico, il sesto Scudetto. Poi vorremmo vincere la Supercoppa, la Coppa Italia. Non sarà facile nulla di tutto questo, ma abbiamo il dovere e la possibilità di farcela. Per la Champions la sfida più dura è ora. In due partite con il Lione ci giochiamo la qualificazione. E' una sorta di eliminazione diretta. Ma ho fiducia, la Juve è un'ottima squadra, deve migliorare la qualità del gioco ma sta crescendo. Abbiamo cambiato sedici giocatori in due anni, campioni come Pirlo, Vidal e Pogba a centrocampo, ma non mi spaventa ricostruire: è faticoso ma stimolante. La società mi ha messo a disposizione sei nuovi, ottimi, giocatori. Come fatto con Dybala cerco di inserirli nel modo giusto."
Alla Champions è legato anche un aneddoto legato al contratto di Allegri con la Juventus: "Quando firmai il primo contratto per la Juventus chiesi che fosse inserito un bonus per la vittoria della Champions. Pensavano scherzassi. Siamo arrivati in finale e per poco..." Allegri si sbilancia anche sui nomi dei migliori giovani che secondo lui ci sono in questo momento in circolazione: "Ovviamente Donnarumma, poi Locatelli, Pellegrini, Berardi, Romagnoli e Rugani. La generazione dei nati nella seconda metà degli anni novanta genererà, dopo i mondiali del Qatar, una nazionale fortissima. Kean? E' un ragazzo davvero forte. In avanti siamo messi bene, ma non escludo che prima o poi il ragazzo si affacci in prima squadra."