Contro la Lazio, l'Udinese è riuscita a toccare il fondo. La sensazione che Iachini fosse completamente nel pallone era forte. Al di là di certe scelte, come quella di gettare nella mischia un Badu appena rientrato da un infortunio, è stata proprio la lettura della gara a lasciar perplessi. All'inizio della seconda frazione di gioco, il tecnico ha passato un quarto d'ora abbondante a discutere il primo cambio, mentre intanto la sua squadra soffriva da matti, per poi subire la seconda rete. Difficile parlare tanto della gara, i friulani infatti sono stati azzerati sulle fasce e, con la palla tra i piedi, non avevano nessuno che facesse uno straccio di movimento per provare qualche incursione. Il risultato è che i biancocelesti hanno vinto tre a zero, ma potevano segnare anche qualche gol in più (anche un palo per loro).

Il mister marchigiano paga il fatto che, in otto partite (sette in Serie A ed una di Coppa Italia), non si sia visto nemmeno una minima idea di gioco, con tantissimi cambi di idee, specie in attacco, dove c'è tanta abbondanza. L'unico che nella sua gestione abbia messo in mostra qualcosa è stato De Paul, che ha buoni colpi ed è abbastanza costante. Per il resto tanta confusione. È vero, ci sono stati tanti infortuni, ma il tecnico ha avuto la pecca di voler insistere sempre e comunque con la nuova difesa a quattro, anche in assenza di uomini adatti. Questo di fatto ha fatto sprecare anche certe "proposte" messe in campo in precampionato, come per esempio quella di Jankto a sinistra, carta provata e riprovata, anche con successo. Va bene che, probabilmente, si voleva creare uno spartiacque tra la vecchia Udinese col 3-5-2 ed una nuova, ma serve anche un po' di raziocinio, se hai entrambi i terzini infortunati e ti restano solo difensori centrali il ritorno a tre è forse ammissibile. Il centrocampo poi dopo l'infortunio di Hallfredsson non è parso più funzionare, specie con i compiti che Iachini gli assegnava. Il suo sostituto infatti, Kone, è un trequartista adattato a mezzala, che ha mostrato di non trovarsi sempre a suo agio in quel ruolo. Di tutti questi problemi dalla cintola in giù l'attacco ne ha risentito, con il passaggio dal tandem di attacco, all'albero di Natale, fino all'attuale trequartista con due punte. Sicuramente il forte calo di Thereau ha causato molti problemi, ma anche la poca chiarezza su che ruolo dare ad un giocatore fondamentale nell'uno contro uno come Penaranda ha inciso. La dimostrazione contro la Lazio: entra il venezuelano e si mette a fare un po' l'ala, un po' la seconda punta e un po' il trequartista. Così non può incidere. Oltre a De Paul anche Perica ha fatto vedere progressi, ma il croato ha stupito più per la sua grinta che per particolari colpi di classe.

Delneri ha tante, tantissime cose da fare e avrà la pausa per le Nazionali per schiarirsi da subito le idee. Innanzitutto dovrà capire che impronta dare ai suoi. Nelle settimane scorse ha dichiarato di non essere molto d'accordo con il passaggio fatto da Iachini alla difesa a quattro. Dovrà decidere se ritornare alle origini o se cercare di dare continuità al nuovo modulo, anche se un po' carente sulle fasce. Dovrà poi recuperare Thereau, parso in difficoltà sia psicologica che fisica e, passo fondamentale, tracciare un percorso di crescita chiaro per i tanti giovani in rosa, cercando di sfruttare le potenzialità di giovani come Penaranda e Fofana, visti come possibili campioni del futuro. La scelta della società è abbastanza chiara, prendere un tecnico friulano, che abbia nel sangue certi valori, che sono gli stessi che il pubblico vorrebbe vedere nei calciatori.

Questo il comunicato ufficiale dell'Udinese Calcio (fonte: www.udinese.it) sul nuovo allenatore:

"Udinese Calcio comunica di aver affidato la conduzione della Prima Squadra a Luigi Delneri. Il tecnico friulano ha firmato un contratto annuale con opzione per il secondo e sarà presentato in conferenza stampa martedì alle ore 12:00, in diretta su Udinese TV.

Delneri è già stato parte dell'Udinese, vestendo la maglia bianconera da giocatore dal 1978 al 1980, potendo vantare la vittoria del campionato di serie B 1978-1979.

Nella lunga carriera di allenatore spiccano i risultati raggiunti con il ChievoVerona all'inizio degli anni Duemila, dalla promozione in Serie A fino alla prima storica qualificazione in Europa dei veneti. Grazie a questi traguardi, l'allenatore è stato anche insignito del prestigioso premio Panchina d'Oro nella stagione 2001-2002 e il premio di migliore allenatore agli Oscar del calcio AIC nel 2002. Delneri ha guidato inoltre nella massima serie Roma, Palermo, Atalanta, Sampdoria, Juventus, Genoa e Verona, conquistando l'accesso ai preliminari di Champions League nel 2009-2010 con la formazione blucerchiata."