Una conferenza fiume, quella di Massimilano Allegri. Sereno, tranquillo, ma con tante cose da dire. Perchè per la Juventus è stata indubbiamente una due-giorni non facile, dopo la sconfitta contro l'Inter. E proprio la partita di domenica è stata il tema principale e iniziale della conferenza stampa pre-Cagliari: "Inter - Juventus è stata una delle partite più brutte degli ultimi trent'anni a livello tecnico", ha chiosato l'allenatore, "noi abbiam fatto un gol con una buona giocata di Alex Sandro e ci siam fatti due gol per conto nostro, senza nulla togliere alla partita dell'Inter, vogliosi di dimostrare tanto. Abbiamo sbagliato molto, anche in quanto ad attenzione: basta vedere come abbiam preso gol su calcio d'angolo, può capitare che la Juventus venga rimontata. Avevo detto che serviva una grande prestazione sul piano tecnico e non l'abbiamo fatto.".
Il discorso si è poi presto spostato sulla questione del modulo, viste le insistenti voci di un passaggio a quattro. Allegri non smentisce e non conferma, ma spiega chiaramente: "Fare un dramma o buttare all'aria delle certezze che abbiam da anni credo abbia poco senso e dimostri insicurezza, sicuramente la squadra dovrà nel corso dell'anno cambiare sistema di gioco per sfruttare al meglio le caratteristiche dei giocatori che abbiam davanti. Ci vuole equilibrio, se una partita giocata male toglie tutte le certezze vuol dire che stiamo sbagliando strada. Per trovare soluzioni di gioco diverse non credo sia il momento. Parlare di modulo credo abbia poco senso, abbiam fatto un lavoro importante. Più attacco? Questo passaggio è importante, significa stravolgere la tradizione di una squadra. L'obiettivo è migliorare la qualità del gioco, per vincere e lottare per arrivare in fondo bisogna segnare di più, soprattutto in Champions. Stiamo insieme da 30 giorni, abbiamo nove punti e sono molto contento".
Intanto arrivano però novità di formazione importanti, in attesa della disposizione, e anche un po' di pre-tattica: "Devo capire dall'allenamento chi è disponibile, Khedira ha giocato tante partite, sette in fila, Bonucci si è allenato poco per varie problematiche. Marchisio non è ancora pronto, Sturaro è in ritardo di condizione. Potrei anche far giocare Cuadrado mezz'ala, oppure Dani Alves o Alex Sandro". Sarà invece certamente il giorno di Rugani: "Domani gioca: è un nazionale, è cresciuto molto e quest'anno si è presentato molto bene, giocherà anni nella Juventus, ha davanti quattro giocatori importanti ma troverà spazio". L'azzurro può anche beneficiare dell'assenza di Benatia, il cui infortunio "verrà valutato nei prossimi giorni".
Con il riposo di Khedira, a centrocampo si dovrebbe andare verso l'utilizzo o di una sorpresa (un esterno adattato a mezz'ala), mentre sembra certo l'utilizzo di Pjanic, in una posizione ancora da chiarire, anche se Allegri spiega: "Si sta creando un 'problema Pjanic'. Nella Bosnia gioca nei due di metà campo, come nella Roma di Spalletti. Che poi si possa inserire fa parte dell'equilibrio della squadra, ma può giocare in quella zona del campo. Non è una mezz'ala che si inserisce e apre il campo, è straordinario vicino all'area e secondo me domenica ha giocato con buona personalità districandosi molto bene nel pressing. Va sfruttato per le caratteristiche che ha". E attenzione anche a un altra variabile, non amata dai tifosi, ma che il tecnico difende a spada tratta: "Per Hernanes ci vuole rispetto, non può succedere che venga fischiato. Non scordiamoci la vittoria di Manchester col City e le sfide con il Bayern: è un giocatore importante".
Discorso molto ampio e vasto anche riguardo l'attacco e le possibili decisioni del mister bianconero, dove l'avvicendamento tra Higuain e Mandzukic ha fatto molto rumore: "Dopo la sosta Higuain ha giocato due gare di fila, e domenica ho fatto una scelta in valutazione alla partita con Mandzukic, la rifarei anche ora. C'è grande competizione tra i due, sono grandi giocatori ma ci sono 50 partite e momenti in cui ognuno riposerà, e vale lo stesso a centrocampo e in difesa".
Resta invece più intoccabile Paulo Dybala, per il momento, nonostante non stia trovando la via della rete. Allegri spiega così anche la sua posizione: "Su Dybala deciderò, ha giocato molte partite. Gli manca il gol, ma deve rimanere sereno. Quest'anno ha trovato delle difficoltà all'inizio, come capita nell'arco di una stagione, ma non vedo alcun problema. La sua posizione è la stessa dell'anno scorso, tira meno in porta. L'anno scorso era una novità, quest'anno è conosciuto, deve mettersi in condizione di fare una giocata diversa da quelle che ha nel DNA. Confermarsi è sempre più difficile, ne ho parlato anche con lui. L'anno scorso Morata è stato cinque mesi senza fare gol, non vedo problematiche a riguardo". Col passare del tempo la Joya avrà anche necessità di riposare, e la sua prima alternativa crescerà: "Pjaca ha bisogno di più tempo rispetto a un Dybala dell'anno scorso o Morata due anni fa, ci vuole equilibrio", spiega Allegri.
"La Juventus è diversa ogni anno - prosegue poi, unendo il tema modulo a quello dell'atteggiamento e dell'utilizzo della rosa - ogni giocatore ha caratteristiche diverse e siamo alla quarta giornata, abbiamo tempo e spazio per migliorare la qualità del gioco e della squadra. La squadra si conoscerà. Tutti i giocatori in rosa devono sentirsi partecipi. Durante l'anno ci saranno delle gerarchie, ma tutti dovranno essere pronti per dare un mano. Bisogna trovare i giusti equilibri".
Equilibrio, una parola fondamentale per le decisioni del mister, già chiave nella cavalcata trionfale nello scudetto dello scorso anno: "Il nostro obiettivo quest'anno è migliorare sul piano del gioco e arrivare a marzo competitivo, il campionato si vince il 30 maggio. Anche se avessimo vinto domenica non sarebbe cambiato niente, con 12-15 punti non ci si salva nemmeno", chiarisce Allegri, che poi traccia un primo bilancio molto ridotto rapportandosi alle aspettative: "Abbiamo vinto a Roma con la Lazio facendo due tiri in porta, abbiam perso a Milano una partita che non meritavamo di perdere. Potevamo avere 8 punti. Averne 9 in questo momento della stagione credo sia giusto, vediamo positivo. La trasferta di San Siro era uno snodo nel senso che mettevamo l'Inter a 8 punti e la Roma a 5 punti, avere 12 punti con 4 scontri diretti era un piccolo vantaggio, e davamo un segnale importante e forte. Le prime due partite le abbiam giocate con tanti giocatori in ritardo di condizione".
Quattro partite, nove punti, quattro gol subiti: questo dice il bilancio provvisorio. E il tecnico si sofferma proprio su quelle reti prese: "Ne abbiam presi tre su calcio d'angolo e uno su errore tecnico", chiarisce, prima di riferirsi a quest'ultimo caso, sul gol del vantaggio dell'Inter: "Dovevamo andare in contropiede e siamo andati all'indietro. Asamoah non si deve abbattere per l'errore, può capitare".
Ora è però tempo di voltare pagina, guardare avanti, affrontando il Cagliari tra le mura amiche, con una mentalità che deve andare oltre gli aspetti tecnici: "Domani ci sarà un reazione diversa, essendo usiti sconfitti con tante critiche è normale reagire, sia sul piano nervoso che sul piano del gioco. Il Cagliari ha giocatori molto offensivi davanti, sono molto bravi e vengono da una vittoria, quindi hanno grande entusiasmo. Va affrontata nel modo giusto, giocando molto meglio tecnicamente, è una partita da vincere".