Sarà una serata speciale, quella di sabato, per Luigi Del Neri. Il nuovo tecnico dell'Udinese assaggerà per la prima volta la panchina della squadra friulana contro il suo più grande rimpianto della carriera: la Juventus. Allo Stadium difficilmente ci saranno cori graditi per lui, ricordato come uno degli autori peggiori del disastro della prima era agnelli, nel 2010/11. Una squadra, quella torinese, che aveva un progetto chiara già da allora e Del Neri si esprime così a riguardo, dalle pagine de La Gazzetta dello Sport: "Già quando c'ero io, la società progettava grandi cose: ora, manca soltanto la Champions League".
L'allenatore friulano rende omaggio ai bianconeri, asserendo la netta superiorità sulle avversarie e rimpiangendo di non aver potuto fare di più: "Sembrano imbattibili. Come affrontarli? Con la dignità, sfruttando le microscopiche occasioni che ti concedono. L'avventura non andata a buon fine, è sicuramente il mio più grande rimpianto. Quagliarella, già a nove reti, si fece male. Il simbolo odierno è Buffon: uomo onesto e responsabile."
Il sessantaseienne di Aquileia si rimette in gioco, proprio nella sua provincia d'origine: "I friulani sono così: duri e pronti a combattere, non si danno mai per vinti. Continuo a coltivare la mia passione, non penso minimamente ai soldi altrimenti sarei andato all'estero", ammette orgogliosamente il tecnico. "Edy Reja? L'ho visto la settimana scorsa, è un mio grande amico, friulano come me, e può senz'altro stare ancora in panchina".
Nel passato, Gigi Del Neri, sfiorò la realtà bianconera dell'Udinese ammettendo: "Andai più volte vicino alla panca della mia attuale squadra: prima della Sampdoria e prima di Stramaccioni. Conosco la presidenza da anni, da quando allenavo la Pro Gorizia e Gianpaolo era il patron". Poi, si sofferma sulla rosa: "E' un team giovane e giù di morale. Ci sono tante culture in ballo, ma non dite che sono tutti stranieri perchè molti giocano qui da anni". L'allenatore spende qualche parola anche per due calciatori storici come Antonio Di Natale e Luca Toni: "Il primo fui vicino ad allenarlo alla Juventus, ha cresciuto il progetto dell'Udinese con quel qualcosa in più. Toni è abituato ad essere protagonista. Poteva dare qualcosa in più (alla Juve, ndr) ed accettare qualche scelta tecnica".
Infine, Del Neri gonfia il petto citando i suoi successi oltre al Chievo: "E' sicuramente la squadra con cui ho fatto l'exploit, ma anche a Bergamo con il 4-2-3-1 e con la Sampdoria. Una gioia immensa riportare i blucerchiati in Champions dopo vent'anni".