Serata incubo e i voti rispecchiano una partita in cui gli ultrà preferiscono abbandonare gli spalti quindici minuti prima, piuttosto che restare a guardare lo scempio in atto. L'Udinese cade in casa contro la Lazio per 3-0. Ecco le pagelle.

Karnezis 6 - Spettatore non pagante. Vedere Keita, Immobile, Milinkovic-Savic e Felipe Anderson farsi beffe delle proprie "guardie del corpo" alla minima accelerazione non dev'essere piacevole.

Heurtaux 3 - Basterebbe vedere i replay dei gol per capire il perchè del voto.

Danilo 5 - Regge finchè la Lazio non decide che è ora di triturare i terzini, poi crolla anche lui.

Felipe 5 - Idem come sopra.

Alì Adnan 3 - Alla minima accelerazione  di un trequartista biancoceleste va nel panico. Prova un paio di incursioni in avanti, senza successo. È ancora fortemente inadeguato per i livelli richiesti dalla Serie A.

Badu 3 - Semplicemente wow. Un palo della luce aggiunto in campo. Corre solo ogni tanto, quando gli va. Colpa sua o colpa di chi lo ha messo in campo con solo un paio di allenamenti nelle gambe? Solo nello spogliatoio sanno la risposta, sta di fatto che quando terzino e ala della Lazio fraseggiano lui sta fermo a guardarli e fa altrettanto quando la squadra attacca. Emblematiche due azioni del primo tempo: nella prima De Paul sfrutta un contropiede e il ghanese non si butta nella prateria creatasi sulla fascia destra, costringendo l'argentino a tergiversare, perdendo palla; nella seconda sempre De Paul porta palla, i difensori raddoppiano su Perica e Duvàn Zapata, ma Badu, anzichè buttarsi nello spazio creatosi al centro, resta a guardare che succede. Un grande osservatore, peccato che in campo serva correre. (Jankto sv - Entra in campo a giochi fatti, prova a rendersi pericoloso.)

Kums 4,5 - Se anche lui inizia a perdere palloni vuol dire che è la fine. Quando ha palla vede tante statue in avanti ed è sempre costretto a passarla all'indietro, pena l'ennesima palla persa. Avere il motore di una BMW su una macchina degli anni '20 è assolutamente inutile. L'emblema al 50' quando, dopo aver perso la sfera per l'ennesima volta, perchè non sapeva a chi darla, allarga le braccia sconsolato e getta sguardi rabbiosi ai compagni. La dimostrazione che lui in realtà le idee le ha la troviamo nel quarto d'ora finale. La Lazio si abbassa e Kone inizia a gettarsi in avanti sulla fascia, Kums lo pesca sempre con lanci perfetti. Per farlo funzionare bisogna correre e, soprattutto, avere degli schemi, che questa squadra non ha.

Kone 4,5 - Non è una mezzala e, se non riesce a mantenere i ritmi alti, si vede benissimo. Non riesce quasi mai a pungere quando si protende in avanti e non sa mai come aiutare Alì Adnan. In quella posizione è inutile.

De Paul 5 - Ci prova, cerca i suoi soliti dribbling e, quando può, tenta di allungare la squadra. Si azzarda addirittura a provare un tiro pericoloso, dopo un contropiede in cui non lo ha seguito nessuno, ma non ha ancora capito che lo standard di questa squadra è "stiamo fermi e aspettiamo di vedere cosa fa l'avversario". (Penaranda 5 - Entra sul 2-0, quando è ormai chiaro che il disastro è dietro l'angolo. Iachini lo mette senza un ruolo preciso, infatti lui va a fare un po' il trquartista, un po' l'ala e un po' la seconda punta. Il risultato è che, a parte qualche scatto, non si vede mai.)

Perica 5 - Corre, ci mette grinta, ma non può sempre andar bene, perchè nel calcio non conta solo quella. Si vede solo nella seconda parte del secondo tempo, con la partita già chiusa. Peccato per il primo colpo di testa, angolandolo di più Strakosha non avrebbe potuto farci nulla, sul secondo invece è troppo vicino al portiere avversario per batterlo.

Duvàn Zapata 5 - Qualche sportellata, in area si fa sentire e ci prova anche in elevazione, ma viene abbandonato a sè stesso dai compagni.

Iachini 3 - Prestazione che equivale praticamente ad un compito consegnato in bianco. Alla settima giornata fa già vedere di non saper più che pesci pigliare. Getta nella mischia Badu dopo una settimana e mezzo in cui non si è allenato e infatti il ghanese in campo è imbarazzante. Fa scaldare Fofana e Jankto già dal 20', salvo poi buttarne dentro uno al 75', a giochi già fatti. All'inizio della ripresa, quando è chiaro che servirebbe un cambio, passa un quarto d'ora abbondante a parlottare col vice, che ogni volta è sul punto di chiamare un cambio, salvo poi tornare indietro e intanto, in mezzo a tutta questa confusione, Keita insacca facile facile il 2-0. C'è la pausa, può servire a riorganizzarsi e a recuperare qualche infortunato, ma intanto la fiducia dei tifosi è persa e anche quella della società sembra già vacillare.