Al Casinò di Las Vegas, è tutta una questione d'intuizione, astuzia e ingegno. Il Croupier detta il tempo di gioco, le carte prendono percorsi opposti, e gli sfidanti eseguono la loro strategia. Per portare a casa il bottino è necessario rischiare, e a volte anche stupire l'avversario con una mossa a sorpresa, una di quelle che nessuno dei presenti si sarebbe mai immaginato.
Ecco, così il Milan di Vincenzo Montella ha stupito i contendenti al tavolo della Serie A 2016/17. L'allenatore campano, insediatosi sulla panchina di San Siro da poco più di un mese, ha subito avuto le idee chiare in proposito: "Questo Milan ha bisogno di più qualità in mezzo al campo" avrà pensato mille volte tra se e se l'Aeroplanino, prima di giungere a Milanello per la prima volta, il sette luglio.
Da allora però, molte cose sono cambiate, e la necessità di avere un Milan più muscolare, con il passare delle giornate si è rivelata la più grande virtù del diavolo. Già. Dopo la sconfitta di Napoli, il Milan non è sembrato più la solita squadra marchiata a fuoco dal gioco spumeggiante e raffinato di Vincenzo. Niente affatto. Da quel momento i rossoneri hanno iniziato a mutare la loro pelle, affidandosi ad un credo forse antico ma ancora efficace: difesa e contropiede.
Per giocare 'all'italiana', come si dice in gergo, è necessario possedere carte di un certo tipo all'interno del proprio mazzo. In questo caso, l'impressione è che Montella si sia adeguato, raccogliendo per i campi di Milanello la dote dei suoi sfortunati predecessori Brocchi, Mihajlovic e Inzaghi. Nulla di nuovo dunque, eccezion fatta per qualche volto di dubbia qualità chiesto proprio dall'ex allenatore della Samp.
Dopo i sei gol incassati nei primi due turni, allora, Vincenzo ha deciso di prendere da parte l'ago del gioco rossonero, cambiando i connotati al calciatore che più si specchiava nell'idea di calcio 'Montelliana'. Il Jack di Cuori infatti, è stato fatto accomodare ad un altro tavolo da gioco. Il croupier ha scelto così, e il Fante ubbidiente non ha fatto repliche seguendo le istruzioni alla lettera.
Bonaventura infatti, sotto l'occhio di Vincenzo Montella ha subito una chiara ed evidente trasformazione. Nato come esterno di centrocampo, abile nella corsa oltre che nel tocco di palla, con il passaggio al Milan Jack di Cuori - questo è il soprannome con cui molti lo citano - ha iniziato un processo di maturazione calcistica che forse, ora sta per giungere a compimento. Sotto Inzaghi, Jack è stato un abile esterno d'attacco in grado di stupire San Siro con gol e assist raffinatissimi in una stagione a dir poco disastrosa.
Poi, l'arrivo di Mihajlovic e la necessità di arretrare il proprio raggio d'azione. Sì, perché secondo Miha, il Milan 15/16 avrebbe trovato equilibrio solo con un pragmatico 4-4-2. Detto, fatto, Jack si è spostato di nuovo, tornando alle origini. Largo a sinistra la carta più pregiata presente al tavolo dei centrocampisti ha ripetuto tutto quello che di buono aveva fatto l'anno prima. Gol, un po meno, ma assist, tanti e decisivi. Un biglietto da visita niente male che però non è servito per strappare il pass per Euro 2016 dove Antonio Conte ha preferito calciatori più muscolari come Sturaro e Giaccherini.
Poi l'estate, l'arrivo di Montella e il presagio che qualcosa stesse per cambiare. Il giorno in cui il club rossonero ha ufficializzato i numeri di maglia per la stagione 16/17, subito ci si è accorti del cambio. Bonaventura ha lasciato la maglia numero 28 a discapito della 5. Storicamente un calciatore che indossa la cinque ricopre un ruolo più difensivo, e chissà, illuminato dal cambio di Jack, anche Montella ha iniziato a gustare l'idea.
Il ritorno di Suso e il rilancio di Niang sono stati fattori altrettanto decisivi per convincere Montella al grande salto nel buio: schierare Bonaventura da mezz'ala sinistra. In realtà, il polivalente centrocampista anche nella passata stagione aveva rivestito in qualche occasione il ruolo di centrocampista puro. Mihajlovic però, ha abbandonato ben presto l'idea, dato che l'assetto della squadra sarebbe risultato a trazione decisamente anteriore.
Proprio a questo precedente si poteva pensare quando il croupier Vincenzo ha trattenuto la "J" al tavolo dei centrocampisti. Effettivamente, le prime due uscite non sono state il massimo dell'equilibrio, ma è stato proprio da quegli errori che ne è venuto fuori un Bonaventura diverso, lottatore e finalmente centrocampista.
Nei quattro match successivi, il Diavolo ha subito appena una rete e Jack ha sempre agito in posizione di mezz'ala sinistra con Montolivo e Kucka a completare il giro intorno al tavolo verde. Quello che è venuto di più all'occhio dell'esperto ma anche del tifoso, non ha riguardato solo la posizione arretrata del Jack, ma soprattutto il suo modo di porsi in campo, il suo atteggiamento e la sua grinta, fino a questa stagione solo nascosta dalle sue giocate di classe.
Numeri e statistiche confermano il dato relativo alla trasformazione di Jack Bonaventura in centrocampista completo, in grado di giocare a seconda di quelle che sono le richieste dell'allenatore. Dopo i gol e gli assist delle passate stagioni, ora Jack è ai vertici delle classifiche per il numero di palloni recuperati: quinto, dietro solo a calciatori assolutamente difensivi come Magnanelli, De Vrji, Medel e Alex Sandro.
Lui preferirebbe sedere al tavolo con i migliori, quelli in grado di cambiare il corso di una partita con un tocco o una giocata. Montella invece, l'ha richiesto più dietro, a fare lavoro oscuro su un tavolo usurato dal passaggio di tanti, con un neon pallido, e in compagnia di chi non ha le sue doti. Il Jack di Cuori però, è fatto così. Pur di giocare andrebbe dovunque, anche a Las Vegas a tentare la sorte con la dea bendata.