Poteva andare meglio, decisamente. La squadra di Paulo Sousa poteva evitare di prendere due reti in un tempo da una squadra tutt'altro che irresistibile (De Paul a parte), evidenziando le solite problematiche che chi punta all'Europa dovrebbe limitare al massimo. Sulla prima marcatura dell'Udinese, infatti, Tomovic ha tenuto in gioco Zapata, per poi replicare in occasione del 2-0 perdendo Danilo. Tatarusanu non è sembrato irresistibile, soprattutto sulle uscite. Per fortuna si è riscattato negando la rete del possibile 2-0 friulano.
Anche gli altri componenti del reparto arretrato sono sembrati poco concentrati, faticando a contenere la fisicità di Duvan Zapata. Ma la squadra viola è apparsa tutta sotto tono, poco mobile e più lunga del solito. Milic sulla sinistra non ha convinto come contro la Roma, rischiando l'espulsione in più frangenti, Borja Valero ha giocato al piccolo trotto, sbagliando passaggi elementari, finendo sostituito e contrariato (con se stesso, non con Paulo Sousa).
Gli unici a salvarsi sono stati gli autori delle due reti: Babacar e Bernardeschi. Il primo per una questione tecnica, il secondo per una questione mentale. Babacar, infatti, questa stagione deve dimostrare di potersi giocare il posto con Kalinic, invece di accontentarsi dei venti minuti finali per far rifiatare il croato. Le prestazioni contro Paok e Udinese, oltre all'impegno negli allenamenti, dicono che la strada è quella giusta e la rete di ieri è la ciliegina sulla torta, senza dimenticarsi del rigore procurato.
A proposito del rigore, in quell'occasione Bernardeschi ha dimostrato di avere una discreta personalità. Non è da tutti, in un periodo non troppo felice, andare a prendere il pallone per battere un rigore decisivo. Dimostrazione che la testa c'è, particolare fondamentale, le prestazioni arriveranno. Adesso sotto con il Milan dell'ex Vincenzo Montella per capire se la dimensione europea è più colorata di viola o di rossonero.